Lago Artificiale n. 2

Carla Accardi

 
DESCRIZIONE:
Trasferitasi nel 1946 dalla Sicilia a Roma, Carla Accardi si impone presto come una delle figure più rappresentative del gruppo Forma (1947) insieme a Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato. All’inizio degli anni sessanta l’artista sperimenta il colore dopo avere, nel clima di cultura informale del decennio precedente, fondato la sua ricerca sull’esaltazione del segno prediligendo segmenti pittorici
bianchi stesi su fondi neri. In una dichiarazione, Carla Accardi afferma: “Fu un desiderio di pormi di fronte al colore, come verità della pittura; tutto il bianco-nero era stato una radicalizzazione; volli trovare un colore che fosse così radicale come il bianco-nero. Dovevo anche alleggerire la tensione di quel mondo nel quale mi ero immersa, e rilasciare questa
tensione su un altro versante. Rischiavo altrimenti di trascinarmi verso uno svuotamento. Non sopporto la ripetizione di cifre che non mantengono tensione, mentre amo la ripetizione come recupero” (Conversazione con Carla Accardi, in V. Bramanti, Carla Accardi, catalogo della mostra, Essegi, Ravenna 1983, pp. 85-86). L’accostamento di colore provoca, lungo il margine di contatto, una luminosità più intensa: “Questa proprietà” – spiega Accardi (op. cit.,
p. 91) – “si chiama additiva indicando essa un aumento di luce, mentre quando due colori si mescolano insieme amalgamandoli abbiamo la proprietà sottrattiva cioè di diminuzione della luce”. Ed è proprio il raggio di sole che, attraversando l’acqua del lago artificiale, restituisce
a chi osserva la sensazione del riverbero di luce. L’opera proviene dalla collezione di Topazia Alliata. Tra il 1958 e il 1963 la sua galleria in piazza in Priscinula, a Trastevere, è stata un punto
di riferimento importante per la storia artistica romana: vi hanno esposto, tra gli altri, Piero Manzoni, Ettore Colla, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi.
Dopo questa esperienza la Alliata, che poteva contare sull’amicizia di importanti critici, come Filiberto Menna, Maurizio Fagiolo dell’Arco, Lawrence Alloway, Udo Kultermann, per qualche tempo ha assunto la direzione della libreria Feltrinelli di via del Babuino. In quella sede
ha lanciato l’iniziativa del “quadro della settimana”, un unico dipinto messo in vetrina. Secondo il ricordo di Carla Accardi proprio quest’opera venne esposta alla libreria Feltrinelli,
presumibilmente nel 1964.
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