A Firenze dal 28 maggio al 28 agosto
Da Andy Warhol a Kara Walker, 40 anni di arte americana in mostra a Palazzo Strozzi
American Art 1961-2001. Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Francesca Grego
26/05/2021
Firenze - Nel 1961 John Fitzgerald Kennedy fa il suo ingresso alla Casa Bianca. L’11 dicembre gli elicotteri statunitensi raggiungono Saigon: è l’inizio della guerra del Vietnam: dopo, il mondo non sarà più lo stesso. Quarant’anni più tardi gli Stati Uniti subiranno il più drammatico attacco sul proprio territorio dopo Pearl Harbour: l’11 settembre del 2001 resterà impresso nella memoria collettiva come uno spartiacque nella storia occidentale. In mezzo, una catena di trionfi, fallimenti, conquiste, contraddizioni. E di grande arte, in un’epoca di sperimentazioni senza precedenti che fa della scena americana un punto di riferimento a livello globale.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Dal 28 maggio al 29 agosto questa incredibile avventura va in scena a Palazzo Strozzi attraverso più di 80 opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, il secondo museo d’arte contemporanea degli Stati Uniti. Pittura, fotografia, video, scultura, installazioni diventano le lenti in cui rileggere 40 anni di storia e le innumerevoli sfumature di una società complessa e stratificata come quella americana. A cura di Vincenzo De Bellis, Curator and Associate Director of Programs, Visual Arts, del Walker Art Center, e del direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino, American Art 1961-2001 attraversa il lavoro di 50 artisti toccando i nodi caldi, le idee e le innovazioni che hanno inciso più profondamente sullo sviluppo dell’arte mondiale, ma anche temi come l’ascesa della società dei consumi, la contaminazione tra le arti, il femminismo e le lotte per i diritti civili, questioni sociali, di razza e di genere che oggi sono tornate a essere di scottante attualità.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Nelle nove sezioni del percorso spiccano alcuni grandi protagonisti di questi anni, davvero tanti a dire il vero, a riprova della centralità dell’arte americana nel panorama contemporaneo globale. Da Andy Warhol, presente con ben 12 opere tra le quali spicca la celebre Sixteen Jackies, realizzata all’indomani della morte di JFK, al padre della danza contemporanea Merce Cunningham, con le grandi installazioni nate dall’incontro con Robert Rauschenberg e Jasper Johns, per andare avanti negli anni Sessanta con le sperimentazioni di Donald Judd, Bruce Nauman, John Baldessari. Procedendo per temi sulla linea del tempo, incontriamo le riflessioni sulla soggettività femminile di Cindy Sherman, le appropriazioni dal mondo della pubblicità di Richard Prince e Barbara Kruger, la denuncia dello stigma dell’AIDS di Felix Gonzalez-Torres. Le inquietanti narrazioni posthuman di Matthew Barney si concretizzano nella controversa installazione Cremaster 2, per la prima volta in Italia, dedicata a un assassino che richiese per sé stesso la pena di morte.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Una speciale attenzione è dedicata agli scenari più recenti, con una carrellata di personalità salite alla ribalta negli anni Novanta e Duemila: figure di riferimento per la comunità afroamericana come Kerry James Marshall e Glenn Ligon, ma anche artisti che hanno indagato in modo totalmente originale l’identità americana, da Paul McCarthy a Jimmie Durham, da Mike Kelley a Kara Walker, in mostra con un’ampia selezione di disegni e video che testimonia la sua ricerca sui temi della discriminazione razziale all’incrocio tra storia e satira sociale.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
“Gli Stati Uniti d’America rappresentano un complesso meltin’ pot di culture, tradizioni e identità diverse: uno dei prototipi storici della democrazia contemporanea che, oggi più che mai, racchiude in sé profonde contraddizioni sociali, razziali, di genere”, ha detto il curatore Vincenzo de Bellis durante la presentazione a Palazzo Strozzi. “L’arte ci permette di raccontare le stratificazioni di una società tanto complessa. Ed è questo che si prefigge di fare la mostra American Art 1961-2001, concepita come un racconto composto di molteplici espressioni artistiche degli USA. Questa narrazione si avvale delle straordinarie opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, che accoglie una delle più singolari e importanti collezioni museali degli Stati Uniti e del mondo. La ricchezza e la diversità delle sue opere provano che una sola storia dell’America e della sua arte
non esiste; ci sono, piuttosto, innumerevoli storie e figure che schiudono ulteriori nuovi racconti e possibilità”.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Leggi anche:
• American Art: intervista ad Arturo Galansino
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Dal 28 maggio al 29 agosto questa incredibile avventura va in scena a Palazzo Strozzi attraverso più di 80 opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, il secondo museo d’arte contemporanea degli Stati Uniti. Pittura, fotografia, video, scultura, installazioni diventano le lenti in cui rileggere 40 anni di storia e le innumerevoli sfumature di una società complessa e stratificata come quella americana. A cura di Vincenzo De Bellis, Curator and Associate Director of Programs, Visual Arts, del Walker Art Center, e del direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino, American Art 1961-2001 attraversa il lavoro di 50 artisti toccando i nodi caldi, le idee e le innovazioni che hanno inciso più profondamente sullo sviluppo dell’arte mondiale, ma anche temi come l’ascesa della società dei consumi, la contaminazione tra le arti, il femminismo e le lotte per i diritti civili, questioni sociali, di razza e di genere che oggi sono tornate a essere di scottante attualità.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Nelle nove sezioni del percorso spiccano alcuni grandi protagonisti di questi anni, davvero tanti a dire il vero, a riprova della centralità dell’arte americana nel panorama contemporaneo globale. Da Andy Warhol, presente con ben 12 opere tra le quali spicca la celebre Sixteen Jackies, realizzata all’indomani della morte di JFK, al padre della danza contemporanea Merce Cunningham, con le grandi installazioni nate dall’incontro con Robert Rauschenberg e Jasper Johns, per andare avanti negli anni Sessanta con le sperimentazioni di Donald Judd, Bruce Nauman, John Baldessari. Procedendo per temi sulla linea del tempo, incontriamo le riflessioni sulla soggettività femminile di Cindy Sherman, le appropriazioni dal mondo della pubblicità di Richard Prince e Barbara Kruger, la denuncia dello stigma dell’AIDS di Felix Gonzalez-Torres. Le inquietanti narrazioni posthuman di Matthew Barney si concretizzano nella controversa installazione Cremaster 2, per la prima volta in Italia, dedicata a un assassino che richiese per sé stesso la pena di morte.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Una speciale attenzione è dedicata agli scenari più recenti, con una carrellata di personalità salite alla ribalta negli anni Novanta e Duemila: figure di riferimento per la comunità afroamericana come Kerry James Marshall e Glenn Ligon, ma anche artisti che hanno indagato in modo totalmente originale l’identità americana, da Paul McCarthy a Jimmie Durham, da Mike Kelley a Kara Walker, in mostra con un’ampia selezione di disegni e video che testimonia la sua ricerca sui temi della discriminazione razziale all’incrocio tra storia e satira sociale.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
“Gli Stati Uniti d’America rappresentano un complesso meltin’ pot di culture, tradizioni e identità diverse: uno dei prototipi storici della democrazia contemporanea che, oggi più che mai, racchiude in sé profonde contraddizioni sociali, razziali, di genere”, ha detto il curatore Vincenzo de Bellis durante la presentazione a Palazzo Strozzi. “L’arte ci permette di raccontare le stratificazioni di una società tanto complessa. Ed è questo che si prefigge di fare la mostra American Art 1961-2001, concepita come un racconto composto di molteplici espressioni artistiche degli USA. Questa narrazione si avvale delle straordinarie opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, che accoglie una delle più singolari e importanti collezioni museali degli Stati Uniti e del mondo. La ricchezza e la diversità delle sue opere provano che una sola storia dell’America e della sua arte
non esiste; ci sono, piuttosto, innumerevoli storie e figure che schiudono ulteriori nuovi racconti e possibilità”.
American Art 1961-2001 I Courtesy Palazzo Strozzi I Foto Ela Bialkowska Okno Studio
Leggi anche:
• American Art: intervista ad Arturo Galansino
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | A Roma dal 6 dicembre al 16 febbraio
Un ritrattista alla corte romana. Carlo Maratti in mostra a Palazzo Barberini
-
Milano | A Milano dall’8 dicembre
Apre Palazzo Citterio. La Grande Brera diventa realtà
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Roma | Dal 7 dicembre a Palazzo Chigi di Ariccia
Bernini e la pittura del Seicento, una storia da riscoprire
-
Roma | L’opera dall'Art Institute of Chicago in mostra fino al 27 gennaio
La speranza fondata sull'amore. La Crocifissione bianca di Chagall inaugura a Roma un nuovo spazio museale
-
Torino | A Torino fino al 12 gennaio 2025
Gentileschi e Van Dyck, alle Gallerie d’Italia un confronto tra capolavori