Le mostre in attesa del grande appuntamento di CAMERA nel 2026

Da Santiago del Cile a Torino, la fotografia di Letizia Battaglia in quattro appuntamenti

Quartiere Cala. La bambina con il pallone. Palermo, 1980 © Archivio Letizia Battaglia
 

Samantha De Martin

17/12/2024

Mondo - Letizia Battaglia nel 2026 di CAMERA
Il più atteso è l’appuntamento che, tra poco più di un anno, nel 2026, attraverso 200 stampe tra vintage e modern prints, racconterà l’avvincente carriera della fotoreporter di Palermo che ritrasse il mondo con una passione travolgente e diretta, rivelandone tutti gli aspetti, da quelli più drammatici ai più poetici.
Grazie alla partnership tra CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino e Jeu de Paume nella produzione della mostra Letizia Battaglia, curata da Walter Guadagnini e inaugurata con grande nella sede di Tours (Francia), dove rimarrà aperta al pubblico fino al 18 maggio 2025, l’esposizione approderà a Torino negli spazi di CAMERA.
Accadrà nel 2026 dopo la presentazione ad Arles in occasione di Les Rencontres d’Arles (7 luglio – 5 ottobre 2025). Il progetto – coprodotto dal Centro Italiano per la Fotografia di Torino e dallo Jeu de Paume di Parigi in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia di Palermo – racconterà il percorso straordinario della fotografa, dagli esordi a Milano negli anni Settanta fino alla morte, avvenuta nel 2022 a Palermo.
“Siamo felici di collaborare con una realtà prestigiosa come Jeu de Paume per promuovere la fotografia italiana a livello internazionale – commenta Walter Guadagnini, curatore della mostra e direttore di CAMERA –. Un'iniziativa importante che, dall'estero, nel 2026 porterà l'opera di Letizia Battaglia di nuovo in Italia, con una mostra a CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino: un'ulteriore occasione per celebrare una grande protagonista della nostra fotografia.”


Letizia Battaglia, Graziella. Via Pindemonte, Ospedale Psichiatrico, Palermo, 1983 © Archivio Letizia Battaglia

A Santiago del Cile Letizia Battaglia. Crónica, vida, amor
Le immagini intense di Battaglia, testimone appassionata che racconta con uno stile inconfondibile, il lato più oscuro della sua terra, ma anche l’umanità candida riflessa nei volti, nei luoghi nascosti, nei gesti della vita quotidiana di Palermo, conquistano anche il Cile. Ci sarà tempo fino al 26 gennaio per visitare, al Museo di Arte Contemporanea di Santiago, la mostra Letizia Battaglia. Crónica, vida, amor, un percorso a cura di Marco Meneguzzo e organizzato con la collaborazione dell’Archivio Letizia Battaglia, proprietario delle fotografie esposte.
Dopo Caracas, Córdoba e Buenos Aires la mostra approda a Santiago del Cile organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Santiago e dal Museo d’Arte Contemporanea MAC, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Cile e l’Associazione Italiana di Cultura, come penultima tappa di un lungo tour in America Latina. A Santiago ottantotto fotografie ripercorrono, dagli inizi fino ai giorni nostri, la straordinaria carriera di una delle fotoreporter più coraggiose del suo tempo. Il percorso ha inizio in Sicilia dove la fotografa dovette, fin dai suoi esordi, a metà degli anni Settanta, fare da testimone alle guerre di mafia, unica donna a esercitare la professione di fotoreporter documentando con crudo realismo l’orrore e la quotidianità della morte.
Non mancano i riferimenti alla sua attività da giornalista, svolta alla fine degli anni Sessanta per il quotidiano L’Ora di Palermo, diventando una delle prime donne fotoreporter in Italia. Ed ecco le bambine e i bambini siciliani che vivevano nella miseria e nella povertà, immortalati con una sensibilità che valse a Battaglia, prima donna europea a riceverlo, il premio W. Eugene Smith di fotografia sociale, conferito a New York nel 1985.
Nominata al Premio Nobel per la Pace da Peace Women Across the Globe, è stata l’unica italiana inclusa dal New York Times tra le undici donne più rappresentative del 2017.


Letizia Battaglia. Senza Fine, Allestimento all'Arena dello Stretto di Reggio Calabria. Foto: © Samantha De Martin

A Reggio Calabria Letizia Battaglia in 50 scatti
Un suggestivo allestimento che ricorda un’orchestra, nell’abbraccio dell’Arena dello Stretto di Reggio Calabria che guarda al mare, è uno dei punti di forza della mostra Letizia Battaglia. Senza fine, in corso fino al 2 febbraio. Il primo grande omaggio calabrese alla fotografa siciliana è accolto in uno spazio pubblico aperto dove l’impegno di frontiera di Battaglia racconta un meridione senza filtri, attraverso 50 scatti che ripercorrono i cinquant’anni (dal 1971 al 2020) del suo lavoro e del nostro Paese.
Realizzata dal Ministero della Cultura – Segretariato Regionale per la Calabria e da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, l’esposizione ci guida tra i vicoli di Palermo, nei rioni, tra i palazzi dell’aristocrazia attraverso immagini poetiche e drammatiche che descrivono la realtà sociale con estremo rispetto. I bambini e le bambine sono protagonisti non solo in Sicilia. Battaglia insegue il loro sogno, cattura i loro sguardi, invitando il pubblico a fare lo stesso. Non mancano i nudi di donna, tra gli ultimi progetti realizzati da Battaglia nell’estate del 2022, prima della sua scomparsa. Tra queste immagini d’amore spicca Olimpia a Mondello, che chiude la mostra.

Battaglia nell’Area megalitica di Aosta
Risalendo lo stivale ritroviamo Letizia Battaglia da Aosta. Fino al 23 marzo l’area megalitica è la cornice della mostra fotografica Letizia Battaglia - Senza Fine, organizzata da Electa in collaborazione con l'Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, a cura di Paolo Falcone. Settanta fotografie di grande formato ci guidano nella costellazione di opere di Battaglia, a tu per tu con le principali tematiche della sua carriera. Superando le cronologie, il percorso restituisce ai visitatori un’opera polifonica realizzata in quasi cinque decenni. Senza Fine è un omaggio anche all’architetto Lina Bo Bardi e all’allestimento realizzato nel 1968 per la collezione d’arte del MASP-Museu de arte de São Paulo in Brasile, dove sospende le opere con cavalletti di cristallo. Per l'Area Megalitica di Aosta i cristalli diventano una foresta sospesa, con fotografie bifacciali di grande formato che danno vita a un' installazione aperta delle opere fotografiche.
Gli spazi di questo affascinante scrigno di testimonianze archeologiche che, dalla tarda epoca neolitica a oggi, restituiscono alla città un patrimonio di oltre 6000 anni di storia, presentano anche un universo di fotografie realizzate da Battaglia fuori dalla sua terra, attraverso un viaggio che intreccia, in un unico percorso, fotografia, cronaca e vita privata.