Arte e fotografia animano l’autunno di Reggio Emilia
Viaggio nell'inquietudine. I grandi del Novecento si incontrano a Palazzo Magnani
Anselm Kiefer, Ich halte alle Indien in meiner Hand (Ho in mano tutta l'India), 1995. Tecnica mista su tela, 240 x 318 x 4,5 cm. Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto © Archivio Fotografico e Mediateca Mart
Francesca Grego
12/07/2022
Reggio Emilia - Creare a volte è una risposta all’inquietudine: tra i primi ad avvertire le urgenze del proprio tempo, dall’Ottocento in poi gli artisti si sono fatti testimoni di turbamenti collettivi e individuali. Lo scopriremo il prossimo autunno a Reggio Emilia, in una grande mostra che vedrà dialogare celebri protagonisti del XX secolo come Paul Klee, Alberto Giacometti, Keith Haring, Anselm Kiefer. In programma dal 18 novembre 2022 al 12 marzo 2023, L’arte inquieta. L’urgenza della creazione. Paesaggi interiori, mappe, volti abiterà le sale recentemente ristrutturate di Palazzo Magnani e rappresenterà il momento culminante di Identità inquieta, un progetto corale dedicato ai più fragili (famiglie e minori in difficoltà, anziani, migranti, giovani sinti, persone con disabilità e disagi psichici) che sfocia in un nutrito calendario di spettacoli, mostre e performance sul tema.
Antonio Ligabue, Autoritratto con torre, 1948. Olio su faesite, 52 x 36 cm. Collezione privata
A Palazzo Magnani i maestri del Moderno si confronteranno con i grandi nomi del contemporaneo sul terreno di uno stato d’animo comune, in un’indagine che, partendo dalla bruciante necessità espressiva di ogni artista, indagherà lo sguardo dell’arte sulla storia, sui desideri e sulla realtà del mondo. Tra le 140 opere in mostra, accanto agli autori già citati troveremo Max Ernst e i surrealisti, il grande “escluso” Antonio Ligabue, la visionaria Art Brut di Jean Dubuffet, ma anche Emil Nolde, Yves Tanguy, Carla Accardi, Alighiero Boetti, Zoran Mušič, Maria Lai, in una conversazione per immagini oltre le classificazioni consuete che coinvolgerà anche le opere mai esposte provenienti dalle collezioni del Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia.
Arnulf Rainer, Splitter, 1971. Pastello e olio su fotografia, 60,5 x 50,5 cm. Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto © Archivio Fotografico e Mediateca Mart
La mostra a Palazzo Magnani non è l’unica novità annunciata per l’autunno nel capoluogo emiliano. Dopo il successo del festival Fotografia Europea, che ha da poco chiuso i battenti con 55 mila presenze all’attivo, la città si prepara a celebrare ancora i maestri dell’obiettivo. Dal 14 ottobre Italia in-attesa. 12 racconti fotografici porterà negli scenari rinascimentali di Palazzo Mosto gli sguardi di altrettanti fotografi italiani di rilievo internazionale. Al centro del progetto, i paesaggi urbani ed extra-urbani del Belpaese, che durante la pandemia abbiamo visto per la prima volta privi di presenze umane. Il fascino del Colosseo rimane lo stesso senza i visitatori? Quali sensazioni restituiscono città turistiche come Rimini e Venezia quando sono completamente deserte? A due anni di distanza, come possiamo rileggere quelle immagini?
Silvia Camporesi, Spiaggia libera, Cesenatico, 2020 I Courtesy Fondazione Palazzo Magnani
Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge proveranno a rispondere a queste domande, sviluppando, ciascuno con il proprio stile e la propria sensibilità, un’analisi visiva dell'impatto umano sul paesaggio, sulle relazioni tra cultura e natura, architettura e ambiente in luoghi iconici o poco noti della penisola. In più, durante il periodo di apertura della mostra, sarà possibile approfondire l’argomento in incontri e seminari che vedranno gli autori dialogare con urbanisti e architetti.
Keith Haring, Untitled, 11/06/1984. Acrilico su tela, 100 x 100 cm. Collezione privata
Antonio Ligabue, Autoritratto con torre, 1948. Olio su faesite, 52 x 36 cm. Collezione privata
A Palazzo Magnani i maestri del Moderno si confronteranno con i grandi nomi del contemporaneo sul terreno di uno stato d’animo comune, in un’indagine che, partendo dalla bruciante necessità espressiva di ogni artista, indagherà lo sguardo dell’arte sulla storia, sui desideri e sulla realtà del mondo. Tra le 140 opere in mostra, accanto agli autori già citati troveremo Max Ernst e i surrealisti, il grande “escluso” Antonio Ligabue, la visionaria Art Brut di Jean Dubuffet, ma anche Emil Nolde, Yves Tanguy, Carla Accardi, Alighiero Boetti, Zoran Mušič, Maria Lai, in una conversazione per immagini oltre le classificazioni consuete che coinvolgerà anche le opere mai esposte provenienti dalle collezioni del Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia.
Arnulf Rainer, Splitter, 1971. Pastello e olio su fotografia, 60,5 x 50,5 cm. Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto © Archivio Fotografico e Mediateca Mart
La mostra a Palazzo Magnani non è l’unica novità annunciata per l’autunno nel capoluogo emiliano. Dopo il successo del festival Fotografia Europea, che ha da poco chiuso i battenti con 55 mila presenze all’attivo, la città si prepara a celebrare ancora i maestri dell’obiettivo. Dal 14 ottobre Italia in-attesa. 12 racconti fotografici porterà negli scenari rinascimentali di Palazzo Mosto gli sguardi di altrettanti fotografi italiani di rilievo internazionale. Al centro del progetto, i paesaggi urbani ed extra-urbani del Belpaese, che durante la pandemia abbiamo visto per la prima volta privi di presenze umane. Il fascino del Colosseo rimane lo stesso senza i visitatori? Quali sensazioni restituiscono città turistiche come Rimini e Venezia quando sono completamente deserte? A due anni di distanza, come possiamo rileggere quelle immagini?
Silvia Camporesi, Spiaggia libera, Cesenatico, 2020 I Courtesy Fondazione Palazzo Magnani
Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge proveranno a rispondere a queste domande, sviluppando, ciascuno con il proprio stile e la propria sensibilità, un’analisi visiva dell'impatto umano sul paesaggio, sulle relazioni tra cultura e natura, architettura e ambiente in luoghi iconici o poco noti della penisola. In più, durante il periodo di apertura della mostra, sarà possibile approfondire l’argomento in incontri e seminari che vedranno gli autori dialogare con urbanisti e architetti.
Keith Haring, Untitled, 11/06/1984. Acrilico su tela, 100 x 100 cm. Collezione privata
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