Dal 3 dicembre al 2 aprile 2018
Da de Chirico a Casorati, il Realismo magico incanta il MART
Ubaldo Oppi, Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia, 1921, Roma, Collezione privata. Courtesy of MART
Samantha De Martin
23/11/2017
Trento - Sotto la brillante cupola in vetro e acciaio disegnata da Mario Botta, che ammicca al cielo del Trentino, il Novecento prosegue il suo dialogo con i visitatori del MART, da trent’anni gioiello di una regione cerniera tra la cultura mediterranea e la cornice mitteleuropea.
È affidata a soggetti dagli sguardi magnetici, ai ritratti incredibilmente “ipnotici”, alle atmosfere sospese e surreali di pitture cariche di stati d’animo - come La famiglia del povero Pulcinella di Gino Severini - dove la realtà è il punto di partenza di una metamorfosi ideale, di una sublimazione che passa attraverso l’immaginazione e la meraviglia, la prima mostra che saluta il 2018 al Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
A dare il titolo all’appuntamento che, a partire dal prossimo 3 dicembre e fino al 2 aprile 2018, accoglierà il pubblico con importanti opere - l’Ottobrata e Piazza d’Italia di Giorgio de Chirico, Le uova sul cassettone di Felice Casorati, i Vasi sul davanzale di Carlo Carrà, Il piccolo pescatore di Carlo Socrate, La toeletta del mattino di Mario Tozzi- solo per citarne alcune, l’ossimoro creato nel 1925 dal critico Franz Roh, che racchiude nell’espressione Realismo magico l’animo indefinibile e inquieto dei maestri che ne fecero parte.
Accanto agli interpreti più noti - a conferma della trasversalità di temi e stili su cui converge l’esperienza pittorica italiana di quei decenni - si inseriscono diversi artisti attivi nelle realtà locali dell’arte veneziana, triestina, torinese, romana ,e tra questi, Mario e Edita Broglio, Leonor Fini, Carlo Sbisà, Gregorio Sciltian, Arturo Nathan, Carlo Socrate.
Frutto di prestigiosi prestiti da collezioni pubbliche e private, le oltre 70 opere in mostra descrivono una parabola dell’arte significativamente legata agli eventi politici e culturali, come quelli del primo dopoguerra, quando gli artisti europei si confrontano con le proprie disillusioni e con un rinnovato ma non semplice contesto.
Al dinamismo delle Avanguardie storiche, tra gli anni Venti e Trenta, segue una tendenza artistica segnata dal recupero della tradizione pittorica e scultorea, e al tempo stesso, erede delle ricerche sepolte dal conflitto. In questo clima di recupero, in cui lo sguardo rivolto al passato diventa un indispensabile strumento di indagine del presente, la tensione, lo stupore, l’attesa che esistono nell’invisibile mondo delle sensazioni trasfigurano e permeano oggetti, forme, persone.
«Questa mostra - spiega il direttore del Museo, Gianfranco Maraniello - si inserisce nella programmazione incentrata sulla grande arte del Novecento, che il MART ha scelto di approfondire negli ultimi anni e alla quale stiamo lavorando a completamento dell’identità del museo e delle collezioni. Oggi abbiamo la serenità per guardare ai grandi artisti e alle prossime programmazioni. Realismo Magico prosegue l’esplorazione avviata fin dall’estate 2016 con I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo, cui è seguita la grande antologica dedicata a Umberto Boccioni nel centenario della nascita. Nel 2017 altre due mostre ampliano questa riflessione: Un’eterna bellezza. Il canone classico nell'arte italiana del primo Novecento e, finalmente, Realismo Magico».
Il percorso a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli - che più che un itinerario espositivo sembra rappresentare un viaggio nell'anima, o meglio nell'intimità degli stati d'animo dei suoi protagonisti - dialogherà con le Collezioni del MART, un patrimonio costituito da oltre 20mila opere che raccontano le vicende dell’arte in Italia, da fine Ottocento ad oggi. - Raggiungerà, poi, Helsinki e ancora Essen, promuovendo il confronto tra i capolavori italiani e il contesto europeo legato al periodo tra le due guerre.
Leggi anche:
• Un'eterna bellezza: l'armonia e il mistero del Novecento
• MART: tutte le novità del 2017
• Tutti gli "ismi" di Armando Testa
• Da Rovereto a Parma, va in scena l'arte della pubblicità
È affidata a soggetti dagli sguardi magnetici, ai ritratti incredibilmente “ipnotici”, alle atmosfere sospese e surreali di pitture cariche di stati d’animo - come La famiglia del povero Pulcinella di Gino Severini - dove la realtà è il punto di partenza di una metamorfosi ideale, di una sublimazione che passa attraverso l’immaginazione e la meraviglia, la prima mostra che saluta il 2018 al Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
A dare il titolo all’appuntamento che, a partire dal prossimo 3 dicembre e fino al 2 aprile 2018, accoglierà il pubblico con importanti opere - l’Ottobrata e Piazza d’Italia di Giorgio de Chirico, Le uova sul cassettone di Felice Casorati, i Vasi sul davanzale di Carlo Carrà, Il piccolo pescatore di Carlo Socrate, La toeletta del mattino di Mario Tozzi- solo per citarne alcune, l’ossimoro creato nel 1925 dal critico Franz Roh, che racchiude nell’espressione Realismo magico l’animo indefinibile e inquieto dei maestri che ne fecero parte.
Accanto agli interpreti più noti - a conferma della trasversalità di temi e stili su cui converge l’esperienza pittorica italiana di quei decenni - si inseriscono diversi artisti attivi nelle realtà locali dell’arte veneziana, triestina, torinese, romana ,e tra questi, Mario e Edita Broglio, Leonor Fini, Carlo Sbisà, Gregorio Sciltian, Arturo Nathan, Carlo Socrate.
Frutto di prestigiosi prestiti da collezioni pubbliche e private, le oltre 70 opere in mostra descrivono una parabola dell’arte significativamente legata agli eventi politici e culturali, come quelli del primo dopoguerra, quando gli artisti europei si confrontano con le proprie disillusioni e con un rinnovato ma non semplice contesto.
Al dinamismo delle Avanguardie storiche, tra gli anni Venti e Trenta, segue una tendenza artistica segnata dal recupero della tradizione pittorica e scultorea, e al tempo stesso, erede delle ricerche sepolte dal conflitto. In questo clima di recupero, in cui lo sguardo rivolto al passato diventa un indispensabile strumento di indagine del presente, la tensione, lo stupore, l’attesa che esistono nell’invisibile mondo delle sensazioni trasfigurano e permeano oggetti, forme, persone.
«Questa mostra - spiega il direttore del Museo, Gianfranco Maraniello - si inserisce nella programmazione incentrata sulla grande arte del Novecento, che il MART ha scelto di approfondire negli ultimi anni e alla quale stiamo lavorando a completamento dell’identità del museo e delle collezioni. Oggi abbiamo la serenità per guardare ai grandi artisti e alle prossime programmazioni. Realismo Magico prosegue l’esplorazione avviata fin dall’estate 2016 con I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo, cui è seguita la grande antologica dedicata a Umberto Boccioni nel centenario della nascita. Nel 2017 altre due mostre ampliano questa riflessione: Un’eterna bellezza. Il canone classico nell'arte italiana del primo Novecento e, finalmente, Realismo Magico».
Il percorso a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli - che più che un itinerario espositivo sembra rappresentare un viaggio nell'anima, o meglio nell'intimità degli stati d'animo dei suoi protagonisti - dialogherà con le Collezioni del MART, un patrimonio costituito da oltre 20mila opere che raccontano le vicende dell’arte in Italia, da fine Ottocento ad oggi. - Raggiungerà, poi, Helsinki e ancora Essen, promuovendo il confronto tra i capolavori italiani e il contesto europeo legato al periodo tra le due guerre.
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