Dal 29 maggio ai Musei Civici di Bassano del Grappa
Palladio e il Ponte: una mostra per raccontare il mito

Antonio Canal detto Canaletto, Capriccio con edifici palladiani, 1750 circa. Olio su tela. Complesso Monumentale della Pilotta, Parma
Francesca Grego
23/04/2021
Vicenza - A 440 anni dalla morte di Andrea Palladio, una mostra racconta il grande architetto cinquecentesco partendo da un edificio che gli fu particolarmente caro e che spesso dimentichiamo quando pensiamo alla sua opera. Unico tra i suoi contemporanei, Palladio è anche un architetto di ponti: disegna e costruisce ponti di pietra, di legno e di “carta”, che influenzeranno l’arte e l’architettura dei secoli a venire. Dal 29 maggio al 10 ottobre i Musei Civici di Bassano del Grappa indagano questo aspetto del suo lavoro riunendo disegni originali del maestro, dipinti settecenteschi, mappe antiche, pregiati volumi rinascimentali.

Sebastiano Lovison, Ponte Vecchio di Bassano, 1826. Incisione a bulino. Musei Civici di Bassano del Grappa
L’occasione è il termine del lungo restauro di Ponte Vecchio, noto anche come Ponte degli Alpini, tra i più caratteristici del Belpaese e simbolo della cittadina veneta. Del celebre Ponte di Bassano si ha notizia già nel Medioevo, ma è proprio Palladio a conferirgli l’immagine attuale, oltre che una stabilità mai sperimentata prima. Chiamato a ricostruirlo dopo una vigorosa piena del Brenta, l’architetto pensa inizialmente a un edificio in pietra che riprenda il modello dei ponti romani, poi opta per il legno, più gradito al Consiglio cittadino, e ne rinnova profondamente l’uso con soluzioni tecniche e strutturali inedite. Il risultato è un monumento dal forte impatto visivo, rinato mille volte dalle sue ceneri a dispetto di attentati, guerre, incendi e alluvioni.

Antonio Canal detto Canaletto (att.), Capriccio con ponte immaginario sul Canal Grande, seconda metà del secolo XVIII. Olio su tela. Complesso Monumentale della Pilotta, Parma
A cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné, Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito ripercorre in parallelo i 500 anni dello storico ponte di legno e le ricerche del Palladio, evidenziando il loro impatto sulle arti del futuro. Scopriamo come il trattato palladiano dei Quattro Libri, pubblicato a Venezia nel 1570, nel Settecento diventi protagonista dei sogni degli artisti: Algarotti chiede a Canaletto di mostrargli il ponte di Rialto come lo aveva pensato Palladio, mentre Bellotto, Carlevarijs e Piranesi fanno dei ponti un soggetto privilegiato delle proprie vedute. Tutto questo nel confronto con un oggetto vivo, concreto e reale, che dà forma all’immagine di Bassano da quasi mezzo millennio: in mostra lo rivediamo in una selezione di preziose foto d’epoca, prima di proiettarci nel futuro con modelli di architetti contemporanei che non possono prescindere dall’esempio del maestro cinquecentesco.

Andrea Palladio, Ponte Vecchio o Ponte degli Alpini a Bassano del Grappa
• 440 anni fa l'addio di Palladio, l'architetto che ha cambiato il mondo

Sebastiano Lovison, Ponte Vecchio di Bassano, 1826. Incisione a bulino. Musei Civici di Bassano del Grappa
L’occasione è il termine del lungo restauro di Ponte Vecchio, noto anche come Ponte degli Alpini, tra i più caratteristici del Belpaese e simbolo della cittadina veneta. Del celebre Ponte di Bassano si ha notizia già nel Medioevo, ma è proprio Palladio a conferirgli l’immagine attuale, oltre che una stabilità mai sperimentata prima. Chiamato a ricostruirlo dopo una vigorosa piena del Brenta, l’architetto pensa inizialmente a un edificio in pietra che riprenda il modello dei ponti romani, poi opta per il legno, più gradito al Consiglio cittadino, e ne rinnova profondamente l’uso con soluzioni tecniche e strutturali inedite. Il risultato è un monumento dal forte impatto visivo, rinato mille volte dalle sue ceneri a dispetto di attentati, guerre, incendi e alluvioni.

Antonio Canal detto Canaletto (att.), Capriccio con ponte immaginario sul Canal Grande, seconda metà del secolo XVIII. Olio su tela. Complesso Monumentale della Pilotta, Parma
A cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné, Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito ripercorre in parallelo i 500 anni dello storico ponte di legno e le ricerche del Palladio, evidenziando il loro impatto sulle arti del futuro. Scopriamo come il trattato palladiano dei Quattro Libri, pubblicato a Venezia nel 1570, nel Settecento diventi protagonista dei sogni degli artisti: Algarotti chiede a Canaletto di mostrargli il ponte di Rialto come lo aveva pensato Palladio, mentre Bellotto, Carlevarijs e Piranesi fanno dei ponti un soggetto privilegiato delle proprie vedute. Tutto questo nel confronto con un oggetto vivo, concreto e reale, che dà forma all’immagine di Bassano da quasi mezzo millennio: in mostra lo rivediamo in una selezione di preziose foto d’epoca, prima di proiettarci nel futuro con modelli di architetti contemporanei che non possono prescindere dall’esempio del maestro cinquecentesco.

Andrea Palladio, Ponte Vecchio o Ponte degli Alpini a Bassano del Grappa
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