Guida ai tesori del museo di Perugia
La Galleria Nazionale dell’Umbria. Un grandioso viaggio nella storia
Pietro Perugino (1448 - 1523), San Bernardino risana da un’ulcera la figlia di Giovanni Antonio Petrazio da Rieti, Dalle Storie di San Bernardino, 1473, Olio su tela, 75 x 57 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
Francesca Grego
01/05/2020
Perugia - In Umbria la grande arte è di casa: Duccio da Boninsegna, Gentile da Fabriano, Giotto, Beato Angelico, Piero della Francesca, Pinturicchio, Perugino e il giovane Raffaello hanno impreziosito chiese e palazzi della regione con autentici gioielli. E a Perugino, Maestro del genio urbinate, è intitolata la Pinacoteca della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell'Umbria racconta uno dei capolavori del museo
Incorniciata dalle architetture gotiche del Palazzo dei Priori, la sua collezione sfoggia un incredibile numero di capolavori. Si viene qui per ammirare talenti autoctoni di fama internazionale e per scoprire come in questa terra di mezzo si siano intrecciate novità provenienti da Est e da Ovest, dalle Marche come dalla Toscana.
Palazzo dei Priori, Perugia | Foto: Greymouser (Own Work) via Wikimedia creative Commons
Il Palazzo dei Priori
Il Palazzo dei Priori è uno degli edifici più caratteristici del centro storico di Perugia. Con i suoi merli, le eleganti trifore e il bel portale a ogiva ci invita ad immergerci nelle atmosfere del Medioevo, quando qui si prendevano le più importanti decisioni politiche riguardanti il governo della città.
Ancora oggi il primo piano è sede del Comune di Perugia, mentre al secondo e al terzo livello trovano posto le opere della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Se l’esterno spicca per il carattere maestoso, all’interno affreschi di pregio testimoniano gli antichi fasti. La Sala delle Udienze del Collegio del Cambio, per esempio, fu decorata da un Perugino all’apice del successo con l’aiuto dell’allievo Raffaello. Appena sedicenne, qui il Sanzio lasciò il segno dipingendo il volto del re Salomone e la virtù della Fortezza in un ciclo pittorico monumentale.
Un autentico tesoro è poi rappresentato dagli affreschi della Cappella dei Priori. A narrare le storie del protettore del palazzo San Ludovico da Tolosa e del patrono di Perugia Sant’Ercolano è il pennello di Benedetto Bonfigli, il pittore più illustre della città prima dell’ascesa di Perugino.
Pietro Perugino (1448 - 1523), Fortezza e Temperanza sopra sei eroi antichi, 1497-1500, Affresco, 291 x 400 cm, Perugia, Sala delle Udienze del Collegio del Cambio, Palazzo dei Priori
Un grandioso viaggio nella storia dell’arte
Dal Duecento fino al XIX secolo, il percorso della Galleria Nazionale dell’Umbria è un cammino suggestivo attraverso il tempo. Su due piani e 4000 metri di spazi espositivi possiamo ammirare quadri, sculture, fondi oro e polittici di pregio, ma anche avori, legni intagliati e lavori di finissima oreficeria. Si parte dal Duecento con le sculture di Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, per andare avanti con Croci preziose e Madonne dipinte dal Maestro di San Francesco, Duccio da Boninsegna e Gentile da Fabriano. Agli albori del Rinascimento vediamo gli influssi di Carlo Crivelli in arrivo dal versante adriatico incrociare il gusto fiorentino di Verrocchio e Beato Angelico, prima che la stagione culmini nei capolavori di Piero della Francesca, Perugino e Pinturicchio. Ma l’arte non finisce certo nel Quattrocento: ce n’è ancora per quattro secoli, tra le atmosfere barocche di Pietro da Cortona e il tenebroso Noli me tangere del caravaggesco Valentin de Boulogne, il XVIII secolo di Pierre Subleyras e il Neoclassicismo di Jean-Baptiste Wicar, che a Perugia diresse l’Accademia di Belle Arti.
La pittura a tempo di musica
Sono tanti gli itinerari possibili all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, da provare anche online affidandosi ai consigli dei curatori. Si può saltare tra le opere imperdibili o prendersi il tempo di un tour approfondito, o ancora sperimentare un’esperienza all’insegna della sinestesia con il percorso Musiche Angeliche. In questo progetto 17 opere legate alla musica sono state tradotte in note partendo da studi filologici su composizioni e strumenti antichi: con un semplice click, abbiamo quindi occasione di scoprire come “suonano” e “cantano” una Natività del Trecento, la Madonna dell’Orchestra di Giovanni Boccati o la Santa Cecilia con la spinetta e un Angelo di Orazio Gentileschi.
Benedetto Bonfigli (Perugia, 1420 - 1496), Madonna con il Bambino e Angeli musicanti, 1467-1468 | Courtesy Galleria Nazionale dell'Umbria
I capolavori della Galleria Nazionale dell’Umbria
è davvero difficile rappresentare la ricchezza del museo perugino con una manciata di capolavori. In ordine di tempo, inizieremo dall’iconica Madonna con Bambino di Duccio da Boninsegna (primo decennio del XIV secolo), capace di fondere l’eredità bizantina con i decorativismi del Gotico internazionale e le novità tutte italiane di Cimabue, i simboli della tradizione e un dialogo tra madre e figlio che chiama in causa anche lo spettatore.
Altro tesoro della Galleria Nazionale dell’Umbria è il Polittico di Sant’Antonio di Piero della Francesca, dipinto nel 1467 per un convento perugino, smembrato all’inizio dell’Ottocento e finalmente ricomposto nel 1929. Le ricerche pionieristiche del pittore di Sansepolcro si rivelano nel senso dello spazio e dei volumi quasi scultorei della Sacra Conversazione con Santi. Ma è l’Annunciazione rappresentata nella parte superiore della pala a darci il senso di un’epoca nuova: l’uso della prospettiva e l’architettura che incornicia la scena indica che siamo entrati ufficialmente nel Rinascimento.
Piero della Francesca (? - 1492), Annunciazione, Dettaglio dal Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, Pannello, 338 x 230 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
Di Pietro Vannucci detto il Perugino, il museo umbro conserva una strepitosa selezione di capolavori. Ci sono le Storie di San Bernardino (1473), dipinte per un oratorio sorto proprio nel punto della città dove il santo era solito predicare, l’Adorazione dei Magi (1475), con cui il Maestro porta in Umbria le novità apprese a Firenze da Verrocchio e Botticelli, e il celebre Polittico di Sant’Agostino (1502-1523), dove la pittura delicata ed elegante di Vannucci si rivela in tutto il suo splendore dai personaggi ai dolci paesaggi collinari.
L’unico vero rivale di Perugino in città fu Bernardino di Betto Betti, più noto come Pinturicchio. In Galleria è ben rappresentato dalla Pala di Santa Maria dei Fossi, che ha la forma della facciata di una chiesa ed è incorniciata da sontuose carpenterie dorate. Qui Pinturicchio narra la parabola di Cristo dall’Incarnazione fino al Sacrificio e alla Redenzione, sfoggiando le finezze apprese a Roma dove ha lavorato per i cantieri vaticani di papa Alessandro VI Borgia.
Pinturicchio (Perugia, 1452 circa - Siena, 1513), Pala di Santa Maria dei Fossi, Dettaglio, 1496-1498, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
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• La Croce di San Francesco a Perugia
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Palazzo dei Priori, Perugia | Foto: Greymouser (Own Work) via Wikimedia creative Commons
Il Palazzo dei Priori
Il Palazzo dei Priori è uno degli edifici più caratteristici del centro storico di Perugia. Con i suoi merli, le eleganti trifore e il bel portale a ogiva ci invita ad immergerci nelle atmosfere del Medioevo, quando qui si prendevano le più importanti decisioni politiche riguardanti il governo della città.
Ancora oggi il primo piano è sede del Comune di Perugia, mentre al secondo e al terzo livello trovano posto le opere della Galleria Nazionale dell’Umbria.
Se l’esterno spicca per il carattere maestoso, all’interno affreschi di pregio testimoniano gli antichi fasti. La Sala delle Udienze del Collegio del Cambio, per esempio, fu decorata da un Perugino all’apice del successo con l’aiuto dell’allievo Raffaello. Appena sedicenne, qui il Sanzio lasciò il segno dipingendo il volto del re Salomone e la virtù della Fortezza in un ciclo pittorico monumentale.
Un autentico tesoro è poi rappresentato dagli affreschi della Cappella dei Priori. A narrare le storie del protettore del palazzo San Ludovico da Tolosa e del patrono di Perugia Sant’Ercolano è il pennello di Benedetto Bonfigli, il pittore più illustre della città prima dell’ascesa di Perugino.
Pietro Perugino (1448 - 1523), Fortezza e Temperanza sopra sei eroi antichi, 1497-1500, Affresco, 291 x 400 cm, Perugia, Sala delle Udienze del Collegio del Cambio, Palazzo dei Priori
Un grandioso viaggio nella storia dell’arte
Dal Duecento fino al XIX secolo, il percorso della Galleria Nazionale dell’Umbria è un cammino suggestivo attraverso il tempo. Su due piani e 4000 metri di spazi espositivi possiamo ammirare quadri, sculture, fondi oro e polittici di pregio, ma anche avori, legni intagliati e lavori di finissima oreficeria. Si parte dal Duecento con le sculture di Arnolfo di Cambio, Nicola e Giovanni Pisano, per andare avanti con Croci preziose e Madonne dipinte dal Maestro di San Francesco, Duccio da Boninsegna e Gentile da Fabriano. Agli albori del Rinascimento vediamo gli influssi di Carlo Crivelli in arrivo dal versante adriatico incrociare il gusto fiorentino di Verrocchio e Beato Angelico, prima che la stagione culmini nei capolavori di Piero della Francesca, Perugino e Pinturicchio. Ma l’arte non finisce certo nel Quattrocento: ce n’è ancora per quattro secoli, tra le atmosfere barocche di Pietro da Cortona e il tenebroso Noli me tangere del caravaggesco Valentin de Boulogne, il XVIII secolo di Pierre Subleyras e il Neoclassicismo di Jean-Baptiste Wicar, che a Perugia diresse l’Accademia di Belle Arti.
La pittura a tempo di musica
Sono tanti gli itinerari possibili all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, da provare anche online affidandosi ai consigli dei curatori. Si può saltare tra le opere imperdibili o prendersi il tempo di un tour approfondito, o ancora sperimentare un’esperienza all’insegna della sinestesia con il percorso Musiche Angeliche. In questo progetto 17 opere legate alla musica sono state tradotte in note partendo da studi filologici su composizioni e strumenti antichi: con un semplice click, abbiamo quindi occasione di scoprire come “suonano” e “cantano” una Natività del Trecento, la Madonna dell’Orchestra di Giovanni Boccati o la Santa Cecilia con la spinetta e un Angelo di Orazio Gentileschi.
Benedetto Bonfigli (Perugia, 1420 - 1496), Madonna con il Bambino e Angeli musicanti, 1467-1468 | Courtesy Galleria Nazionale dell'Umbria
I capolavori della Galleria Nazionale dell’Umbria
è davvero difficile rappresentare la ricchezza del museo perugino con una manciata di capolavori. In ordine di tempo, inizieremo dall’iconica Madonna con Bambino di Duccio da Boninsegna (primo decennio del XIV secolo), capace di fondere l’eredità bizantina con i decorativismi del Gotico internazionale e le novità tutte italiane di Cimabue, i simboli della tradizione e un dialogo tra madre e figlio che chiama in causa anche lo spettatore.
Altro tesoro della Galleria Nazionale dell’Umbria è il Polittico di Sant’Antonio di Piero della Francesca, dipinto nel 1467 per un convento perugino, smembrato all’inizio dell’Ottocento e finalmente ricomposto nel 1929. Le ricerche pionieristiche del pittore di Sansepolcro si rivelano nel senso dello spazio e dei volumi quasi scultorei della Sacra Conversazione con Santi. Ma è l’Annunciazione rappresentata nella parte superiore della pala a darci il senso di un’epoca nuova: l’uso della prospettiva e l’architettura che incornicia la scena indica che siamo entrati ufficialmente nel Rinascimento.
Piero della Francesca (? - 1492), Annunciazione, Dettaglio dal Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, Pannello, 338 x 230 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
Di Pietro Vannucci detto il Perugino, il museo umbro conserva una strepitosa selezione di capolavori. Ci sono le Storie di San Bernardino (1473), dipinte per un oratorio sorto proprio nel punto della città dove il santo era solito predicare, l’Adorazione dei Magi (1475), con cui il Maestro porta in Umbria le novità apprese a Firenze da Verrocchio e Botticelli, e il celebre Polittico di Sant’Agostino (1502-1523), dove la pittura delicata ed elegante di Vannucci si rivela in tutto il suo splendore dai personaggi ai dolci paesaggi collinari.
L’unico vero rivale di Perugino in città fu Bernardino di Betto Betti, più noto come Pinturicchio. In Galleria è ben rappresentato dalla Pala di Santa Maria dei Fossi, che ha la forma della facciata di una chiesa ed è incorniciata da sontuose carpenterie dorate. Qui Pinturicchio narra la parabola di Cristo dall’Incarnazione fino al Sacrificio e alla Redenzione, sfoggiando le finezze apprese a Roma dove ha lavorato per i cantieri vaticani di papa Alessandro VI Borgia.
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