Il reperto recuperato di nuovo visibile al Museo delle Navi Romane

Il mosaico perduto di Caligola torna a Nemi dopo la "parentesi" americana

Il mosaico di Caligola, Nemi, Museo delle Navi Romane | Foto: © DRM-Lazio
 

Samantha De Martin

16/03/2021

Roma - Chissà come avrebbe reagito Caligola nel vedere il prezioso pavimento di serpentino verde e porfido rosso, strappato alle sue gigantesche navi, dove un tempo sfrecciavano le sue caligae, diventare, venti secoli più tardi, un tavolino con, apparecchiate, tazze di caffé americani, fumanti in un salotto oltreoceano.
Certo l’eccentrico imperatore che guidò l’Impero dal 37 al 41 d.C. sarebbe oggi ben lieto di tornare ad accogliere presso il Museo delle Navi Romane di Nemi il mosaico proveniente dalle sue due navi, esportato illegalmente in America nel dopoguerra, recuperato nel 2017 e restituito nel 2019 all’Italia grazie all’azione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
Presto, quando anche il museo di Nemi riaprirà i battenti, dopo la nuova pausa imposta dalla pandemia, i visitatori potranno tornare ad ammirare, in collezione permanente, questo gioiello a intarsi marmorei, parte delle ricche decorazioni presenti sulle pavimentazioni delle due navi che l’imperatore Caligola volle collocare nello speculum Dianae, il lago vulcanico di Nemi non lontano da Roma, dove le imbarcazioni furono affondate pochi anni più tardi.

In realtà il prezioso mosaico, adesso di nuovo visibile al Museo di Nemi, era rientrato in Italia già nel 2019, ma le successive vicende legate alla pandemia lo avevano tenuto nascosto agli occhi del pubblico.

Da Nemi al salotto di Park Avenue e ritorno

Riportato alla luce dagli scavi condotti nel 1895 da Eliseo Borghi, il mosaico di Caligola fu restaurato con integrazioni moderne. Purtroppo la cornice di cui fu dotato non consente più di cogliere i dettagli costruttivi, che possono però essere ricostruiti grazie ad altri frammenti conservati nel Museo.
Se il mosaico potrà mostrarsi, appena sarà possibile, in tutta la sua luce, è grazie all’azione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che, con la collaborazione di esperti del settore, hanno individuato il pavimento in una collezione privata di New York, consentendone il sequestro e la riconsegna all’Italia.
Esportato illegalmente nel dopoguerra, il reperto era infatti finito in un salotto di Park Avenue, per essere riutilizzato come tavolino per i caffé dall’antiquaria Helen Costantino Fioratti. Sarebbe stato il marito ad aver portato il pavimento a Manhattan, dopo averlo acquistato a Roma negli anni Sessanta.


Ala sinistra del Museo delle Navi di Caligola | Foto: © D.De Angelis - DRM Lazio

Un gioiello nel Museo delle Navi romane

Ed eccolo il mosaico, tornato a brillare nel museo delle Navi. L’edificio era stato costruito tra il 1933 e il 1939 per ospitare due gigantesche navi appartenute all'imperatore Caligola, recuperate nelle acque del lago tra il 1929 e il 1931: due scafi monumentali, andati rovinosamente distrutti durante un incendio nel 1944 e ricostruiti con alcune attrezzerie di bordo originali. Aperto e poi richiuso a fasi alterne, il museo riaprì definitivamente i battenti nel 1988.
Accanto al mosaico, ad attendere il visitatore del Museo saranno, nell'ala sinistra, le navi, delle quali sono esposti alcuni materiali, la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua, alcune attrezzerie di bordo originali o ricostruite.
L’ala destra, invece - dedicata al popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto - accoglie materiali votivi provenienti da Velletri, Genzano, e dal Santuario di Diana a Nemi, oltre ai reperti della Collezione Ruspoli.

Si potrà apprezzare anche un tratto musealizzato del basolato romano del clivus Virbii, che da Ariccia portava al Santuario di Diana.

"Verso un museo luogo di incontro, partecipazione sociale e inclusione”

“Sono contento che il mosaico sia stato restituito al luogo dal quale proveniva - commenta Massimo Osanna, direttore generale Musei -. È fondamentale riportare nei loro contesti i reperti, perché raccontano una storia fondamentale del territorio e sono parte della sua identità. Le Navi di Caligola raccontano una vicenda straordinaria. Non erano navi di uso comune, ma palazzi galleggianti, un lusso acquatico che ha avuto forse per modello le navi di Antonio e Cleopatra che navigavano nel Nilo. Erano decorate con pavimenti in opus sectile, avevano mosaici che rivestivano le pareti, ma anche fontane e ninfei. Per questo suo carattere straordinario è importante che il museo delle Navi diventi un polo per il territorio, di incontro, partecipazione sociale e inclusione”.



Veduta della ricostruzione in scala 1:5 dello scafo della nave | Foto: © M. Massaroni - DRM-Lazio











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