Fino al 21 ottobre il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo a Roma
Quando l’arte trascina l’audience di cinema e tv
MIA 2018 - Mercato Internazionale dell'Audiovisivo
Piero Muscarà
18/10/2018
Roma - Il MIA - Mercato Internazionale dell’Audiovisivo che va in scena dal 17 al 21 ottobre in centro a Roma nel ‘Barberini District’ - il quadrilatero immaginario compreso tra l’Hotel Barberini Bristol, i due multisala Barberini e Quattro Fontane e lo storico Palazzo Barberini – si presenta quest’anno nella sua quarta edizione con la convinta autoetichettatura di “concept market dei leader dell'industria globale”. Slogan a parte, il MIA si è ben affermato in pochi anni infilandosi in una nicchia temporale giusto a ridosso del più noto MIPCom di Cannes ed è divenuto un appuntamento molto apprezzato da questa industry composita che produce, finanzia e distribuisce contenuti, siano essi film, serie fiction o documentari, rivolgendosi ad un parterre che a detta degli organizzatori quest’anno vede la presenza di 800 operatori da 50 paesi, ma che ovviamente ha nell’Italia il suo centro di gravità naturale.
Il programma di questa edizione del MIA è curato nella direzione editoriale da Lucia Milazzotto ed è il frutto di un progetto voluto e guidato dal duo ANICA e APT col sostegno della créme politico-istituzionale del Bel Paese con una lunga fila di finanziatori: dal Ministero dello Sviluppo Economico e l’ICE, fino al MIBAC, alla Regione Lazio, e al Programma Europeo MEDIA. Ricca anche la pletora degli sponsor, tra cui spiccano la Fondazione Cinema per Roma e l’Apulia Film Commission e partner nazionali e internazionali come European Producers Club, Europa Distribution, UNIFRANCE, Ambasciata di Francia e Alice nella Città.
Ma oltre ai nomi c’è anche molta sostanza in questo appuntamento. Ad ARTE.it che si è affacciata per la prima volta a questa kermesse fa specie notare che al centro di questo importante evento romano ci sia il documentario e che in primo piano venga messo proprio un contenuto a noi molto familiare, l’arte che dal cinema alla televisione si è affermata in questi anni come un elemento di caratterizzazione della produzione italiana e un punto di forza della distribuzione internazionale di contenuti prodotti nel nostro paese.
E infatti è non forse un caso se nel panel di giovedì 18 ottobre “Doc Events in Theaters: New Opportunities for New Audiences” il Division Manager del settore DOC del MIA Marco Spagnoli ha potuto snocciolare dati di tutto rispetto per questo settore, partendo da quelli di Cinetel citati in apertura al talk e relativi al 2018 che per i documentari al cinema segna già una crescita netta al box office, in contro tendenza con i numeri generali del cinema in Italia (lo scorso anno -12% di presenze in sala rispetto al 2016), con 5 milioni di euro di incassi nei primi 10 mesi dell’anno, un dato superiore al 2017 quando la stessa cifra fu raccolta in 12 mesi. A occhio e croce i documentari segneranno un +10%. Niente male dunque.
Ma fa ancor più piacere constatare che di questo ottimo risultato è proprio l’arte a far la parte del leone. Cosetta Lagani, direttore creativo e deus-ex-machina del brand Cinema d’Arte SKY, lo ha rivendicato con gentile sicurezza “Di questi cinque milioni dei documentari al cinema – ha spiegato durante la conferenza del MIA – possiamo con orgoglio dire che almeno la metà lo abbiamo portato a casa noi”. I due film targati SKY sono stati campioni di incassi nel 2018: Caravaggio, l’anima e il sangue distribuito in sala da NEXO Digital di Franco di Sarro con l’ormai classica formula dell’appuntamento al cinema dei tre giorni in sala ha raccolto oltre 1 milione 600 mila euro e il più recente Michelangelo Infinito distribuito invece dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, film diverso per posizionamento (più ‘autorevole finzione’ che documentario come ama definire questo nouveau genre la Lagani) è reduce dalla sua prima settimana di programmazione al cinema ‘classica’ ed ha portato a casa già 100 mila spettatori e 720mila euro e si prepara ad arrotondare questa cifra con un prossimo ritorno in sala ‘a gran richiesta’ a novembre.
E infatti Occhipinti si è detto molto contento di questo debutto di Lucky Red nel campo dell’arte, loro che in Italia hanno fatto da apripista ai documentari in sala sin da tempi non sospetti (si pensi al famoso e bellissimo “La marcia dei pinguini” il film doc diretto da Luc Jacquet che Lucky Red portò al cinema nel 2005 con la voce di Fiorello e che fece numeri da record al botteghino). E sarebbe stato interessante ascoltare la voce dell’altro protagonista di questo filone di cinema documentari d’arte italiani, Franco di Sarro appunto, che con la sua NEXO Digital ha costruito negli anni gran parte di questo nuovo mercato e che nei prossimi giorni debutterà in sala con un nuovo film doc “Klimt & Schiele. Eros e Psiche” che ha come produzione esecutiva la 3D Produzioni di Didi Gnocchi.
A proposito di case di produzione un altro interessante incontro al MIA è stato quello intitolato “DOC Panel – The Italian Creativity for International Markets – Original TV Formats and Programs” e moderato da Riccardo Chiattelli direttore content & communications di La EFFE Tv, il canale televisivo culturale targato Feltrinelli, che ha messo in fila alcune delle content factory italiane di maggior successo: Palomar, Stand By Me e Ballandi Arts. E quest’ultima ha presentato due format prodotti per l’hub europeo di SKY Arte “Master of Photography” e la serie “The mistery of the lost paintings” due esempi secondo il CEO della società Mario Paloschi di come sia possibile coniugare la “velocità e lo stile anglosassone di produzione con l’approccio, anche estetico e visivo del fare televisione all’italiana”. Due programmi che oltre a contare su una distribuzione internazionale nei canali fino ad oggi targati Murdoch (e da domani Comcast) hanno raccolto successi e adesioni in tutto il mondo.
Sempre l’arte sarà la protagonista infine di due altri importanti appuntamenti al MIA. Il talk di venerdì 19 in cui il braccio distributivo del broadcaster pubblico italiano, RAI Com con l’head of business development David Bogi presenterà i termini dell’accordo di co-produzione con il canale franco-tedesco arté e la svizzera RSI e sabato 20 ottobre il MIA Doc Pitching Forum in cui verranno presentati 18 nuovi progetti internazionali di documentari incentrati sul tema arte e cultura. Tra questi ci piace ricordare “Tintoretto, the first movie director” prodotto dalla veneziana Kublai Film di Lucio Scarpa.
Il programma di questa edizione del MIA è curato nella direzione editoriale da Lucia Milazzotto ed è il frutto di un progetto voluto e guidato dal duo ANICA e APT col sostegno della créme politico-istituzionale del Bel Paese con una lunga fila di finanziatori: dal Ministero dello Sviluppo Economico e l’ICE, fino al MIBAC, alla Regione Lazio, e al Programma Europeo MEDIA. Ricca anche la pletora degli sponsor, tra cui spiccano la Fondazione Cinema per Roma e l’Apulia Film Commission e partner nazionali e internazionali come European Producers Club, Europa Distribution, UNIFRANCE, Ambasciata di Francia e Alice nella Città.
Ma oltre ai nomi c’è anche molta sostanza in questo appuntamento. Ad ARTE.it che si è affacciata per la prima volta a questa kermesse fa specie notare che al centro di questo importante evento romano ci sia il documentario e che in primo piano venga messo proprio un contenuto a noi molto familiare, l’arte che dal cinema alla televisione si è affermata in questi anni come un elemento di caratterizzazione della produzione italiana e un punto di forza della distribuzione internazionale di contenuti prodotti nel nostro paese.
E infatti è non forse un caso se nel panel di giovedì 18 ottobre “Doc Events in Theaters: New Opportunities for New Audiences” il Division Manager del settore DOC del MIA Marco Spagnoli ha potuto snocciolare dati di tutto rispetto per questo settore, partendo da quelli di Cinetel citati in apertura al talk e relativi al 2018 che per i documentari al cinema segna già una crescita netta al box office, in contro tendenza con i numeri generali del cinema in Italia (lo scorso anno -12% di presenze in sala rispetto al 2016), con 5 milioni di euro di incassi nei primi 10 mesi dell’anno, un dato superiore al 2017 quando la stessa cifra fu raccolta in 12 mesi. A occhio e croce i documentari segneranno un +10%. Niente male dunque.
Ma fa ancor più piacere constatare che di questo ottimo risultato è proprio l’arte a far la parte del leone. Cosetta Lagani, direttore creativo e deus-ex-machina del brand Cinema d’Arte SKY, lo ha rivendicato con gentile sicurezza “Di questi cinque milioni dei documentari al cinema – ha spiegato durante la conferenza del MIA – possiamo con orgoglio dire che almeno la metà lo abbiamo portato a casa noi”. I due film targati SKY sono stati campioni di incassi nel 2018: Caravaggio, l’anima e il sangue distribuito in sala da NEXO Digital di Franco di Sarro con l’ormai classica formula dell’appuntamento al cinema dei tre giorni in sala ha raccolto oltre 1 milione 600 mila euro e il più recente Michelangelo Infinito distribuito invece dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, film diverso per posizionamento (più ‘autorevole finzione’ che documentario come ama definire questo nouveau genre la Lagani) è reduce dalla sua prima settimana di programmazione al cinema ‘classica’ ed ha portato a casa già 100 mila spettatori e 720mila euro e si prepara ad arrotondare questa cifra con un prossimo ritorno in sala ‘a gran richiesta’ a novembre.
E infatti Occhipinti si è detto molto contento di questo debutto di Lucky Red nel campo dell’arte, loro che in Italia hanno fatto da apripista ai documentari in sala sin da tempi non sospetti (si pensi al famoso e bellissimo “La marcia dei pinguini” il film doc diretto da Luc Jacquet che Lucky Red portò al cinema nel 2005 con la voce di Fiorello e che fece numeri da record al botteghino). E sarebbe stato interessante ascoltare la voce dell’altro protagonista di questo filone di cinema documentari d’arte italiani, Franco di Sarro appunto, che con la sua NEXO Digital ha costruito negli anni gran parte di questo nuovo mercato e che nei prossimi giorni debutterà in sala con un nuovo film doc “Klimt & Schiele. Eros e Psiche” che ha come produzione esecutiva la 3D Produzioni di Didi Gnocchi.
A proposito di case di produzione un altro interessante incontro al MIA è stato quello intitolato “DOC Panel – The Italian Creativity for International Markets – Original TV Formats and Programs” e moderato da Riccardo Chiattelli direttore content & communications di La EFFE Tv, il canale televisivo culturale targato Feltrinelli, che ha messo in fila alcune delle content factory italiane di maggior successo: Palomar, Stand By Me e Ballandi Arts. E quest’ultima ha presentato due format prodotti per l’hub europeo di SKY Arte “Master of Photography” e la serie “The mistery of the lost paintings” due esempi secondo il CEO della società Mario Paloschi di come sia possibile coniugare la “velocità e lo stile anglosassone di produzione con l’approccio, anche estetico e visivo del fare televisione all’italiana”. Due programmi che oltre a contare su una distribuzione internazionale nei canali fino ad oggi targati Murdoch (e da domani Comcast) hanno raccolto successi e adesioni in tutto il mondo.
Sempre l’arte sarà la protagonista infine di due altri importanti appuntamenti al MIA. Il talk di venerdì 19 in cui il braccio distributivo del broadcaster pubblico italiano, RAI Com con l’head of business development David Bogi presenterà i termini dell’accordo di co-produzione con il canale franco-tedesco arté e la svizzera RSI e sabato 20 ottobre il MIA Doc Pitching Forum in cui verranno presentati 18 nuovi progetti internazionali di documentari incentrati sul tema arte e cultura. Tra questi ci piace ricordare “Tintoretto, the first movie director” prodotto dalla veneziana Kublai Film di Lucio Scarpa.
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