Dal 16 giugno a Roma la mostra dell'Accademia Nazionale dei Lincei per il VII centenario di Dante
Leonardo, Raffaello, Dante: a Villa Farnesina il trittico dell'ingegno nelle celebrazioni di cento anni fa
Scena Illustrata, fascicolo doppio, Firenze, 1-15 settembre 1921, Copertina di Carlo Casaltoli | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
Samantha De Martin
15/06/2021
Roma - Ci sono “Leonardo Da Paperdinci” e “Paperello Sanzio”, protagonisti dell’omaggio della Panini Comics all’Urbinate per il centenario del 2020, e c’è un Leonardo che sbuca dalla rivista Emporium reggendo tra le mani una gomma Pirelli, “la miglior gomma per disegno”.
Ritroviamo il maestro di Vinci sulla copertina de La Tribuna illustrata (1919) con, sopra la testa, un aereo - invenzione attribuita da sempre al genio vinciano - e, sotto, la scritta “Leonardo: il genio italico precursore dell’aviazione”.
Non manca Raffaello, i cui amori abbelliscono le cartoline Liebig, e le cui creazioni diventano il leitmotiv di alcune pubblicità di sigarette o prodotti per l’infanzia. Ed ecco Dante, celebrato un secolo fa, nel 1921, a 600 anni dalla morte, attraverso opere di artisti contemporanei come Adolfo Wildt e Carlo Carrà, osannato come vate della grandezza nazionale, in un contesto che vedeva l’Italia uscita vittoriosa dalla guerra, tra le ultime memorie dell’esperienza liberty, le ricerche dell’avanguardia e quelle espressioniste e primitiviste e di recupero dell’antico.
Pubblicità Pirelli, da Emporium, Bergamo, febbraio 1920 | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
A Roma, l’omaggio di Villa Farnesina, sede dell'Accademia Nazionale dei Lincei, al trittico dell’ingegno italiano rappresentato da Leonardo, Raffaello, Dante, ha un sapore rétro (e al tempo stesso attuale) e coincide con una mostra originale, ben allestita e di grande respiro che ci illumina su come i tre maestri siano stati celebrati cento anni fa, dall'arte e non solo.
Il percorso, in programma dal 16 giugno al 13 gennaio, a cura di Roberto Antonelli, Virginia Lapenta, Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi, offre una rassegna sul gusto e l’estetica che, nel primo dopoguerra, hanno guidato le celebrazioni dei centenari di Leonardo (1919), Raffaello (1920) e Dante (1921). Insomma, un “come eravamo” che si colloca nel solco dell’identità culturale e scientifica italiana e che, come ha spiegato Roberto Antonelli, assurge a “celebrazione identitaria consapevole delle radici che hanno caratterizzato la cultura in Italia e nel mondo”.
Ezio Anichini, Divina Commedia, Paradiso, Capitolo XVIII, Firenze, P.Giusti e figli, 1918 | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
La bellezza della mostra deve molto alla voce della storia che riecheggia forte, nelle tre sezioni allestite al primo piano della ville rinascimentale che ospita tra l’altro gli affreschi di Raffaello. Non 2021 quindi, ma 1919, 1920, 1921. Anni in cui l’Italia, uscita dalla Grande Guerra, sentiva la necessità di ricostruire una propria identità nazionale, facendo appello a un passato glorioso, fatto di bellezza, etica ed ingegno, che fosse in grado di guardare al futuro con spirito di innovazione e cambiamento.
E in questo la mostra si carica di un messaggio straordinariamente attuale, di grande ottimismo e speranza, come ha sottolineato anche il ministro Dario Franceschini nel corso della presentazione della mostra alla stampa.
“La mostra che inaugura oggi - ha detto il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - è affascinante perché ci permette di andare a riscoprire e a rivedere cosa è avvenuto un secolo fa nel corso delle celebrazioni di Leonardo, Raffaello e Dante nel 1919, nel 1920 e nel 1921. La pandemia è stata un momento di rottura: siamo all’inizio di un periodo nuovo e nessuno di noi sa se quello che abbiamo alle spalle si chiuderà con una parentesi e tutto tornerà come prima o viceversa, come è avvenuto per le guerre, lascerà cambiamenti profondi. Sicuramente lascia una grande voglia di ripartire e questa mostra entra appieno in questo clima di ripartenza”.
La prima sezione, dedicata al quarto centenario della morte di Leonardo, espone i richiami alle grandi ‘invenzioni’ delle quali il genio vinciano era ritenuto precursore, come gli aerei, divenuti, nel corso degli anni Venti, i protagonisti dell’Aeropittura. La ricorrenza coincideva d’altronde con un periodo che vedeva, da un lato, la prima guerra mondiale appena conclusa, assistendo al tempo stesso al fiorire delle avanguardie.
La Tribuna illustrata, Roma, 25 maggio – 1 giugno 1919. Copertina di A. Minardi | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
Leonardo con le sue innumerevoli invenzioni, i suoi studi sul corpo umano era dunque l’ispirazione perfetta per l’industria e per l’arte, ma soprattutto lo strale più autorevole per diffondere la fiducia nella tecnologia e nelle scoperte e la voglia di cambiamento. In mostra figurano i disegni dei monumenti equestri di Leonardo, ripresi da artisti come Lucio Fontana. Per gli studi anatomici si espone un’opera del pittore Anselmo Bucci che proprio nel primo dopoguerra, in concomitanza del centenario di Leonardo, volle accostarsi alla corporeità degli studi vinciani.
Nella seconda sezione, dedicata a Raffaello, la lettura popolare del Sanzio si affianca alle opere di quegli artisti che cercavano nel classico la fonte figurativa e culturale dalla quale rifondare la propria estetica a cavallo della Grande Guerra. Ad attirare lo sguardo del visitatore sono soprattutto La Testa di fanciulla di Giorgio de Chirico, olio su tavola di fine anni ’30, il Busto di donna di Gino Severini, nell’impostazione simile alla Fornarina di Raffaello. Sempre nel 1920, l’iconologia della Vergine col Bambino diviene drammaticamente attuale in tutta Europa per le famiglie che avevano da poco perso al fronte i mariti e i padri, divenendo figure da proteggere e sulle quali ricostruire il futuro.
I risultati di questa ripresa “da Raffaello” si manifestano anche a livello massmediatico sulle copertine di riviste, giornali e cartoline che delineano il nuovo gusto dell’epoca, con riprese anche dagli affreschi di Villa Farnesina.
Giorgio de Chirico, Testa di fanciulla, fine anni ’30, Olio su tavola, 800/900 Art Studio, Lucca | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
Dante anima la terza sezione del percorso, dedicato ai 600 anni dalla morte del poeta, illustrata attraverso copertine di libri e di riviste. La serie di cartoline disegnate da Ezio Anichini e Virgilio Faini in vista del centenario dantesco evidenziano l’esigenza di far sì che il messaggio estetico legato alle celebrazioni potesse raggiungere ogni casa.
La prima edizione de La poesia di Dante di Benedetto Croce, del 1921, ricorda il carattere radicalmente innovativo ed eversivo dello studio crociano, destinato a diventare il polo di riferimento per tutta la critica dantesca successiva, fino ai giorni nostri.
La sezione della Sala Massari, dedicata al recupero dei modelli antichi romani e rinascimentali ripresi nell’architettura moderna degli anni Venti, chiude la mostra. Nei progetti delle “Periferie urbane” di Mario Sironi è racchiusa un'atmosfera culturale ben visibile anche nei centenari di Dante e Raffaello presentati nella mostra e nel restauro di Villa Farnesina operato dall' ingegner Giovanni Massari.
Alberto Martini, Lucifero (Paradiso, Capitolo XXIX), 1943-1944, Cartoncino, Collezione privata | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
I disegni per le riviste, progettate da Fortunato Depero, Gino Severini e Marcello Nizzoli, preannunciano nella grafica i messaggi pubblicitari e il “made in Italy” che esploderà negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
La mostra dedicata al trittico dell’ingegno è la prima dei quattro appuntamenti concepiti per il settimo centenario di Dante. Dal 7 ottobre al 16 gennaio, La Biblioteca di Dante rinnoverà il dibattito su quali opere il poeta abbia effettivamente letto e quali invece conoscesse attraverso epitomi o citazioni altrui. Una ricostruzione della fortuna della Divina Commedia sarà invece argomento della mostra La ricezione della Commedia dai manoscritti ai media (dal 25 marzo al 25 giugno 2022), mentre il percorso Con gli occhi di Dante. L’Italia artistica nell’età della Commedia (25 marzo-25 giugno 2022) seguirà lo sviluppo diegetico della Commedia, evidenziando quando e dove Dante ebbe modo di vedere una determinata opera, così da valorizzare gli spostamenti e le conoscenze accertate.
Villa Farnesina è aperta al pubblico dal lunedì al sabato dalle 9 alle 14 e, la seconda domenica del mese, dalle 9 alle 17. La Loggia di Galatea in alcuni giorni potrebbe essere chiusa al pubblico per restauro.
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• A tu per tu con le storie di Amore e Psiche: la loggia di Raffaello a Villa Farnesina in versione digitale
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Pubblicità Pirelli, da Emporium, Bergamo, febbraio 1920 | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
A Roma, l’omaggio di Villa Farnesina, sede dell'Accademia Nazionale dei Lincei, al trittico dell’ingegno italiano rappresentato da Leonardo, Raffaello, Dante, ha un sapore rétro (e al tempo stesso attuale) e coincide con una mostra originale, ben allestita e di grande respiro che ci illumina su come i tre maestri siano stati celebrati cento anni fa, dall'arte e non solo.
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E in questo la mostra si carica di un messaggio straordinariamente attuale, di grande ottimismo e speranza, come ha sottolineato anche il ministro Dario Franceschini nel corso della presentazione della mostra alla stampa.
“La mostra che inaugura oggi - ha detto il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - è affascinante perché ci permette di andare a riscoprire e a rivedere cosa è avvenuto un secolo fa nel corso delle celebrazioni di Leonardo, Raffaello e Dante nel 1919, nel 1920 e nel 1921. La pandemia è stata un momento di rottura: siamo all’inizio di un periodo nuovo e nessuno di noi sa se quello che abbiamo alle spalle si chiuderà con una parentesi e tutto tornerà come prima o viceversa, come è avvenuto per le guerre, lascerà cambiamenti profondi. Sicuramente lascia una grande voglia di ripartire e questa mostra entra appieno in questo clima di ripartenza”.
La prima sezione, dedicata al quarto centenario della morte di Leonardo, espone i richiami alle grandi ‘invenzioni’ delle quali il genio vinciano era ritenuto precursore, come gli aerei, divenuti, nel corso degli anni Venti, i protagonisti dell’Aeropittura. La ricorrenza coincideva d’altronde con un periodo che vedeva, da un lato, la prima guerra mondiale appena conclusa, assistendo al tempo stesso al fiorire delle avanguardie.
La Tribuna illustrata, Roma, 25 maggio – 1 giugno 1919. Copertina di A. Minardi | Courtesy Accademia Nazionale dei Lincei
Leonardo con le sue innumerevoli invenzioni, i suoi studi sul corpo umano era dunque l’ispirazione perfetta per l’industria e per l’arte, ma soprattutto lo strale più autorevole per diffondere la fiducia nella tecnologia e nelle scoperte e la voglia di cambiamento. In mostra figurano i disegni dei monumenti equestri di Leonardo, ripresi da artisti come Lucio Fontana. Per gli studi anatomici si espone un’opera del pittore Anselmo Bucci che proprio nel primo dopoguerra, in concomitanza del centenario di Leonardo, volle accostarsi alla corporeità degli studi vinciani.
Nella seconda sezione, dedicata a Raffaello, la lettura popolare del Sanzio si affianca alle opere di quegli artisti che cercavano nel classico la fonte figurativa e culturale dalla quale rifondare la propria estetica a cavallo della Grande Guerra. Ad attirare lo sguardo del visitatore sono soprattutto La Testa di fanciulla di Giorgio de Chirico, olio su tavola di fine anni ’30, il Busto di donna di Gino Severini, nell’impostazione simile alla Fornarina di Raffaello. Sempre nel 1920, l’iconologia della Vergine col Bambino diviene drammaticamente attuale in tutta Europa per le famiglie che avevano da poco perso al fronte i mariti e i padri, divenendo figure da proteggere e sulle quali ricostruire il futuro.
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