Dall’11 giugno al 3 ottobre alla Galleria d’ Arte Moderna
Il mito di Verona, tra Dante e Shakespeare, rivive in una mostra
Leopoldo Toniolo, Dante visita Giotto nella Cappella degli Scrovegni, 1865 circa, olio su tela, 75,6 × 99,3 cm. Padova, Museo d’Arte Medievale e Moderna
Samantha De Martin
10/06/2021
Verona - Dei soggiorni di Dante a Verona, nel corso del suo esilio - tra il gennaio 1302 e il 1321, anno della morte - non rimane traccia negli archivi cittadini.
La conoscenza di persone e situazioni della realtà locale emerge piuttosto dalle sue opere, in particolare dalla Commedia. Il poeta non dimenticherà l’ospitalità del "gran Lombardo", riconosciuto da parte della critica in Bartolomeo della Scala, e nemmeno “lo primo refugio e 'l primo ostello” concessogli dal generoso Cangrande, al punto da esaltarlo per bocca del suo avo Cacciaguida.
A distanza di 700 anni, la cittadina veneta ricorda il suo illustre ospite con una mostra, nell’ambito del progetto Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021, che, dall’11 giugno al 3 ottobre, darà vita a un percorso in varie sedi, alla riscoperta di ventuno luoghi direttamente legati alla presenza in città del poeta, dei suoi figli ed eredi, oltre che ai personaggi di tradizione dantesca.
Il percorso tematico, reale, dedicato a Dante, incrocerà quello (immaginario) di Romeo e Giulietta, personaggi nati anch’essi nella cornice di un Trecento scaligero, definendo quella fisionomia urbana e culturale di Verona, ancora oggi ben riconoscibile.
Luigi Ferrari, Busto di Dante, 1864, marmo, Vicenza, Istituzione pubblica culturale Biblioteca civica Bertoliana
Cuore di questo percorso diffuso, la mostra Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona, fortemente legata all'itinerario en plein air rappresentato dalla città stessa, dai monumenti e dalle testimonianze urbanistiche e architettoniche legate alla memoria di Dante e di Romeo e Giulietta.
Alla Galleria d’ Arte Moderna Achille Forti l’esilio veronese di Dante e il legame con Verona, ma anche con il territorio veneto, emerge da un centinaio di opere, tra dipinti, sculture, tessuti, lavori su carta, tessuti, codici manoscritti e volumi a stampa. Tra questi da non perdere i tre disegni di Botticelli, prestigioso prestito del Kupferstichkabinett di Berlino.
Il leggendario e presunto incontro con Giotto a Padova, l’amicizia con Cangrande della Scala, al quale il poeta dedicò il Paradiso, delineano il contesto in cui Dante trascorse gli anni dell’esilio fino alla creazione del suo poema. Testi decorati della Commedia, manoscritti e a stampa, ci accompagnano dall’epoca di Dante alla fine del Settecento, attestando la costante attenzione che Verona e il Veneto rivolsero al poeta e al suo capolavoro.
Un'altra tappa racconta invece la riscoperta, nell’Ottocento, del mito di Dante come incarnazione dei nascenti ideali risorgimentali ed esempio, al tempo stesso, del tormento creativo del poeta esiliato. A questo punto del percorso espositivo il visitatore è invitato a tuffarsi nella fortuna iconografica dei personaggi danteschi, da Beatrice e Pia de’ Tolomei alla triste vicenda di Paolo e Francesca. Proprio da quest’ultimo tema prende il via il mito di Giulietta e Romeo, giovani innamorati nati dalla penna di Luigi da Porto nel Cinquecento e resi celebri in tutto il mondo da William Shakespeare.
Gaetano Previati, Paolo e Francesca, 1887 circa, Olio su tela; 227 x 98 cm, Bergamo, Accademia Carrara, su concessione di Fondazione Accademia Carrara, Bergamo
“Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color già tristi, e questi con sospetti!”. Fu, in particolare, a questo passo dantesco del Purgatorio che Luigi da Porto si ispirò per ambientare a Verona la sua Historia novellamente ritrovata dei due nobili amanti, edita intorno al 1530. Nacquero così Romeo e Giulietta la fortuna dei quali procedette in parallelo al culto di Dante, ispirando illustri artisti, da Francesco Hayez a Giambattista Gigola, da Tranquillo Cremona, a Gaetano Previati.
“Dante a Verona 1321-2021. Il mito della città tra presenza dantesca e tradizione shakespeariana” è invece il titolo del catalogo che accompagna la mostra, edito da Silvana Editoriale e a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli.
Giuseppe Frascheri, Paolo e Francesca nel vortice infernale | Foto: © Fulvio Rosso, Calice Ligure
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• Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona
La conoscenza di persone e situazioni della realtà locale emerge piuttosto dalle sue opere, in particolare dalla Commedia. Il poeta non dimenticherà l’ospitalità del "gran Lombardo", riconosciuto da parte della critica in Bartolomeo della Scala, e nemmeno “lo primo refugio e 'l primo ostello” concessogli dal generoso Cangrande, al punto da esaltarlo per bocca del suo avo Cacciaguida.
A distanza di 700 anni, la cittadina veneta ricorda il suo illustre ospite con una mostra, nell’ambito del progetto Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021, che, dall’11 giugno al 3 ottobre, darà vita a un percorso in varie sedi, alla riscoperta di ventuno luoghi direttamente legati alla presenza in città del poeta, dei suoi figli ed eredi, oltre che ai personaggi di tradizione dantesca.
Il percorso tematico, reale, dedicato a Dante, incrocerà quello (immaginario) di Romeo e Giulietta, personaggi nati anch’essi nella cornice di un Trecento scaligero, definendo quella fisionomia urbana e culturale di Verona, ancora oggi ben riconoscibile.
Luigi Ferrari, Busto di Dante, 1864, marmo, Vicenza, Istituzione pubblica culturale Biblioteca civica Bertoliana
Cuore di questo percorso diffuso, la mostra Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona, fortemente legata all'itinerario en plein air rappresentato dalla città stessa, dai monumenti e dalle testimonianze urbanistiche e architettoniche legate alla memoria di Dante e di Romeo e Giulietta.
Alla Galleria d’ Arte Moderna Achille Forti l’esilio veronese di Dante e il legame con Verona, ma anche con il territorio veneto, emerge da un centinaio di opere, tra dipinti, sculture, tessuti, lavori su carta, tessuti, codici manoscritti e volumi a stampa. Tra questi da non perdere i tre disegni di Botticelli, prestigioso prestito del Kupferstichkabinett di Berlino.
Il leggendario e presunto incontro con Giotto a Padova, l’amicizia con Cangrande della Scala, al quale il poeta dedicò il Paradiso, delineano il contesto in cui Dante trascorse gli anni dell’esilio fino alla creazione del suo poema. Testi decorati della Commedia, manoscritti e a stampa, ci accompagnano dall’epoca di Dante alla fine del Settecento, attestando la costante attenzione che Verona e il Veneto rivolsero al poeta e al suo capolavoro.
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Gaetano Previati, Paolo e Francesca, 1887 circa, Olio su tela; 227 x 98 cm, Bergamo, Accademia Carrara, su concessione di Fondazione Accademia Carrara, Bergamo
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“Dante a Verona 1321-2021. Il mito della città tra presenza dantesca e tradizione shakespeariana” è invece il titolo del catalogo che accompagna la mostra, edito da Silvana Editoriale e a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli.
Giuseppe Frascheri, Paolo e Francesca nel vortice infernale | Foto: © Fulvio Rosso, Calice Ligure
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