Lo street artist britannico al Chiostro del Bramante
Attenti a Banksy, nel cuore di Roma
L'allestimento della mostra Banksy. A visual protest al Chiostro del Bramante | Foto: © adicorbetta | Courtesy Chiostro del Bramante
Francesca Grego
26/10/2020
Roma - Non potremo vederlo al cinema, dove l’uscita di Banksy. L’Arte della Ribellione è stata messa in stand-by dalle chiusure dell’ultimo dpcm, ma niente paura: il popolare street artist di Bristol è in mostra a Roma, dove il Chiostro del Bramante gli dedica un percorso ricco di sorprese. A cominciare dal confronto con l’artista di casa, Raffaello, pittore di muri nella vicina Santa Maria della Pace. In programma fino all’11 aprile 2021, Banksy A Visual Protest è un viaggio nella produzione dell’artista anonimo più famoso della storia scandito da 90 opere intrise di ironia e di mistero, di politica e di denuncia.
Per saperne di più, ne abbiamo parlato con Natalia De Marco, direttore scientifico del Chiostro del Bramante.
Perché una mostra su Banksy?
“Nonostante voglia risultare sconosciuto e e non ami essere musealizzato, Banksy è uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea. Un museo non può ignorarlo: è necessario fare il punto su di lui, perché rappresenta un importante fenomeno culturale. C’è chi sostiene che uno street artist non possa stare in un museo. Ma Banksy ha prodotto molte opere per il collezionismo ed è uno degli artisti più influenti della scena attuale. Noi lo abbiamo trattato al pari di Turner, di Bacon e Freud, inutile girarci intorno. Naturalmente ci aspettiamo che lui contesti la mostra come contesta tutto e tutti, è nel gioco dei ruoli e secondo me è quello che Banksy in fondo vuole”.
Banksy, Happy Choppers, 2003
Che tipo di lavori troveranno i visitatori al Chiostro del Bramante?
“In mostra ci sono i lavori realizzati da Banksy tra il 2001 e il 2017 per il mondo del collezionismo: oli, carte, stampe, progetti per libri, copertine di vinili o cd come quelli dei Blur, amici dell’artista. E naturalmente le opere iconiche, come Girl with a Balloon o Love is in the Air. Abbiamo esplorato tutta la produzione di Banksy, esclusi i muri, perché crediamo che il loro posto sia nelle strade e nelle città. Il collezionismo che si è creato intorno ai muri - pezzi staccati, porte rubate - è stato volutamente escluso dalla selezione. Ma per rendere il percorso veramente completo, sui muri di Banksy avremo delle bellissime proiezioni. La visita sarà accompagnata da un racconto di mostra pensato per noi da Angela Rafanelli, che coinvolgerà il visitatore con un dinamismo che ben si adatta all’artista”.
Che cosa rende questa mostra speciale rispetto ai progetti su Banksy visti negli ultimi tempi?
“Tutte le opere esposte hanno ricevuto l’ok dalla Pest Control, l’unica società autorizzata a certificare l’autenticità dei lavori di Banksy. Perché in giro di opere non certificate ce ne sono molte”.
Banksy, Girl With Balloon, 2002, Stencil, Acrilico su carta
Al Chiostro Banksy dialoga con Raffaello. Come mai? E che cosa si dicono?
“Banksy a Visual Protest è stata pensata per aprire a marzo, in concomitanza con il cinquecentenario della morte di Raffaello. Al Chiostro del Bramante abbiamo la possibilità di ammirare il suo straordinario affresco delle Sibille - da poco restaurato - grazie a una grande finestra che dà sulla Basilica di Santa Maria della Pace. Siamo partiti dall’idea che quando nasce l’arte è sempre contemporanea: Raffaello fu un gigante del Rinascimento, ma anche un rivoluzionario rispetto alla sua epoca. Stessa cosa per Banksy oggi. La mostra innescherà un dialogo tra due innovatori che in tempi molto diversi hanno cambiato l’approccio all’arte”.
Che cosa farebbe Banksy se potesse veramente intervenire sui muri eretti da Donato Bramante?
“Probabilmente nulla, ha un grandissimo rispetto dei luoghi. Potrebbe lasciare un segno per il Chiostro del Bramante, non sul Chiostro del Bramante”.
Raffaello Sanzio, Sibille e Angeli, 1514. Basilica di Santa Maria della Pace, Roma. Sailko / CC BY (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)
Perché Banksy piace tanto? Da chi è composto il suo pubblico?
“Piace perché è immediato e perché le sue opere hanno sempre almeno una doppia lettura: c’è la parte ironica, ma anche quella socialmente impegnata. Prendiamo Jack and Jill, per esempio. A prima vista sono solo due bambini allegri che corrono con un panierino in mano. Dopo un attimo ti accorgi che sono bardati con i giubbotti antiproiettile della polizia. Banksy di solito è associato a un pubblico giovanissimo, ma ormai rappresenta un artista e un fenomeno globale, che è riuscito a dire la sua perfino nei giorni del lockdown: tutti lo conoscono e anche gli adulti stanno iniziando ad apprezzarlo”.
Tra quelle esposte, qual è l’opera che più rispecchia i nostri tempi secondo Natalia de Marco?
“Per il manifesto della mostra abbiamo scelto un’opera non troppo nota: se guardiamo a quello che sta succedendo negli Stati Uniti dopo il caso Floyd, l’immagine di Jack and Jill è davvero molto contemporanea”.
Banksy, Jack and Jill (Police Kids), 2005
Banksy A Visual Protest è una mostra ideata da Madeinart e realizzata da DART Chiostro del Bramante in collaborazione con 24Ore Cultura, con ARTE.it come media partner.
Leggi anche:
• Banksy: gli interventi più clamorosi dell'artista di Bristol
• Le grandi mostre che inaugurano a ottobre, dai Macchiaioli a Caravaggio
• Da Boldini ai robot, le mostre da non perdere a novembre
Per saperne di più, ne abbiamo parlato con Natalia De Marco, direttore scientifico del Chiostro del Bramante.
Perché una mostra su Banksy?
“Nonostante voglia risultare sconosciuto e e non ami essere musealizzato, Banksy è uno dei più grandi protagonisti dell’arte contemporanea. Un museo non può ignorarlo: è necessario fare il punto su di lui, perché rappresenta un importante fenomeno culturale. C’è chi sostiene che uno street artist non possa stare in un museo. Ma Banksy ha prodotto molte opere per il collezionismo ed è uno degli artisti più influenti della scena attuale. Noi lo abbiamo trattato al pari di Turner, di Bacon e Freud, inutile girarci intorno. Naturalmente ci aspettiamo che lui contesti la mostra come contesta tutto e tutti, è nel gioco dei ruoli e secondo me è quello che Banksy in fondo vuole”.
Banksy, Happy Choppers, 2003
Che tipo di lavori troveranno i visitatori al Chiostro del Bramante?
“In mostra ci sono i lavori realizzati da Banksy tra il 2001 e il 2017 per il mondo del collezionismo: oli, carte, stampe, progetti per libri, copertine di vinili o cd come quelli dei Blur, amici dell’artista. E naturalmente le opere iconiche, come Girl with a Balloon o Love is in the Air. Abbiamo esplorato tutta la produzione di Banksy, esclusi i muri, perché crediamo che il loro posto sia nelle strade e nelle città. Il collezionismo che si è creato intorno ai muri - pezzi staccati, porte rubate - è stato volutamente escluso dalla selezione. Ma per rendere il percorso veramente completo, sui muri di Banksy avremo delle bellissime proiezioni. La visita sarà accompagnata da un racconto di mostra pensato per noi da Angela Rafanelli, che coinvolgerà il visitatore con un dinamismo che ben si adatta all’artista”.
Che cosa rende questa mostra speciale rispetto ai progetti su Banksy visti negli ultimi tempi?
“Tutte le opere esposte hanno ricevuto l’ok dalla Pest Control, l’unica società autorizzata a certificare l’autenticità dei lavori di Banksy. Perché in giro di opere non certificate ce ne sono molte”.
Banksy, Girl With Balloon, 2002, Stencil, Acrilico su carta
Al Chiostro Banksy dialoga con Raffaello. Come mai? E che cosa si dicono?
“Banksy a Visual Protest è stata pensata per aprire a marzo, in concomitanza con il cinquecentenario della morte di Raffaello. Al Chiostro del Bramante abbiamo la possibilità di ammirare il suo straordinario affresco delle Sibille - da poco restaurato - grazie a una grande finestra che dà sulla Basilica di Santa Maria della Pace. Siamo partiti dall’idea che quando nasce l’arte è sempre contemporanea: Raffaello fu un gigante del Rinascimento, ma anche un rivoluzionario rispetto alla sua epoca. Stessa cosa per Banksy oggi. La mostra innescherà un dialogo tra due innovatori che in tempi molto diversi hanno cambiato l’approccio all’arte”.
Che cosa farebbe Banksy se potesse veramente intervenire sui muri eretti da Donato Bramante?
“Probabilmente nulla, ha un grandissimo rispetto dei luoghi. Potrebbe lasciare un segno per il Chiostro del Bramante, non sul Chiostro del Bramante”.
Raffaello Sanzio, Sibille e Angeli, 1514. Basilica di Santa Maria della Pace, Roma. Sailko / CC BY (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)
Perché Banksy piace tanto? Da chi è composto il suo pubblico?
“Piace perché è immediato e perché le sue opere hanno sempre almeno una doppia lettura: c’è la parte ironica, ma anche quella socialmente impegnata. Prendiamo Jack and Jill, per esempio. A prima vista sono solo due bambini allegri che corrono con un panierino in mano. Dopo un attimo ti accorgi che sono bardati con i giubbotti antiproiettile della polizia. Banksy di solito è associato a un pubblico giovanissimo, ma ormai rappresenta un artista e un fenomeno globale, che è riuscito a dire la sua perfino nei giorni del lockdown: tutti lo conoscono e anche gli adulti stanno iniziando ad apprezzarlo”.
Tra quelle esposte, qual è l’opera che più rispecchia i nostri tempi secondo Natalia de Marco?
“Per il manifesto della mostra abbiamo scelto un’opera non troppo nota: se guardiamo a quello che sta succedendo negli Stati Uniti dopo il caso Floyd, l’immagine di Jack and Jill è davvero molto contemporanea”.
Banksy, Jack and Jill (Police Kids), 2005
Banksy A Visual Protest è una mostra ideata da Madeinart e realizzata da DART Chiostro del Bramante in collaborazione con 24Ore Cultura, con ARTE.it come media partner.
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