Dal 27 giugno al Museo Guggenheim
Nel mondo di Yayoi Kusama. La retrospettiva completa in arrivo a Bilbao
Yayoi Kusama. Foto Yusuke Miyazaki I Courtesy Guggenheim Bilbao
Francesca Grego
27/05/2023
Mondo - È una delle artiste contemporanee più amate al mondo, ma sono in pochi a poter dire di conoscere davvero Yayoi Kusama. L’occasione – imperdibile – arriva dal Museo Guggenheim di Bilbao, che dal 27 giugno all’8 ottobre le dedicherà una retrospettiva completa. Realizzata in collaborazione con M+, Hong Kong, Yayoi Kusama. Dal 1945 ad oggi si presenta come un’esplorazione a 360 gradi dell’opera dell’artista, attraverso ben 200 dipinti, sculture, performance, immagini in movimento, materiale d’archivio e grandi installazioni ambientali rappresentative di 70 anni di carriera.
Dai primi disegni eseguiti da adolescente durante la Seconda Guerra Mondiale alle opere immersive più recenti, la mostra ricostruisce il percorso che ha portato alla definizione dell’universo allucinatorio e accattivante di questa artista così speciale. In evidenza i temi favoriti da Kusama, come l’infinito, l’accumulazione, la connessione con la natura e con il cosmo, la morte, ma anche la forza della vita e l’arte come terapia. Si parte dagli autoritratti, centrali nell’opera di un’artista con una forte urgenza di autoaffermazione, per poi tuffarsi nelle sue celebri distese di pois e ammirare dal vivo le iconiche zucche che con sensibilità animista, Kusama identifica con una sorta di spirito vegetale benevolo, nonché come un riflesso della propria anima.
Yayoi Kusama, Pumpkins I Courtesy Guggenheim Bilbao
Accanto alle opere più note, troveremo pezzi anche molto distanti dallo stile che siamo soliti associare a questa artista, e che tuttavia sono in grado di dirci molto sulla sua storia, sulle sue idee e sull’evoluzione della sua sensibilità: un dipinto del ’54 che raffigura l’esplosione della bomba atomica, per esempio, o i manichini dipinti del ciclo Self-Obliteration (1966-74), o ancora lavori in stoffa imbottita e sculture molli come quelle di Death of a Nerve (1976), dove l’autrice esprime il suo punto di vista sulla vita oltre la morte.
Yayoi Kusama, The Moment of Regeneration I Courtesy Guggenheim Bilbao
Oggi Kusama appare a molti come un’innocua artista pop, ma non è sempre stato così. Le sue opere, all’inizio di una novità dirompente, hanno suscitato scalpore in Giappone come in Occidente e, verso la fine degli anni Sessanta, la pittrice ha sviluppato idee e pratiche artistiche radicali. Emigrata negli Stati Uniti, Kusama ha preso posizione contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti dei gay, ha denunciato discriminazioni di razza e di genere: le sue performance provocatorie hanno creato scandalo a causa dei nudi esibiti, ma anche delle caustiche parodie della politica statunitense. La mostra dedica un’intera sezione a questo periodo, che vede l’artista sperimentare con il fashion design, gli audiovisivi, le luci e il cinema espanso.
Yayoi Kusama, Souls that Flew in the Sky I Courtesy Guggenheim Bilbao
Il successo, quello vero, per Yayoi arriverà solo alla soglia dei sessant’anni, intorno al 1988. Da allora, concepirà il suo lavoro di artista come una sofferenza curativa a beneficio di se stessa e degli altri. “Creo arte per la guarigione di tutta l’umanità”, dice, e le opere del nuovo millennio amplificheranno questo messaggio. Nel 2009 Kusama dà il via alla serie più vasta della sua carriera, che terminerà nel 2021. Ampiamente rappresentata a Bilbao, My Eternal Soul si compone di 900 dipinti allegri e colorati, che si distinguono per la tavolozza, i motivi e un insolito formato quadrato. In mostra troveremo anche l’ultima serie Everyday I Pray for Love, realizzata durante la pandemia dall’artista ormai ultranovantenne. “Oh tempo. Fermati ancora un istante. Ho molto altro lavoro da fare. Ci sono tante cose che voglio esprimere”, scrive Yayoi.
Yayoi Kusama, Infinity Mirrored Room I Courtesy Guggenheim Bilbao
Al Guggenheim, infine, arriverà anche la grande installazione Infinity Mirrored Room – A Wish for Human Happiness Calling from Beyond the Universe del 2020, finora esposta solo al Museo Yayoi Kusama di Tokyo: una magica stanza di specchi apparentemente senza confini, dove l’artista trasforma le sue allucinazioni in visioni mistiche, dando l’impressione di sprofondare nella polvere di stelle di un universo infinito.
E a chi desidera approfondire ulteriormente la conoscenza di questa artista straordinaria, il museo di Bilbao dedicherà incontri e conferenze, nonché la proiezione del documentario Kusama-Infinity di Heather Lenz (2018).
Yayoi Kusama, Portrait, 2015 I Courtesy Guggenheim Bilbao
Vedi anche:
• Yayoi Kusama sbarca a Bergamo con una spettacolare Infinity Room
• FOTO - La Torre incantata di Yayoi Kusama
Dai primi disegni eseguiti da adolescente durante la Seconda Guerra Mondiale alle opere immersive più recenti, la mostra ricostruisce il percorso che ha portato alla definizione dell’universo allucinatorio e accattivante di questa artista così speciale. In evidenza i temi favoriti da Kusama, come l’infinito, l’accumulazione, la connessione con la natura e con il cosmo, la morte, ma anche la forza della vita e l’arte come terapia. Si parte dagli autoritratti, centrali nell’opera di un’artista con una forte urgenza di autoaffermazione, per poi tuffarsi nelle sue celebri distese di pois e ammirare dal vivo le iconiche zucche che con sensibilità animista, Kusama identifica con una sorta di spirito vegetale benevolo, nonché come un riflesso della propria anima.
Yayoi Kusama, Pumpkins I Courtesy Guggenheim Bilbao
Accanto alle opere più note, troveremo pezzi anche molto distanti dallo stile che siamo soliti associare a questa artista, e che tuttavia sono in grado di dirci molto sulla sua storia, sulle sue idee e sull’evoluzione della sua sensibilità: un dipinto del ’54 che raffigura l’esplosione della bomba atomica, per esempio, o i manichini dipinti del ciclo Self-Obliteration (1966-74), o ancora lavori in stoffa imbottita e sculture molli come quelle di Death of a Nerve (1976), dove l’autrice esprime il suo punto di vista sulla vita oltre la morte.
Yayoi Kusama, The Moment of Regeneration I Courtesy Guggenheim Bilbao
Oggi Kusama appare a molti come un’innocua artista pop, ma non è sempre stato così. Le sue opere, all’inizio di una novità dirompente, hanno suscitato scalpore in Giappone come in Occidente e, verso la fine degli anni Sessanta, la pittrice ha sviluppato idee e pratiche artistiche radicali. Emigrata negli Stati Uniti, Kusama ha preso posizione contro la guerra in Vietnam e a favore dei diritti dei gay, ha denunciato discriminazioni di razza e di genere: le sue performance provocatorie hanno creato scandalo a causa dei nudi esibiti, ma anche delle caustiche parodie della politica statunitense. La mostra dedica un’intera sezione a questo periodo, che vede l’artista sperimentare con il fashion design, gli audiovisivi, le luci e il cinema espanso.
Yayoi Kusama, Souls that Flew in the Sky I Courtesy Guggenheim Bilbao
Il successo, quello vero, per Yayoi arriverà solo alla soglia dei sessant’anni, intorno al 1988. Da allora, concepirà il suo lavoro di artista come una sofferenza curativa a beneficio di se stessa e degli altri. “Creo arte per la guarigione di tutta l’umanità”, dice, e le opere del nuovo millennio amplificheranno questo messaggio. Nel 2009 Kusama dà il via alla serie più vasta della sua carriera, che terminerà nel 2021. Ampiamente rappresentata a Bilbao, My Eternal Soul si compone di 900 dipinti allegri e colorati, che si distinguono per la tavolozza, i motivi e un insolito formato quadrato. In mostra troveremo anche l’ultima serie Everyday I Pray for Love, realizzata durante la pandemia dall’artista ormai ultranovantenne. “Oh tempo. Fermati ancora un istante. Ho molto altro lavoro da fare. Ci sono tante cose che voglio esprimere”, scrive Yayoi.
Yayoi Kusama, Infinity Mirrored Room I Courtesy Guggenheim Bilbao
Al Guggenheim, infine, arriverà anche la grande installazione Infinity Mirrored Room – A Wish for Human Happiness Calling from Beyond the Universe del 2020, finora esposta solo al Museo Yayoi Kusama di Tokyo: una magica stanza di specchi apparentemente senza confini, dove l’artista trasforma le sue allucinazioni in visioni mistiche, dando l’impressione di sprofondare nella polvere di stelle di un universo infinito.
E a chi desidera approfondire ulteriormente la conoscenza di questa artista straordinaria, il museo di Bilbao dedicherà incontri e conferenze, nonché la proiezione del documentario Kusama-Infinity di Heather Lenz (2018).
Yayoi Kusama, Portrait, 2015 I Courtesy Guggenheim Bilbao
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