Dal 10 febbraio al 4 giugno al Rijksmuseum

Una riunione senza precedenti: inaugurata ad Amsterdam la grande mostra su Vermeer

Vermeer exhibition. Photo Rijksmuseum/ Henk Wildschut
 

Francesca Grego

10/02/2023

Mondo - È una delle mostre più attese in Europa quella inaugurata oggi, venerdì 10 febbraio, al Rijksmuseum di Amsterdam: in una riunione senza precedenti potremo vedere insieme ben 28 dipinti di Jan Vermeer, approdati nei Paesi Bassi da grandi musei europei e americani. Tra le gemme dell’allestimento troveremo la Ragazza con l’orecchino di perla (Mauritshuis), il Geografo dello Städel Museum di Francoforte, la Donna che scrive una lettera e la domestica della National Gallery of Ireland, la Pesatrice di perle della National Gallery of Art di Washington, mentre per la prima volta torneranno in Olanda la Ragazza che legge una lettera davanti alla finestra aperta, recentemente restaurata presso la Gemäldegalerie di Dresda, la Ragazza interrotta durante la lezione di musica, il Soldato con ragazza sorridente e la Padrona e la cameriera, tutti e tre di proprietà della Frick Collection di New York. 


Jan Vermeer, Ragazza che legge una lettera davanti a una finestra aperta, 1657 circa (dopo il restauro) I Courtesy Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda

Nonostante Vermeer sia un’autentica star dell’arte, oggi conosciamo appena 37 opere uscite dal suo pennello e anche la biografia dell’artista appare piuttosto misteriosa, al punto che è stato soprannominato la “Sfinge di Delft”. Frutto della collaborazione del Rijksmuseum con il Mauritshuis dell’Aja, l’esposizione olandese sarà un’opportunità unica per immergerci nella pittura del maestro della luce e saperne di più sulla sua vita grazie ad approfondite ricerche condotte per l’occasione. Negli ultimi anni, inoltre, gli esperti del museo hanno esaminato attentamente le tele di Vermeer: tecnologie di indagine avanzate hanno rivelato sorprendenti novità sul modus operandi dell’artista, illuminando la genesi di celebri capolavori e spazzando via convinzioni da tempo consolidate. 


Vermeer exhibition. Photo Rijksmuseum/ Henk Wildschut

Già un mese fa, il Rijksmuseum ha annunciato di aver venduto ben 100 mila biglietti di ingresso alla mostra: in previsione di un considerevole aumento del flusso di visitatori, il museo ha perciò programmato aperture serali nel weekend fino alla chiusura dell’esposizione, prevista per il 4 giugno. E per chi non potrà recarsi ad Amsterdam, online è disponibile gratuitamente Closer to Vermeer, una visita virtuale guidata in inglese e in olandese, con immagini ad altissima risoluzione e la possibilità di ingrandire i particolari delle opere.


Johannes Vermeer, View of Delft, 1660-61, Mauritshuis, L'Aia

In contemporanea con l’evento del Rijks, una seconda esposizione apre i battenti al Museum Prinsenhof di Delft, la città dove Vermeer nacque e lavorò, con l’obiettivo di esplorare il contesto storico-culturale in cui fiorì la sua arte. Opere di maestri del Seicento, tappeti e ceramiche preziose che furono il vanto delle floride manifatture locali, lettere e rari materiali d’archivio tratteggeranno l’affresco di un’epoca e di una città in omaggio al genio della luce. 


Johannes Vermeer, The Milkmaid (La lattaia), 1658-59, oil on canvas. Rijksmuseum, Amsterdam. Purchased with the support of the Vereniging Rembrandt

Nel backstage del lavoro di Vermeer: le rivelazioni della Lattaia
Per molto tempo si è pensato che Vermeer dipingesse in modo lento e meticoloso, da vero perfezionista. Gli studi condotti sulla celebre Lattaia contraddicono clamorosamente questa idea: spesse linee di vernice nera applicata in fretta sul fondo del dipinto mostrano come il pittore abbia delineato rapidamente la scena con toni chiari e scuri, prima di definirne i mirabili dettagli. Un’ipotesi che trova conferma nelle ricerche portate avanti dalla National Gallery di Washington su un altro capolavoro del pittore, la Pesatrice di perle, che negli strati inferiori ha rivelato una pittura veloce e spontanea, del tutto diversa da quella di superficie dove le singole pennellate sono appena percettibili. 

Sempre a proposito della Lattaia, avanzate tecnologie di scansione hanno permesso di identificare alcuni oggetti che risultano cancellati nella stesura finale: alle spalle della donna un portabrocche pieno di vasellame, tipico delle cucine olandesi dell’epoca - il Rijksmuseum ne conserva un esempio nella straordinaria Casa delle bambole di Petronilla Oortman, un gioiello quotidiano da non perdere! - e un braciere con carboni ardenti, usato per tenere al caldo i neonati e asciugare i pannolini, ora coperto dalla stufa, dalle piastrelle di Delft e dal pavimento. L’inventario delle proprietà di Vermeer conferma che questi oggetti si trovavano nella casa del pittore, padre di 15 bambini. 

“Era già stato fatto così tanto lavoro su questo dipinto che non ci saremmo mai aspettato che qualcosa di così definitivo emergesse grazie alla tecnologia moderna”, ha detto il direttore del Rijksmuseum Taco Dibbits: “La mostra offre l’occasione perfetta per esplorare Vermeer con i mezzi più avanzati a nostra disposizione, avvicinando sempre più gli spettatori a uno degli artisti più misteriosi e amati di tutti i tempi”. 


Johannes Vermeer, The Lacemaker (La merlettaia), 1666–68, oil on canvas mounted on panel. Musée du Louvre, Paris

Il maestro della luce… e della camera oscura
Un’altra scoperta emersa dalle ricerche compiute in occasione della mostra riguarda la camera oscura, un dispositivo usato già da Leonardo nei suoi studi sull’ottica. Lo storico dell’arte Gregor JM Weber ha accertato che anche Vermeer si servì di questa tecnologia antenata della macchina fotografica. Osservando un dipinto come la Merlettaia, notiamo che gli oggetti in primo piano sono sfocati a vantaggio del volto e delle mani della protagonista, esattamente come accade all’immagine in una camera oscura. Dove e in che modo il pittore olandese aveva conosciuto questa macchina della visione? In un luogo apparentemente insospettabile: la chiesa che sorgeva accanto alla sua casa, su Oude Langendijk nel quartiere Papenhoek di Delft. Un disegno del parroco Isaac van der Mye, artista a sua volta, riflette chiaramente le caratteristiche del dispositivo. A quei tempi l’ottica era tra gli interessi dei gesuiti, che consideravano la camera oscura uno strumento per l’osservazione della luce divina: è stato ritrovato perfino un sermone che illustra nei dettagli le implicazioni artistiche e morali del dispositivo!


Johannes Vermeer, Woman with a Pearl Necklace (Donna con una collana di perle), c. 1662-64, oil on canvas. Staatliche Museen zu Berlin – Gemäldegalerie

Un artista cattolico nell’Olanda protestante
Si apre così un nuovo capitolo, legato alla vita privata dell’artista. Stando ai risultati delle indagini, Vermeer era un fervente cattolico - fatto non proprio comune nell’Olanda del XVII secolo - come pure la moglie e la suocera, che abitava con loro. Lo dimostrano alcuni quadri trovati nella sua casa, una Crocifissione di grandi dimensioni e una Santa Veronica con tanto di sindone, tipici arredi delle stanze domestiche dedicate alla devozione. Ne ritroviamo l’immagine nell’Allegoria della fede cattolica di Vermeer, probabilmente una “fotografia” dell’abitazione del pittore. Nel dipinto una sfera di vetro riflettente pende dal soffitto, un simbolo di fede per i gesuiti che Vermeer ebbe come “vicini di casa”. Uno dei suoi figli prese il nome dal fondatore dell’ordine, Sant’Ignazio di Loyola. 


Johannes Vermeer, Woman Holding a Balance (Pesatrice di perle o Donna con una bilancia), c. 1664, National Gallery of Art, Washington

Anche il capolavoro della Pesatrice di perle cela significati legati alla fede religiosa dell’artista. Sulla tela vediamo una donna con un’elegante giacca blu bordata di pelliccia, che con la mano destra regge i piatti di una bilancia perfettamente in equilibrio. Un grande dipinto del Giudizio Universale è appeso in fondo alla stanza. Davanti a lei, un luccicante panno blu, scatole aperte, due fili di perle e una catena d’oro. Dalla finestra una luce soffusa illumina la scena. La donna è così pensierosa che lo spettatore quasi esita a intromettersi nel suo momento di contemplazione. L’accostamento visivo tra la donna e il Giudizio Universale è rafforzato da parallelismi tematici: giudicare è pesare. La scena riflette le istruzioni scritte da Sant'Ignazio di Loyola nei suoi Esercizi Spirituali, secondo cui i fedeli, prima della meditazione, dovrebbero esaminare la propria coscienza e pesare i peccati commessi come se stessero per affrontare il Giorno del Giudizio. 


Johannes Vermeer, Soldato con ragazza sorridente, 1657-58, The Frick Collection , New York