Dal 15 gennaio all’11 aprile all’Estorick Collection of Modern Italian Art
L'aeropittura di Tullio Crali in mostra a Londra
Tullio Crali, Tramonto di luci a Ostia, 1930, olio su compensato, 58 x 44 cm. Courtesy Estorick Collection of Modern Italian Art, London
Samantha De Martin
10/01/2020
Mondo - Per il pittore Tullio Crali il futurismo non era solo una scuola di pittura, ma uno stile di vita.
“Noi aeropoeti futuristi elogiamo la meravigliosa passione per le altezze e le velocità aeree, passione che costituisce la massima garanzia del trionfo di Crali” scriveva di lui Filippo Tommaso Marinetti. Era il 1928 quando il pittore nato a Igalo, in Montenegro, ma vissuto a Milano dal 1966 alla morte, volò per la prima volta, vivendo la sua prima esperienza da pilota. E fu proprio questo suo entusiasmo per il volo a influenzare la sua intera produzione artistica ed i primi aerodipinti realizzati nel 1929, che rappresentano gli aerei militari con l’intento di comunicare allo spettatore l'emozione di una passione. Come quella sprigionata da un aereo che si insinua tra gli edifici sottostanti rappresentati in una prospettiva vertiginosa.
Questo “vasto dramma visivo e sensoriale del volo” che unisce le esperienze dell’artista al genere dell’Aeropittura, sarà al centro di una mostra in programma dal 15 gennaio all’11 aprile all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra.
L’istituzione, internazionalmente rinomata per il suo nucleo di opere futuriste - con i circa 120 dipinti, disegni, acquerelli, stampe e sculture di alcuni dei più iautorevoli artisti italiani del ventesimo secolo - accoglierà oltre 60 opere di Crali provenienti dalla collezione della famiglia e raramente esposte, che spaziano dagli anni ‘20 e gli anni ‘80.
Tullio Crali: A Futurist Life è la prima mostra nel Regno Unito dedicata al pittore che trascorse la sua infanzia a Zara, la città dalmata annessa all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, per trasferirsi con la sua famiglia a Gorizia nel 1922 e dove, a soli 15 anni, lesse un articolo sul Futurismo rimanendone affascinato.
In mostra si potrà ammirare anche il primo disegno futurista realizzato dal pittore nel 1925, accanto ai paesaggi vertiginosi e capovolti, alle vedute dall’alto con dimensioni metafisiche, a quelle immagini liriche ed elettrizzanti che hanno sfidato le nozioni convenzionali di realismo con le loro prospettive dinamiche ed eccezionali che combinano elementi figurativi e astratti.
Il trasferimento in Piemonte, subito dopo la guerra, coincide con la realizzazione di opere ispirate non più dalle macchine, bensì dalla natura. “La mia arte cambia forma, ma non sostanza. Una mancanza di fiducia nell’umanità mi porta a rivolgere la mia attenzione alla natura. Cerco serenità in tutto ciò che mi circonda” scriveva il pittore rispondendo a quel principio futurista del ‘dinamismo universale’ che in lui prendeva forma.
Più tardi, durante il suo soggiorno in Francia, le visite sulla costa frastagliata della Bretagna gli ispireranno la teoria delle Sassintesi: una fusione delle parole sassi e sintesi, dove composizioni, formazioni geologiche modellate dal vento e dall’acqua, potevano presentarsi completamente astratte o figurative, richiamando elementi di realtà oggettiva.
Un cospicuo numero di Sassintesi sarà presente in mostra assieme alle opere “Cosmiche” dell’ultimo periodo della produzione artistica del pittore.
L’esposizione si potrà visitare da mercoledì a sabato dalle 11 alle 18; domenica dalle 12 alle 17. Il primo giovedì di ogni mese l’accesso sarà dalle 11 alle 21.
Leggi anche:
• Tato futurista, inventore dell'Aeropittura, in mostra a Roma
“Noi aeropoeti futuristi elogiamo la meravigliosa passione per le altezze e le velocità aeree, passione che costituisce la massima garanzia del trionfo di Crali” scriveva di lui Filippo Tommaso Marinetti. Era il 1928 quando il pittore nato a Igalo, in Montenegro, ma vissuto a Milano dal 1966 alla morte, volò per la prima volta, vivendo la sua prima esperienza da pilota. E fu proprio questo suo entusiasmo per il volo a influenzare la sua intera produzione artistica ed i primi aerodipinti realizzati nel 1929, che rappresentano gli aerei militari con l’intento di comunicare allo spettatore l'emozione di una passione. Come quella sprigionata da un aereo che si insinua tra gli edifici sottostanti rappresentati in una prospettiva vertiginosa.
Questo “vasto dramma visivo e sensoriale del volo” che unisce le esperienze dell’artista al genere dell’Aeropittura, sarà al centro di una mostra in programma dal 15 gennaio all’11 aprile all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra.
L’istituzione, internazionalmente rinomata per il suo nucleo di opere futuriste - con i circa 120 dipinti, disegni, acquerelli, stampe e sculture di alcuni dei più iautorevoli artisti italiani del ventesimo secolo - accoglierà oltre 60 opere di Crali provenienti dalla collezione della famiglia e raramente esposte, che spaziano dagli anni ‘20 e gli anni ‘80.
Tullio Crali: A Futurist Life è la prima mostra nel Regno Unito dedicata al pittore che trascorse la sua infanzia a Zara, la città dalmata annessa all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, per trasferirsi con la sua famiglia a Gorizia nel 1922 e dove, a soli 15 anni, lesse un articolo sul Futurismo rimanendone affascinato.
In mostra si potrà ammirare anche il primo disegno futurista realizzato dal pittore nel 1925, accanto ai paesaggi vertiginosi e capovolti, alle vedute dall’alto con dimensioni metafisiche, a quelle immagini liriche ed elettrizzanti che hanno sfidato le nozioni convenzionali di realismo con le loro prospettive dinamiche ed eccezionali che combinano elementi figurativi e astratti.
Il trasferimento in Piemonte, subito dopo la guerra, coincide con la realizzazione di opere ispirate non più dalle macchine, bensì dalla natura. “La mia arte cambia forma, ma non sostanza. Una mancanza di fiducia nell’umanità mi porta a rivolgere la mia attenzione alla natura. Cerco serenità in tutto ciò che mi circonda” scriveva il pittore rispondendo a quel principio futurista del ‘dinamismo universale’ che in lui prendeva forma.
Più tardi, durante il suo soggiorno in Francia, le visite sulla costa frastagliata della Bretagna gli ispireranno la teoria delle Sassintesi: una fusione delle parole sassi e sintesi, dove composizioni, formazioni geologiche modellate dal vento e dall’acqua, potevano presentarsi completamente astratte o figurative, richiamando elementi di realtà oggettiva.
Un cospicuo numero di Sassintesi sarà presente in mostra assieme alle opere “Cosmiche” dell’ultimo periodo della produzione artistica del pittore.
L’esposizione si potrà visitare da mercoledì a sabato dalle 11 alle 18; domenica dalle 12 alle 17. Il primo giovedì di ogni mese l’accesso sarà dalle 11 alle 21.
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