Otello G. Pagano. A Rebours - Viaggio Spazio Temporale 2012-1814; 1814-2012

Otello G. Pagano. A Rebours - Viaggio Spazio Temporale 2012-1814; 1814-2012
Dal 20 Ottobre 2015 al 03 Novembre 2015
Bordighera | Imperia
Luogo: Chiesa Anglicana
Indirizzo: via Regina Vittoria 4
Orari: lun-ven 17,30-20,30; sab-dom 10-13 / 16,30-20
Enti promotori:
- Comune di Bordighera
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0184 272400
E-Mail info: elisa.eniti@gmail.com
Sarà inaugurata presso la Chiesa Anglicana di Bordighera il 20 ottobre 2015 alle ore 18,00 la mostra personale di Otello G. Pagano che vedrà l’esposizione dell’intero progetto “A Rebours - Viaggio Spazio Temporale 2012-1814;1814-2012” e circa 20 opere di cui 3 inediti.
Sarà inoltre proiettato il corto documentario, della regista Eleonora Soresini, realizzato per il progetto “A’ Rebours” che introdurrà lo spettatore nel Viaggio Spazio Temporale di Pagano.
Un artista del nostro tempo incontra un pittore del passato in una specie di viaggio spazio temporale che solo l'arte può consentire: così il torinese Otello G. Pagano si mette direttamente in comunicazione con il pittore francese Ingres.
Li unisce la visione del nudo femminile protagonista dell'opera di Ingres "L'odalisca adagiata" o "Grande odalisca", ora al Louvre, dipinta nel 1814: opera fondamentale non tanto per il neoclassicismo alla quale si ascrive, ma proprio per l'inizio dell'arte moderna, che rompe con il passato. Si tratta quindi di un quadro paradigmatico ed esemplare, che naturalmente fu ferocemente criticato dia contemporanei ed avversato, per le stesse ragioni per le quali lo apprezziamo oggi: la forma allungata della figura, le evidenti e volute deformazioni anatomiche, le zone di colore pressoché piatte, eppure ricchissime di sensibili accenni volumetrici, il trasferimento di un linguaggio "orientaleggiante" nella raffigurazione occidentale, che proprio rifiutando sottilmente il realismo apre la strada per perdersi nel linguaggio più specifico della pittura che è quello della forma, dei colori e del rimando alla storia dell'arte come un lungo dialogo, non sempre armonico tra artisti.
Ecco il concettuale Otello G. Pagano che da lungo tempo (35 anni) esercita la professione di pittore immedesimandosi nell'arte del passato, ma che è anche artista di sottili emozioni concettuali, individuando questa opera paradigmatica all'origine della rottura con tutto il passato inizia un dialogo che lo porta a muoversi " a ritroso", "controcorrente", per dirla con il titolo tradotto in italiano di un famoso romanzo di Joris Karl Huysmans, che, nel 1881, pubblicò "Á rebour", in piena stagione impressionista".
Otello G. Pagano inizia il suo viaggio riprendendo l'opera di Ingres, ovviamente con il proprio sguardo e linguaggio di uomo ed artista di oggi e inserendo la propria mano che dipinge per indicare che si tratta di un percorso non di una meta raggiunta, anche se nell'opera che chiude lo iato nel tempo, appunto "1814-2012 Viaggio Spazio Temporale J. A. D. Ingres nel mio studio" vediamo il collega ottocentesco di spalle che guarda la copia della sua famosa odalisca tra opere di Pagano.
Oltre alle due opere citate saranno esposti due oli significativi: "Deliziosi punti di vista” che è il ritmo del corpo femminile come lo sintetizza Pagano, nella sua seducente astrazione, ultima tappa del processo iniziato da Ingres, e gli strumenti del dipingere nella tela "Il senso dell'appartenenza".
L’intero progetto sarà documentato anche dallo schizzo che ha dato il via ad “A’ Rebours” e i tre bozzetti di studio e analisi delle opere poi realizzate. Intorno pennelli, colori e strumenti del pitturare di una curiosa collezione, che anche attraverso gli strumenti collega i due estremi temporali.
Emilio Radius ha definito Ingres "un musicista che si era fatto pittore", suonava come musicista anche in teatro ed il suo atelier si aprì a musicisti per serate d'armonia: Il ritratto del giovane Charles Gounod seduto al pianoforte immortalava uno di questi eventi. Mi sembra strano che non sia stata notata la musicalità nascosta nelle opere di Ingres, eppure una traccia egli l'ha lasciata che avrebbe permesso di decifrarla, in questo aforisma: "Se potessi farvi diventare tutti dei musicisti - diceva ai suoi allievi - , ci guadagnereste come pittori. Tutto è armonia in natura: una piccola cosa in più o in meno altera la gamma e determina una nota falsa. Bisogna arrivare a cantare con la matita o il pennello in modo intonato come con la voce. L'esattezza delle forme è come l'esattezza dei suoni":
Ecco Pagano, e questa esposizione lo dimostra, ha in sé questa capacità di cantare con la matita e con il pennello.
Sarà inoltre proiettato il corto documentario, della regista Eleonora Soresini, realizzato per il progetto “A’ Rebours” che introdurrà lo spettatore nel Viaggio Spazio Temporale di Pagano.
Un artista del nostro tempo incontra un pittore del passato in una specie di viaggio spazio temporale che solo l'arte può consentire: così il torinese Otello G. Pagano si mette direttamente in comunicazione con il pittore francese Ingres.
Li unisce la visione del nudo femminile protagonista dell'opera di Ingres "L'odalisca adagiata" o "Grande odalisca", ora al Louvre, dipinta nel 1814: opera fondamentale non tanto per il neoclassicismo alla quale si ascrive, ma proprio per l'inizio dell'arte moderna, che rompe con il passato. Si tratta quindi di un quadro paradigmatico ed esemplare, che naturalmente fu ferocemente criticato dia contemporanei ed avversato, per le stesse ragioni per le quali lo apprezziamo oggi: la forma allungata della figura, le evidenti e volute deformazioni anatomiche, le zone di colore pressoché piatte, eppure ricchissime di sensibili accenni volumetrici, il trasferimento di un linguaggio "orientaleggiante" nella raffigurazione occidentale, che proprio rifiutando sottilmente il realismo apre la strada per perdersi nel linguaggio più specifico della pittura che è quello della forma, dei colori e del rimando alla storia dell'arte come un lungo dialogo, non sempre armonico tra artisti.
Ecco il concettuale Otello G. Pagano che da lungo tempo (35 anni) esercita la professione di pittore immedesimandosi nell'arte del passato, ma che è anche artista di sottili emozioni concettuali, individuando questa opera paradigmatica all'origine della rottura con tutto il passato inizia un dialogo che lo porta a muoversi " a ritroso", "controcorrente", per dirla con il titolo tradotto in italiano di un famoso romanzo di Joris Karl Huysmans, che, nel 1881, pubblicò "Á rebour", in piena stagione impressionista".
Otello G. Pagano inizia il suo viaggio riprendendo l'opera di Ingres, ovviamente con il proprio sguardo e linguaggio di uomo ed artista di oggi e inserendo la propria mano che dipinge per indicare che si tratta di un percorso non di una meta raggiunta, anche se nell'opera che chiude lo iato nel tempo, appunto "1814-2012 Viaggio Spazio Temporale J. A. D. Ingres nel mio studio" vediamo il collega ottocentesco di spalle che guarda la copia della sua famosa odalisca tra opere di Pagano.
Oltre alle due opere citate saranno esposti due oli significativi: "Deliziosi punti di vista” che è il ritmo del corpo femminile come lo sintetizza Pagano, nella sua seducente astrazione, ultima tappa del processo iniziato da Ingres, e gli strumenti del dipingere nella tela "Il senso dell'appartenenza".
L’intero progetto sarà documentato anche dallo schizzo che ha dato il via ad “A’ Rebours” e i tre bozzetti di studio e analisi delle opere poi realizzate. Intorno pennelli, colori e strumenti del pitturare di una curiosa collezione, che anche attraverso gli strumenti collega i due estremi temporali.
Emilio Radius ha definito Ingres "un musicista che si era fatto pittore", suonava come musicista anche in teatro ed il suo atelier si aprì a musicisti per serate d'armonia: Il ritratto del giovane Charles Gounod seduto al pianoforte immortalava uno di questi eventi. Mi sembra strano che non sia stata notata la musicalità nascosta nelle opere di Ingres, eppure una traccia egli l'ha lasciata che avrebbe permesso di decifrarla, in questo aforisma: "Se potessi farvi diventare tutti dei musicisti - diceva ai suoi allievi - , ci guadagnereste come pittori. Tutto è armonia in natura: una piccola cosa in più o in meno altera la gamma e determina una nota falsa. Bisogna arrivare a cantare con la matita o il pennello in modo intonato come con la voce. L'esattezza delle forme è come l'esattezza dei suoni":
Ecco Pagano, e questa esposizione lo dimostra, ha in sé questa capacità di cantare con la matita e con il pennello.
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