Carmela De Falco. Memomirabilia
Dal 19 Giugno 2024 al 30 Settembre 2024
Napoli
Luogo: Museo Civico Gaetano Filangieri
Indirizzo: Via Duomo 288
Orari: da lunedì a domenica, dalle 9.30 alle 19.00 (la biglietteria chiude alle 18.30)
Curatori: Gianluca Riccio e Alessandra Troncone
Costo del biglietto: 5 euro intero, 4 euro ridotto
Telefono per informazioni: +39 081 203 175
E-Mail info: info@museofilangieri.it
Sito ufficiale: http://www.filangierimuseo.it
Da giovedì 20 giugno a lunedì 30 settembre 2024, il Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli ospita la mostra MEMOMIRABILIA di Carmela De Falco (Avellino, 1994) a cura di Gianluca Riccio e Alessandra Troncone, un’indagine sulla relazione tra ordinario e straordinario a partire dalla perdita della meraviglia nella società contemporanea.
La mostra, realizzata con il sostegno del Ministero della cultura e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, in collaborazione con il Museo Civico Gaetano Filangieri e l’Accademia di Belle Arti di Napoli è promossa dall’Associazione Il Rosaio – Arte e Cultura Contemporanea, e gode del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Attraverso una serie di sculture e un’installazione sonora, appositamente create per questa occasione, MEMOMIRABILIAaffronta la questione della memoria collettiva e della relazione con l’altro a partire dall’antica tradizione dei Mirabilia e della Wunderkammer. Prendendo spunto dall’idea di “camera delle meraviglie” – quale spazio deputato alla conservazione e all’esibizione di ciò che in epoca rinascimentale si riteneva potesse suscitare stupore sulla base della propria originalità, unicità ed eccezionalità – l’artista intende dare vita a una Wunderkammer contemporanea in cui oggetti di uso comune e suoni elementari sono ripensati come depositi di una stratificazione di memorie disperse e interpretati come dispositivi relazionali.
Concepito in stretta relazione con lo spazio fisico e culturale del Museo Civico Gaetano Filangieri, il nucleo centrale di MEMOMIRABILIA è composto da un insieme di sculture create a partire da oggetti comuni – un manichino, un paio di scarpe, una cintura, un orologio da polso, una cannuccia, una coppia di piccoli uccelli, due maniglie e altri ancora – scelti dall’artista tra i materiali di diversa provenienza accumulati nei negozi di rigattieri e attinti direttamente nel vissuto della città e nelle tracce materiali dei suoi abitanti. Attraverso un processo di rielaborazione estetica e semantica, gli oggetti – alterati nelle dimensioni e riconfigurati plasticamente – approdano negli spazi del museo in forma di sculture preziose, caratterizzate da un’ambiguità estetico-funzionale.
Fanno parte di questa serie di lavori: Camicie identiche, due camicie della stessa taglia e colore, ricoperte di resina e così unite indissolubilmente tra loro, sovrapposte ma leggermente slittate in modo che i contorni non combacino, intendono suggerire un’alterità rispetto al proprio stesso corpo. Presenza e assenza convivono nella stessa forma. Aperto e chiuso, composta da due maniglie, una in posizione di apertura ed una di chiusura, creano una coesistenza linguisticamente impossibile, un disallineamento spaziale e quindi un paradosso. L’opera installata su una parete vuota lascia immaginare una porta, una dimensione altra in cui si sta per entrare. La scultura è stata realizzata a partire dal calco di una maniglia reale, poi fusa in alluminio presso la Fonderia Nolana Del Giudice. Persona che cammina, invece si riferisce al soprannome “il palazzo che cammina” dato al Museo Filangieri, la cui facciata venne slittata di venti metri nel XIX secolo. Un paio di scarpe da uomo, installate nelle vicinanze della scala che collega i due piani del museo, sembra attraversare il muro, alludendo a una presenza in grado di andare oltre le leggi della fisica o anche a una figura incastrata nella parete.
Il corpus di opere realizzate seguendo tale processo di selezione, trasformazione e ri-semantizzazione, a confronto con i reperti che punteggiano il gabinetto di curiosità creato dal principe di Satriano Gaetano Filangieri, finisce con il dar corpo a un’intensa riflessione sull’idea di collezione, sul concetto di ‘altro’ in ambito estetico e culturale, e alla definizione di una nuova esperienza di stupore e di meraviglia fuori da ogni idea di esoticità.
Completa il percorso espositivo un’installazione sonora formata da due tracce audio che corrispondono alle voci di due cantanti professioniste dirette dall’artista che, partendo l’una dalle vocalizzazioni dell’altra, si riconoscono come in un gioco di specchi, imitandosi e inseguendosi.
La mostra prevede infine un intervento di Carmela De Falco sulla collezione del Museo che torna a riflettere sul rapporto tra individualità e alterità, disegnando un nuovo destino possibile per alcuni oggetti che compongono la sua selezione di porcellane.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Luca Manzo, Gianluca Riccio e Alessandra Troncone.
Si ringrazia per il supporto la Fonderia Nolana Del Giudice.
Carmela De Falco (Avellino, 1994) vive e lavora a Napoli. Dopo essersi formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, frequenta l’ENSA – Dijon (2016) e l’Akademie der Bildenden Künste München (2017). Nel 2021 vince una borsa post laurea e trascorre un periodo a Parigi all’EnsAD – École nationale supérieure des Arts Décoratifs. Le sue mostre personali includono: Fino a dove il mio corpo riesce ad arrivare, Negozio, Portici (2023); Abitare il tempo, Latte project, Faenza (2022); Contenere il tempo, Exit Strategy, progetto speciale per ArtDays Campania, Napoli (2022); It’s funny to play alone, LO.FT, Lecce (2020).
Tra le recenti mostre collettive: GOAL, Fondazione Morra Greco, Napoli (2023); La potenza del pensiero, Residenza delle Arti, Berna (2023); Worksite, Quartiere Latino, Napoli (2023); Premio Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (2021); There is no time to enjoy the Sun, Fondazione Morra Greco, Napoli (2021); Exit Strategy, Cinema Plaza, Napoli (2021); In sei atti, Casa Morra, Napoli (2019);Fleeting, Akademie der Bildenden Künste München (2018); 68° Premio G.B. Salvi, Sassoferrato (2018).
Nel 2019 prende parte alla residenza artistica Sapere i Luoghi tra la Fondazione Lac o Le Mon e Casa Morra, ideata da Cesare Pietroiusti. Nel 2023 è in residenza presso Hangar-Lisbona, finanziato dal Goethe Institut e Culture Moves Europe, e alla Fondation Fiminco a Parigi nell’ambito del progetto Nuovo Grand Tour della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, tra cui la Fondazione Morra Greco (Napoli); Quartiere Latino-condominio museo (Napoli); la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento (Ferrara).
Nella sua pratica artistica De Falco utilizza l'installazione ambientale, la scultura, il video, la performance e il suono per indagare la realtà, spesso assunta nei suoi elementi banali e nei suoi aspetti quotidiani, e per farne emergere i lati nascosti attraverso la trasformazione simbolica e funzionale di oggetti e comportamenti ordinari. Partendo dall'osservazione di elementi abitualmente considerati effimeri e della possibilità che essi possiedono di modificare la percezione del reale, l’artista lavora sulla relazione che l'individuo e la comunità intrattengono con gli spazi che abitano ed attraversano, da quelli concreti - come le architetture domestiche e urbane - a quelli mentali, come gli spazi creati dall'incontro del sé con l’altro da sé. Da tali relazioni nelle opere di De Falco emerge una riflessione sulle potenzialità e sui limiti del linguaggio, sull’ uso dello spazio e del tempo che caratterizzano la nostra società e sul loro rapporto con l'immagine, l'immaginario e la memoria, da un punto di vista individuale e collettivo.
Inaugurazione: mercoledì 19 giugno 2024, ore 18.00
La mostra, realizzata con il sostegno del Ministero della cultura e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, in collaborazione con il Museo Civico Gaetano Filangieri e l’Accademia di Belle Arti di Napoli è promossa dall’Associazione Il Rosaio – Arte e Cultura Contemporanea, e gode del Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Attraverso una serie di sculture e un’installazione sonora, appositamente create per questa occasione, MEMOMIRABILIAaffronta la questione della memoria collettiva e della relazione con l’altro a partire dall’antica tradizione dei Mirabilia e della Wunderkammer. Prendendo spunto dall’idea di “camera delle meraviglie” – quale spazio deputato alla conservazione e all’esibizione di ciò che in epoca rinascimentale si riteneva potesse suscitare stupore sulla base della propria originalità, unicità ed eccezionalità – l’artista intende dare vita a una Wunderkammer contemporanea in cui oggetti di uso comune e suoni elementari sono ripensati come depositi di una stratificazione di memorie disperse e interpretati come dispositivi relazionali.
Concepito in stretta relazione con lo spazio fisico e culturale del Museo Civico Gaetano Filangieri, il nucleo centrale di MEMOMIRABILIA è composto da un insieme di sculture create a partire da oggetti comuni – un manichino, un paio di scarpe, una cintura, un orologio da polso, una cannuccia, una coppia di piccoli uccelli, due maniglie e altri ancora – scelti dall’artista tra i materiali di diversa provenienza accumulati nei negozi di rigattieri e attinti direttamente nel vissuto della città e nelle tracce materiali dei suoi abitanti. Attraverso un processo di rielaborazione estetica e semantica, gli oggetti – alterati nelle dimensioni e riconfigurati plasticamente – approdano negli spazi del museo in forma di sculture preziose, caratterizzate da un’ambiguità estetico-funzionale.
Fanno parte di questa serie di lavori: Camicie identiche, due camicie della stessa taglia e colore, ricoperte di resina e così unite indissolubilmente tra loro, sovrapposte ma leggermente slittate in modo che i contorni non combacino, intendono suggerire un’alterità rispetto al proprio stesso corpo. Presenza e assenza convivono nella stessa forma. Aperto e chiuso, composta da due maniglie, una in posizione di apertura ed una di chiusura, creano una coesistenza linguisticamente impossibile, un disallineamento spaziale e quindi un paradosso. L’opera installata su una parete vuota lascia immaginare una porta, una dimensione altra in cui si sta per entrare. La scultura è stata realizzata a partire dal calco di una maniglia reale, poi fusa in alluminio presso la Fonderia Nolana Del Giudice. Persona che cammina, invece si riferisce al soprannome “il palazzo che cammina” dato al Museo Filangieri, la cui facciata venne slittata di venti metri nel XIX secolo. Un paio di scarpe da uomo, installate nelle vicinanze della scala che collega i due piani del museo, sembra attraversare il muro, alludendo a una presenza in grado di andare oltre le leggi della fisica o anche a una figura incastrata nella parete.
Il corpus di opere realizzate seguendo tale processo di selezione, trasformazione e ri-semantizzazione, a confronto con i reperti che punteggiano il gabinetto di curiosità creato dal principe di Satriano Gaetano Filangieri, finisce con il dar corpo a un’intensa riflessione sull’idea di collezione, sul concetto di ‘altro’ in ambito estetico e culturale, e alla definizione di una nuova esperienza di stupore e di meraviglia fuori da ogni idea di esoticità.
Completa il percorso espositivo un’installazione sonora formata da due tracce audio che corrispondono alle voci di due cantanti professioniste dirette dall’artista che, partendo l’una dalle vocalizzazioni dell’altra, si riconoscono come in un gioco di specchi, imitandosi e inseguendosi.
La mostra prevede infine un intervento di Carmela De Falco sulla collezione del Museo che torna a riflettere sul rapporto tra individualità e alterità, disegnando un nuovo destino possibile per alcuni oggetti che compongono la sua selezione di porcellane.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Luca Manzo, Gianluca Riccio e Alessandra Troncone.
Si ringrazia per il supporto la Fonderia Nolana Del Giudice.
Carmela De Falco (Avellino, 1994) vive e lavora a Napoli. Dopo essersi formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, frequenta l’ENSA – Dijon (2016) e l’Akademie der Bildenden Künste München (2017). Nel 2021 vince una borsa post laurea e trascorre un periodo a Parigi all’EnsAD – École nationale supérieure des Arts Décoratifs. Le sue mostre personali includono: Fino a dove il mio corpo riesce ad arrivare, Negozio, Portici (2023); Abitare il tempo, Latte project, Faenza (2022); Contenere il tempo, Exit Strategy, progetto speciale per ArtDays Campania, Napoli (2022); It’s funny to play alone, LO.FT, Lecce (2020).
Tra le recenti mostre collettive: GOAL, Fondazione Morra Greco, Napoli (2023); La potenza del pensiero, Residenza delle Arti, Berna (2023); Worksite, Quartiere Latino, Napoli (2023); Premio Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (2021); There is no time to enjoy the Sun, Fondazione Morra Greco, Napoli (2021); Exit Strategy, Cinema Plaza, Napoli (2021); In sei atti, Casa Morra, Napoli (2019);Fleeting, Akademie der Bildenden Künste München (2018); 68° Premio G.B. Salvi, Sassoferrato (2018).
Nel 2019 prende parte alla residenza artistica Sapere i Luoghi tra la Fondazione Lac o Le Mon e Casa Morra, ideata da Cesare Pietroiusti. Nel 2023 è in residenza presso Hangar-Lisbona, finanziato dal Goethe Institut e Culture Moves Europe, e alla Fondation Fiminco a Parigi nell’ambito del progetto Nuovo Grand Tour della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, tra cui la Fondazione Morra Greco (Napoli); Quartiere Latino-condominio museo (Napoli); la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento (Ferrara).
Nella sua pratica artistica De Falco utilizza l'installazione ambientale, la scultura, il video, la performance e il suono per indagare la realtà, spesso assunta nei suoi elementi banali e nei suoi aspetti quotidiani, e per farne emergere i lati nascosti attraverso la trasformazione simbolica e funzionale di oggetti e comportamenti ordinari. Partendo dall'osservazione di elementi abitualmente considerati effimeri e della possibilità che essi possiedono di modificare la percezione del reale, l’artista lavora sulla relazione che l'individuo e la comunità intrattengono con gli spazi che abitano ed attraversano, da quelli concreti - come le architetture domestiche e urbane - a quelli mentali, come gli spazi creati dall'incontro del sé con l’altro da sé. Da tali relazioni nelle opere di De Falco emerge una riflessione sulle potenzialità e sui limiti del linguaggio, sull’ uso dello spazio e del tempo che caratterizzano la nostra società e sul loro rapporto con l'immagine, l'immaginario e la memoria, da un punto di vista individuale e collettivo.
Inaugurazione: mercoledì 19 giugno 2024, ore 18.00
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