Picasso e il circo
Picasso e il circo
20/03/2007
Intensi i legami tra Picasso e il mondo del circo lungo tutta la sua carriera. Nella Barcellona di fine Ottocento, vede i circhi di passaggio in città e, più tardi, quelli ambulanti di Parigi, luogo di incontro per il giovane e i suoi amici. Agli inizi del ‘900, il circo Medrano diventa punto di riferimento nella sua opera, con scene fantasiose in cui acrobati ed equilibristi (già presenti nel Romaticismo a simboleggiare solitudine e sofferenza) recitano ruoli della vita quotidiana, tra problemi personali e solitudine. Il grande dipinto de La Famille de saltimbanques, 1905, testimonia il contatto intenso.
L’Arlecchino diventa l'alter ego dell'artista e vero eroe di quello che verrà definito periodo rosa. Negli anni del cubismo, la famiglia di Arlecchino ricompare in un insieme di oli. Nel 1915 Picasso fa una serie di ricerche che confluiscono nel dipinto Arlequin di proprietà del Museum of Modern Art de New York, che, secondo l’artista stesso, costituisce il momento più alto della sua interpretazione del personaggio. Questo esercizio si ripeterà per Parade, la sua prima e ambiziosa collaborazione teatrale.
A partire dal 1920 il tema di Pierrot e Arlecchino ritorna dando luogo alle due grandi versioni dei Trois musiciens, dove l’artista rappresenta di nuovo se stesso come Arlecchino. I cinque ritratti monumentali del pittore Jacint Salvadó, sempre rappresentato in abito da Arlecchino, sono un’altra prova dell’interesse di Picasso per la Commedia dell’arte.
Negli anni Trenta, la personalità del Minotauro, nel quale l’artista si identifica, sostituisce progressivamente quella di Arlecchino, per finire di raccogliere le sue spoglie in un disegno simbolico: La Dépouille du Minotaure en costume d'Arlequin.
La traccia del mondo del circo resta presente lungo tutta la vita del maestro. Nelle ultime opere, lo spettacolo del circo assume una importanza particolare. Picasso non esita a lasciarsi fotografare in figura di clown, simbolo della sua personalità triste ed eroica. Magnifiche testimonianze di ciò si ritrovano nelle opere dei suoi amici fotografi David Douglas Duncan, André Villers e Edward Quinn.
Picasso e il circo
Martigny, Fondation Pierre Gianadda
9 marzo - 10 giugno 2007
Tutti i giorni ore 10-18
Info: 0041.27.7223978 (in Italia : 031.269393)
Sito internet: http://www.gianadda.ch/
Oltre alla mostra, con il biglietto di ingresso si possono visitare:
- La Collezione Franck,
- Il parco delle sculture
- Il Museo gallo-romano
- Il Museo dell’automobile
L’Arlecchino diventa l'alter ego dell'artista e vero eroe di quello che verrà definito periodo rosa. Negli anni del cubismo, la famiglia di Arlecchino ricompare in un insieme di oli. Nel 1915 Picasso fa una serie di ricerche che confluiscono nel dipinto Arlequin di proprietà del Museum of Modern Art de New York, che, secondo l’artista stesso, costituisce il momento più alto della sua interpretazione del personaggio. Questo esercizio si ripeterà per Parade, la sua prima e ambiziosa collaborazione teatrale.
A partire dal 1920 il tema di Pierrot e Arlecchino ritorna dando luogo alle due grandi versioni dei Trois musiciens, dove l’artista rappresenta di nuovo se stesso come Arlecchino. I cinque ritratti monumentali del pittore Jacint Salvadó, sempre rappresentato in abito da Arlecchino, sono un’altra prova dell’interesse di Picasso per la Commedia dell’arte.
Negli anni Trenta, la personalità del Minotauro, nel quale l’artista si identifica, sostituisce progressivamente quella di Arlecchino, per finire di raccogliere le sue spoglie in un disegno simbolico: La Dépouille du Minotaure en costume d'Arlequin.
La traccia del mondo del circo resta presente lungo tutta la vita del maestro. Nelle ultime opere, lo spettacolo del circo assume una importanza particolare. Picasso non esita a lasciarsi fotografare in figura di clown, simbolo della sua personalità triste ed eroica. Magnifiche testimonianze di ciò si ritrovano nelle opere dei suoi amici fotografi David Douglas Duncan, André Villers e Edward Quinn.
Picasso e il circo
Martigny, Fondation Pierre Gianadda
9 marzo - 10 giugno 2007
Tutti i giorni ore 10-18
Info: 0041.27.7223978 (in Italia : 031.269393)
Sito internet: http://www.gianadda.ch/
Oltre alla mostra, con il biglietto di ingresso si possono visitare:
- La Collezione Franck,
- Il parco delle sculture
- Il Museo gallo-romano
- Il Museo dell’automobile
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