Dalla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo

Giorgio Morandi e Luigi Magnani: 50 capolavori e la storia di un’amicizia in mostra a New York

Giorgio Morandi, Natura morta, 1942 I Courtesy Fondazione Magnani Rocca
 

Francesca Grego

09/01/2025

Mondo - Tra i maestri del Novecento italiano più amati all’estero, Giorgio Morandi sbarca a New York con i capolavori della collezione del musicologo e storico dell’arte Luigi Magnani. Teatro dell’evento la galleria David Zwirner, che dal 16 gennaio al 22 febbraio presenterà la più ampia retrospettiva realizzata nella Grande Mela dal 2008, quando il Metropolitan Museum of Art rese omaggio al pittore bolognese. A cura di Alice Ensabella, la mostra presenterà oltre 50 opere di Morandi provenienti dalla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma), compresi pezzi rari e ricercati tra cui l’Autoritratto del 1925, uno dei pochissimi dipinti in cui l’artista ha rappresentato se stesso, e la Natura morta metafisica (1918), testimonianza di una particolare fase della sua ricerca. 

Ma Giorgio Morandi: Masterpieces from the Magnani-Rocca Foundation è prima di tutto la storia di un’amicizia: quella del pittore con Luigi Magnani, della quale la collezione - una delle più importanti e significative dedicate all’artista - è documento sensibile. Iniziata nell’autunno del 1940, quando il giovane musicologo e storico dell’arte incontrò per la prima volta Morandi, questa relazione si trasformò in un dialogo profondo e duraturo, alimentato da un’intesa silenziosa ma autentica.

“L’amicizia che Magnani costruì con Morandi era unica. Il gruppo di 50 opere dell'artista nella sua collezione testimonia la profonda stima con cui Magnani circondò l’arte e l’anima di Morandi”, racconta la curatrice: “Il nucleo di opere da lui acquisite da Morandi doveva costituire un insieme perfetto, e questo rappresenta infatti uno spaccato della produzione dell’artista, abbracciando ogni soggetto, tecnica e periodo”.

Noto per la riservatezza e per il carattere schivo, trovò in Magnani un interlocutore sensibile, capace di comprenderne la visione artistica e il mondo interiore. La stima reciproca si tradusse in gesti speciali. Magnani fu tra i pochissimi a cui Morandi vendette direttamente le proprie opere, selezionando con cura dipinti che rappresentassero al meglio ogni fase della carriera. Morandi donò alcune opere al collezionista come simbolo di un’amicizia che andava oltre il rapporto tra artista e mecenate. Non meno significativo è il fatto che l’artista, nonostante la sua natura solitaria, visitasse spesso la villa di Mamiano, offrendo consigli sulla disposizione delle proprie opere negli spazi abitati da Magnani.

Emblematico di questa relazione è un altro dipinto che il pubblico di New York potrà ammirare da David Zwirner. Si tratta di Natura morta (Strumenti musicali) del 1941, commissionata da Magnani poco dopo il loro primo incontro. Sebbene Morandi non accettasse di solito lavori su commissione, in questo caso fece un’eccezione. “Me ne andai felice - avrebbe ricordato in seguito Magnani - ma inconsapevole del grande e generoso gesto che Morandi compiva accettando di dipingere il suo primo (e ultimo) quadro su commissione”.