Nuove frontiere dell'arte: nell’era tecnologica si dipinge col blackberry

©Vdokakis |
Milos manetas
07/11/2012
Roma - Un tempo, nella seconda metà del Quattrocento, il Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia era una monumentale corsia ospedaliera. Oggi si propone come punto d’incontro tra l'arte classica e quella contemporanea. Ospita performance e interventi site specific come quello in programma per Giovedì 22 novembre 2012, con Miltos Manetas e la sua Blackberry Paintings.
Ma di cosa si tratta? Ci arriviamo per gradi. Miltos Manetas è noto per essere stato l’ideatore del Padiglione Internet della 53° Biennale di Venezia, quella del 2009. Si trattava di uno spazio completamente virtuale che viveva una sua vita parallela rispetto agli altri eventi. L’artista è nato in Grecia e ha studiato all'Accademia di Brera, a Milano. Ora vive tra Londra e Los Angeles e corre molto veloce, soprattutto con le idee. Si dice molto più interessato a quello che accade nello spazio virtuale delle pagine elettroniche che a quello che accade nello spazio reale di gallerie e musei e che la sua arte è come “una sorta di safari nella natura selvaggia digitale”. Però non disdegna la pittura tradizionale, in particolare l’olio su tela. Così nel passato, per la precisione nel ’96, ha unito gli interessi e ha fatto del suo computer e della sua prima fotocamera digitale i soggetti dei suoi ritratti dipingendoli insieme, racconta, “come se si trattasse di una specie di aristocratici New Age”. Poi passa a dipingere cavi, periferiche e console di videogiochi, a volte insieme ad altri oggetti emblematici di quei giorni, come le scarpe Nike e gli stivali Helmut Lang. SuperMario e Lara Croft, eroi dei videogiochi, diventano i protagonisti dei suoi servizi fotografici. Di qui ai progetti di città virtuali su piattaforme come Active Worlds e SecondLife il passo è breve. Fonda poi un gruppo di artisti che agiscono sul web, e una nuova corrente di pensiero con un proprio manifesto. Il nome del gruppo è "Neen", scelto tra una selezione di nomi generati da un software che, per una coincidenza, in greco antico significa “adesso”.
Ora però sta andando già oltre Internet, per stare al passo coi tempi e prestare attenzione ancora una volta al mondo che ci circonda, insofferente a ciò che ha già sperimentato e ansioso di approfondire altre forme di espressione. Ed eccoci ai Blackberry Paintings: adesso, spiega, "dipinge" con un pennello da pittore tracciando i soggetti nell’aria in un modo invisibile ma che il suo Blackberry riesce a registrare in tempo reale.
Nicoletta Speltra
Ma di cosa si tratta? Ci arriviamo per gradi. Miltos Manetas è noto per essere stato l’ideatore del Padiglione Internet della 53° Biennale di Venezia, quella del 2009. Si trattava di uno spazio completamente virtuale che viveva una sua vita parallela rispetto agli altri eventi. L’artista è nato in Grecia e ha studiato all'Accademia di Brera, a Milano. Ora vive tra Londra e Los Angeles e corre molto veloce, soprattutto con le idee. Si dice molto più interessato a quello che accade nello spazio virtuale delle pagine elettroniche che a quello che accade nello spazio reale di gallerie e musei e che la sua arte è come “una sorta di safari nella natura selvaggia digitale”. Però non disdegna la pittura tradizionale, in particolare l’olio su tela. Così nel passato, per la precisione nel ’96, ha unito gli interessi e ha fatto del suo computer e della sua prima fotocamera digitale i soggetti dei suoi ritratti dipingendoli insieme, racconta, “come se si trattasse di una specie di aristocratici New Age”. Poi passa a dipingere cavi, periferiche e console di videogiochi, a volte insieme ad altri oggetti emblematici di quei giorni, come le scarpe Nike e gli stivali Helmut Lang. SuperMario e Lara Croft, eroi dei videogiochi, diventano i protagonisti dei suoi servizi fotografici. Di qui ai progetti di città virtuali su piattaforme come Active Worlds e SecondLife il passo è breve. Fonda poi un gruppo di artisti che agiscono sul web, e una nuova corrente di pensiero con un proprio manifesto. Il nome del gruppo è "Neen", scelto tra una selezione di nomi generati da un software che, per una coincidenza, in greco antico significa “adesso”.
Ora però sta andando già oltre Internet, per stare al passo coi tempi e prestare attenzione ancora una volta al mondo che ci circonda, insofferente a ciò che ha già sperimentato e ansioso di approfondire altre forme di espressione. Ed eccoci ai Blackberry Paintings: adesso, spiega, "dipinge" con un pennello da pittore tracciando i soggetti nell’aria in un modo invisibile ma che il suo Blackberry riesce a registrare in tempo reale.
Nicoletta Speltra
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