Dal 31 ottobre al 4 febbraio al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza
"Maestras". A Madrid una rivoluzione al femminile, da Fede Galizia ad Artemisia Gentileschi

Elisabetta Sirani, Porzia che si ferisce alla coscia,1664, Olio su tela, 138 x 101 cm, Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Samantha De Martin
01/09/2023
Mondo - Per secoli la loro fama rivoluzionaria è stata offuscata da un contesto che voleva solo gli uomini al centro di ogni campo, dalla tela alla scienza.
Eppure artiste come Artemisia Gentileschi, Angelica Kauffmann, Clara Peeters, Rosa Bonheur, Mary Cassatt, Berthe Morisot, hanno rotto gli schemi con incursioni di indubbia eccellenza.
A Madrid, dal 31 ottobre al 4 febbraio, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza rende loro omaggio con Maestras, una mostra a cura di Rocío de la Villa, letta da una prospettiva femminista, che abbraccia oltre cento pezzi tra dipinti, sculture, tessuti, opere su carta.

Artemisia Gentileschi, Giuditta e la sua ancella, 1618-19, olio su tela, 93.5 x 114 cm, Firenze, Palazzo Pitti
Il percorso propone un viaggio attraverso capolavori realizzati tra la fine del XVI secolo e i primi decenni del XX. La mostra si concentra su gruppi di artisti, mecenati e galleristi che condividevano valori e condizioni socioculturali nonostante il sistema patriarcale. Il percorso mette in luce come queste protagoniste abbiano affrontato le questioni scottanti del loro tempo apportando nuove iconografie e prospettive alternative. Maestras è una mostra di donne che rappresentano le donne e i loro interessi, personalità colte e curiose, viaggiatrici, cosmopolite che in alcuni casi hanno ricevuto il supporto da parte di maestri, compagni, mariti, fratelli.
Il dibattito letterario e accademico che ebbe luogo in Europa, dalla fine del XIV secolo fino alla Rivoluzione francese, in difesa della capacità intellettuale e della diritto delle donne all'accesso alla conoscenza e alla politica si rinnova nel percorso attraverso la produzione di alcuni pennelli del Nord Italia, tra XVI secolo e parte del XVII. Le scene restituiscono figure ed eroine bibliche dell’antichità come la Giuditta con il testa di Oloferne (1600) di Lavinia Fontana o Susanna e i vecchioni (1623) di Artemisia Gentileschi o ancora Porzia che si ferisce alla coscia (1664), di Elisabetta Sirani.

Fede Galizia, Portafrutta in vetro con pesche, mele cotogne e gelsomino, Olio su tavola, Pinacoteca Ala Ponzone - Museo Civico, Cremona | Foto: © Archivio Fotografico Pinacoteca Ala Ponzone – Museo Civico, Cremona
Se le opere di Maria Sibylla Merian, Fede Galizia, Giovanna Garzoni o Clara Peeters mostrano la capacità di osservazione e la loro conoscenza scientifica tutta al femminile, l’attenzione delle artiste per l’esotico, esplosa a metà Ottocento, è evidente nei lavori di Rosa Bonheur, Henriette Browne, Mary Cassatt. Esempi di donne lavoratrici, impiegate talvolta in vari mestieri e professioni, coprono il periodo che va dal 1860 ai primi decenni del XX secolo. Ed ecco in una sezione della mostra Le lavandaie (1882) di Marie-Louise Petitet, Il ciliegio (1891) di Berthe Morisot, Le casalinghe (1905) di Lluïsa Vidal o Il negozio di scarpe (1911 circa) di Elizabeth Sparhawk-Jones.
Il tema della maternità, uno dei più rappresentati nella storia dell'arte, si farà spazio solo alla fine del XIX secolo, quando gli artisti inizieranno a catturare i sentimenti delle donne sulla propria condizione. All'inizio del XX secolo risalgono numerose rappresentazioni di amiche immortalate in situazioni di complicità, studio o tempo libero condiviso. Sono spazi e momenti in comune che offrono molteplici declinazioni di un'iconografia inedita: l'amicizia tra donne. Da questo punto di vista il percorso propone significative presenze come Le sorelle (1869) di Berthe Morisot, Tre donne con ombrelli (Le Tre Grazie) (1880 circa) di Marie Bracquemond, o Il bouquet (1925) di Lola Anglada.
Clara Peeters, Natura morta con fiori, coppa in argento dorato, mandorle, noci, dolci, panini, vino e brocca in peltro, 1611, Olio su tavola, 73 X 52 cm, Madrid, Museo Nazionale del Prado | Foto: © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado, Madrid
Tra il 1900 e il 1937 molte artiste continuano ad affrontare le iconografie che sottolineano la complicità tra le donne e il loro contributo distintivo nei linguaggi delle nuove avanguardie. Molte di loro hanno partecipato attivamente ai movimenti d'avanguardia, sono state un modello di forza, impegno, vitalità, creatività e indipendenza. A Camille Claudel, Jacqueline Marval, Helene Funke, Natalia Goncharova, Frida Kahlo, Ángeles Santos, esempi di grandi maestre, è dedicata l’ultima sezione della mostra che, dopo la presentazione a Madrid, approderà, in versione ridotta, all'Arp Museum Bahnhof Rolandseck di Remagen (Germania).
Eppure artiste come Artemisia Gentileschi, Angelica Kauffmann, Clara Peeters, Rosa Bonheur, Mary Cassatt, Berthe Morisot, hanno rotto gli schemi con incursioni di indubbia eccellenza.
A Madrid, dal 31 ottobre al 4 febbraio, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza rende loro omaggio con Maestras, una mostra a cura di Rocío de la Villa, letta da una prospettiva femminista, che abbraccia oltre cento pezzi tra dipinti, sculture, tessuti, opere su carta.

Artemisia Gentileschi, Giuditta e la sua ancella, 1618-19, olio su tela, 93.5 x 114 cm, Firenze, Palazzo Pitti
Il percorso propone un viaggio attraverso capolavori realizzati tra la fine del XVI secolo e i primi decenni del XX. La mostra si concentra su gruppi di artisti, mecenati e galleristi che condividevano valori e condizioni socioculturali nonostante il sistema patriarcale. Il percorso mette in luce come queste protagoniste abbiano affrontato le questioni scottanti del loro tempo apportando nuove iconografie e prospettive alternative. Maestras è una mostra di donne che rappresentano le donne e i loro interessi, personalità colte e curiose, viaggiatrici, cosmopolite che in alcuni casi hanno ricevuto il supporto da parte di maestri, compagni, mariti, fratelli.
Il dibattito letterario e accademico che ebbe luogo in Europa, dalla fine del XIV secolo fino alla Rivoluzione francese, in difesa della capacità intellettuale e della diritto delle donne all'accesso alla conoscenza e alla politica si rinnova nel percorso attraverso la produzione di alcuni pennelli del Nord Italia, tra XVI secolo e parte del XVII. Le scene restituiscono figure ed eroine bibliche dell’antichità come la Giuditta con il testa di Oloferne (1600) di Lavinia Fontana o Susanna e i vecchioni (1623) di Artemisia Gentileschi o ancora Porzia che si ferisce alla coscia (1664), di Elisabetta Sirani.

Fede Galizia, Portafrutta in vetro con pesche, mele cotogne e gelsomino, Olio su tavola, Pinacoteca Ala Ponzone - Museo Civico, Cremona | Foto: © Archivio Fotografico Pinacoteca Ala Ponzone – Museo Civico, Cremona
Se le opere di Maria Sibylla Merian, Fede Galizia, Giovanna Garzoni o Clara Peeters mostrano la capacità di osservazione e la loro conoscenza scientifica tutta al femminile, l’attenzione delle artiste per l’esotico, esplosa a metà Ottocento, è evidente nei lavori di Rosa Bonheur, Henriette Browne, Mary Cassatt. Esempi di donne lavoratrici, impiegate talvolta in vari mestieri e professioni, coprono il periodo che va dal 1860 ai primi decenni del XX secolo. Ed ecco in una sezione della mostra Le lavandaie (1882) di Marie-Louise Petitet, Il ciliegio (1891) di Berthe Morisot, Le casalinghe (1905) di Lluïsa Vidal o Il negozio di scarpe (1911 circa) di Elizabeth Sparhawk-Jones.
Il tema della maternità, uno dei più rappresentati nella storia dell'arte, si farà spazio solo alla fine del XIX secolo, quando gli artisti inizieranno a catturare i sentimenti delle donne sulla propria condizione. All'inizio del XX secolo risalgono numerose rappresentazioni di amiche immortalate in situazioni di complicità, studio o tempo libero condiviso. Sono spazi e momenti in comune che offrono molteplici declinazioni di un'iconografia inedita: l'amicizia tra donne. Da questo punto di vista il percorso propone significative presenze come Le sorelle (1869) di Berthe Morisot, Tre donne con ombrelli (Le Tre Grazie) (1880 circa) di Marie Bracquemond, o Il bouquet (1925) di Lola Anglada.

Clara Peeters, Natura morta con fiori, coppa in argento dorato, mandorle, noci, dolci, panini, vino e brocca in peltro, 1611, Olio su tavola, 73 X 52 cm, Madrid, Museo Nazionale del Prado | Foto: © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado, Madrid
Tra il 1900 e il 1937 molte artiste continuano ad affrontare le iconografie che sottolineano la complicità tra le donne e il loro contributo distintivo nei linguaggi delle nuove avanguardie. Molte di loro hanno partecipato attivamente ai movimenti d'avanguardia, sono state un modello di forza, impegno, vitalità, creatività e indipendenza. A Camille Claudel, Jacqueline Marval, Helene Funke, Natalia Goncharova, Frida Kahlo, Ángeles Santos, esempi di grandi maestre, è dedicata l’ultima sezione della mostra che, dopo la presentazione a Madrid, approderà, in versione ridotta, all'Arp Museum Bahnhof Rolandseck di Remagen (Germania).
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