In un libro la storia del sito
Ecco le terme degli dei: un tempio romano riemerge a San Casciano dei Bagni
Panorama di San Casciano dei Bagni I Courtesy Comune di San Casciano dei Bagni
Francesca Grego
31/03/2021
Siena - La sorgente è la stessa di duemila anni fa: sgorga a 42° nelle viscere della terra a San Casciano dei Bagni, portando in superficie acque termali dalle preziose proprietà terapeutiche. Sotto l’Impero romano, però, su quelle acque vegliava il gotha degli dei: da Apollo a Fortuna, da Asclepio a Igea, fino all’egizia Iside. Un grande tempio a loro dedicato sorgeva a pochi passi dalle vasche del cosiddetto Bagno Grande, dove tuttora si immerge chi è in cerca di salute e relax. La scoperta è emersa gradualmente a partire dallo scorso agosto, durante una campagna di scavi che ha rivelato la presenza di antichi edifici e vasche artificiali digradanti lungo la collina.
Che i Romani conoscessero le virtù delle sorgenti di San Casciano si sospettava già dal Cinquecento, quando vennero alla luce i primi reperti e i Medici riciclarono i marmi antichi per costruire le loro terme. Tuttavia si è dovuto aspettare il 2016 perché le ricerche decollassero grazie al Roman Baths Project, che coinvolge le università di Siena, Pisa, Firenze, Roma La Sapienza, Sassari, Dublino e Cipro sotto l’egida del Comune di San Casciano Bagni e della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo. Non dev’essere stato facile scavare tra i fanghi caldi, ma ne è valsa la pena. La prima sorpresa è arrivata in estate, con il ritrovamento di un altare in travertino dedicato ad Apollo, a ridosso dell’ingresso monumentale del tempio. Poi quelli di Fortuna e Iside nel cuore del santuario, proprio sul bordo della vasca, e una statua in marmo di Igea, la dea della salute figlia di Asclepio, il guaritore. A stupire gli archeologi sono state soprattutto le dimensioni del complesso termale, insieme all’inaspettato carattere sacro del sito.
San Casciano dei Bagni, gli scavi del Roman Baths Project al Bagno Grande
Intanto un volume fresco di stampa è già pronto a far luce sulla storia delle terme romane. Il Santuario Ritrovato. Nuovi Scavi e Ricerche al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, edito da Sillabe, raccoglie i risultati delle ricerche di più di 30 studiosi, coordinate dai direttori degli scavi Emanuele Mariotti e Jacopo Tabolli. Costruito probabilmente in età augustea, il tempio sorgeva su un luogo già sacro agli Etruschi. Lo testimoniano le numerose gocce di piombo trovate nell’area circostante, tracce di un rituale in onore di Suri, il dio della medicina legato al mondo sotterraneo.
Il tempio romano, invece, raggiunse il massimo splendore verso la fine del II secolo d.C. quando diversi altari vengono innalzati per propiziare la guarigione di una donna di nome Triaria e poi per ringraziare gli dei della guarigione. Era l’epoca della cosiddetta “peste antonina”, che decimò le popolazioni dell’Impero portata dai soldati di ritorno dalle campagne contro i Parti. “Molto probabilmente”, ha spiegato Tabolli questa mattina a Siena durante la presentazione del volume, “Triaria apparteneva a una famiglia di senatori di Roma che a quel tempo aveva possedimenti in zona e grande influenza sul santuario”. Con la diffusione del Cristianesimo, la fortuna del tempio declinò rapidamente, mentre le vasche continuarono a funzionare.
Ricostruzione del Santuario romano di San Casciano dei Bagni
A San Casciano dei Bagni gli scavi continuano con l’obiettivo di portare alla luce l’intero complesso. “Quando l’area sarà restituita ai cittadini”, annuncia Tabolli, “il paesaggio della valle sarà radicalmente cambiato. Per preservare al meglio le antiche vasche si dovranno riempire d’acqua e il santuario tornerà esattamente com’era in passato”. Gli oggetti ritrovati dagli archeologi, a partire dai caratteristici ex-voto a forma di orecchie già riemersi, saranno esposti in paese, dove il Comune sta già progettando gli spazi che ospiteranno una ricostruzione del tempio romano.
Che i Romani conoscessero le virtù delle sorgenti di San Casciano si sospettava già dal Cinquecento, quando vennero alla luce i primi reperti e i Medici riciclarono i marmi antichi per costruire le loro terme. Tuttavia si è dovuto aspettare il 2016 perché le ricerche decollassero grazie al Roman Baths Project, che coinvolge le università di Siena, Pisa, Firenze, Roma La Sapienza, Sassari, Dublino e Cipro sotto l’egida del Comune di San Casciano Bagni e della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo. Non dev’essere stato facile scavare tra i fanghi caldi, ma ne è valsa la pena. La prima sorpresa è arrivata in estate, con il ritrovamento di un altare in travertino dedicato ad Apollo, a ridosso dell’ingresso monumentale del tempio. Poi quelli di Fortuna e Iside nel cuore del santuario, proprio sul bordo della vasca, e una statua in marmo di Igea, la dea della salute figlia di Asclepio, il guaritore. A stupire gli archeologi sono state soprattutto le dimensioni del complesso termale, insieme all’inaspettato carattere sacro del sito.
San Casciano dei Bagni, gli scavi del Roman Baths Project al Bagno Grande
Intanto un volume fresco di stampa è già pronto a far luce sulla storia delle terme romane. Il Santuario Ritrovato. Nuovi Scavi e Ricerche al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, edito da Sillabe, raccoglie i risultati delle ricerche di più di 30 studiosi, coordinate dai direttori degli scavi Emanuele Mariotti e Jacopo Tabolli. Costruito probabilmente in età augustea, il tempio sorgeva su un luogo già sacro agli Etruschi. Lo testimoniano le numerose gocce di piombo trovate nell’area circostante, tracce di un rituale in onore di Suri, il dio della medicina legato al mondo sotterraneo.
Il tempio romano, invece, raggiunse il massimo splendore verso la fine del II secolo d.C. quando diversi altari vengono innalzati per propiziare la guarigione di una donna di nome Triaria e poi per ringraziare gli dei della guarigione. Era l’epoca della cosiddetta “peste antonina”, che decimò le popolazioni dell’Impero portata dai soldati di ritorno dalle campagne contro i Parti. “Molto probabilmente”, ha spiegato Tabolli questa mattina a Siena durante la presentazione del volume, “Triaria apparteneva a una famiglia di senatori di Roma che a quel tempo aveva possedimenti in zona e grande influenza sul santuario”. Con la diffusione del Cristianesimo, la fortuna del tempio declinò rapidamente, mentre le vasche continuarono a funzionare.
Ricostruzione del Santuario romano di San Casciano dei Bagni
A San Casciano dei Bagni gli scavi continuano con l’obiettivo di portare alla luce l’intero complesso. “Quando l’area sarà restituita ai cittadini”, annuncia Tabolli, “il paesaggio della valle sarà radicalmente cambiato. Per preservare al meglio le antiche vasche si dovranno riempire d’acqua e il santuario tornerà esattamente com’era in passato”. Gli oggetti ritrovati dagli archeologi, a partire dai caratteristici ex-voto a forma di orecchie già riemersi, saranno esposti in paese, dove il Comune sta già progettando gli spazi che ospiteranno una ricostruzione del tempio romano.
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