Dal 26 settembre al 9 gennaio alla National Gallery of Art di Washington
Genova barocca regina negli States
Orazio Gentileschi, Danae e la pioggia d'oro, 1621-1625, Olio su tela, 227.1 x 161.5 cm, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum | Courtesy of the Getty's Open Content Program
Samantha De Martin
23/07/2021
Mondo - Regale, signora del mare, superba per uomini e mura. Appariva così Genova agli occhi di Francesco Petrarca, in visita alla città nel 1358.
E lo sarebbe stata ancora di più, trecento anni dopo, quando, all’inizio del XVII secolo, le arti visive sarebbero esplose in tutta la loro varietà e la fiorente ricchezza della “Superba” avrebbe permesso ad artisti e mecenati di dare vita a un'esuberante espressione dello stile barocco.
Sarà proprio questo periodo di massimo rigoglio artistico a guidare la mostra A Superb Baroque: Art in Genoa, 1600-1750, pronta a irrompere negli States, alla National Gallery of Art di Washington, dal 26 settembre al 9 gennaio.
Il viaggio del pubblico alla scoperta di quella che, oltre a rappresentare un’importante scuola pittorica e una poliedrica civiltà artistica, costituiva il centro bancario d’Europa, si svilupperà attraverso 130 capolavori, tra sculture, stampe, disegni di 56 prestatori, tra i quali 13 collezioni private e cinque chiese di Genova e della Liguria.
Carlo Antonio Tavella, Paesaggio con la fuga in Egitto,1735 circa, Olio su tela, 197 x 148 cm, Collezione Paolo Montanaro
Complice la sua posizione strategica, ma anche le straordinarie ricchezze accumulate dalle famiglie nobili che si contesero il prestigio sociale investendo in cultura visiva e abbellendo le proprie residenze di collezioni d’arte e decorazioni ad affresco, il volto culturale della città assunse un'espressione varia e complessa.
Organizzato in collaborazione con le Scuderie del Quirinale di Roma, e a cura di Jonathan Bober, Andrew W. Mellon, Piero Boccardo e Franco Boggero, il viaggio alla scoperta di Genova barocca abbraccia capolavori di artisti non genovesi - da Peter Paul Rubens e Orazio Gentileschi a Anthony van Dyck - attratti dall'ambiente vitale della città, ma anche lavori di maestri come Bernardo Strozzi e Alessandro Magnasco, ben noti per la loro attività fuori dal circuito genovese.
Esempi superbi di pittori liguri poco conosciuti, attivi principalmente in città - Gioacchino Assereto, Valerio Castello, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari e Bartolomeo Guidobono - incontrano le sculture a grandezza naturale di artisti come Pierre Puget, Filippo Parodi e Anton Maria Maragliano, e ancora bozzetti in terracotta e squisite ripetizioni in bronzo di gruppi monumentali.
La grande stagione dell'arte ebbe inizio a Genova con Peter Paul Rubens. Nonostante il pittore di Siegen non abbia mai vissuto in città, ebbe modi di visitarla diverse volte, tra il 1604 e il 1607, completando due pale d'altare per la chiesa dell'Ordine dei Gesuiti e numerosi ritratti. Tra questi, destinati a diventare il punto di riferimento per la successiva pittura genovese, brilla in mostra il ritratto equestre di Giovanni Carlo Doria (Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola, Genova).
Pieter Paul Rubens, Ritratto di Giovanni Carlo Doria,1606, olio su tela, 265 x cm, Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
Combinando l'immediatezza e la potenza del naturalismo di Caravaggio con il dinamismo e le lezioni dei principali veneziani, Rubens cercò di catturare le esperienze del movimento, del tempo e del cambiamento con sentimento autentico. L’influenza dello stile di van Dyck spinse invece artisti come Domenico Fiasella, Luciano Borzone, Giovanni Andrea De Ferrari a dare vita a opere incentrate sulla percezione piuttosto che sui dettagli. Dal suo arrivo a Genova nel 1623, il pennello raffinato di van Dyck domina e ridefinisce il campo della ritrattistica, realizzando in pochi anni circa 100 ritratti, tra i quali il pubblico apprezzerà a Washington quello di Agostino Pallavicini in arrivo dal Getty Museum di Los Angeles.
Alla National Gallery of Art, dal Rijksmuseum di Amsterdam, giungerà anche Orpheus Charming the Animals di Sinibaldo Scorza, il primo artista genovese a incorporare sulla tela temi olandesi prediligendo animali domestici, fauna selvatica locale e specie esotiche.
Anthony van Dyck, Ritratto di Agostino Pallavicini, 1621, Olio su tela, 142.2 x 217.5 cm, Los Angeles, The Jean Paul Getty Museum
Se la raffinata pennellata del genovese Bernardo Strozzi - racchiusa in opere come La storia di Marco Antonio e Cleopatra e Santa Caterina d'Alessandria o nella caravaggesca Vocazione di san Matteo - sintetizza gli effetti dei nuovi stimoli culturali a Genova all'inizio del XVII secolo, il San Sebastiano dello scultore francese Pierre Puget mostra come l’artista abbia elevato la scultura genovese al livello della pittura. Incontriamo nel percorso espositivo anche il suo seguace, lo scultore genovese Filippo Parodi che raggiunse il culmine con il Busto di Lucrezia.
Simon Vouet, Davide con la testa di Golia, 1621, Olio su tela, 94 x 123 cm, Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco | Courtesy Musei di Strada Nuova
"Gli artisti genovesi e i loro mecenati hanno creato un'arte che era un'espressione straordinariamente ricca e bella dello stile barocco" commenta Kaywin Feldman, direttore della National Gallery of Art.
Il rigoglio artistico di Genova passa anche attraverso le opere su carta del periodo, come dimostrano i 60 lavori in buona parte realizzati dagli stessi artisti autori dei dipinti. Non mancano i disegni a esemplificare l’autonomia della produzione genovese. Sebbene relativamente pochi artisti genovesi abbiano esplorato la tecnica dell'acquaforte, Castiglione e il suo seguace Bartolomeo Biscaino superarono qualsiasi altro incisore italiano nativo in immaginazione e fluidità.
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E lo sarebbe stata ancora di più, trecento anni dopo, quando, all’inizio del XVII secolo, le arti visive sarebbero esplose in tutta la loro varietà e la fiorente ricchezza della “Superba” avrebbe permesso ad artisti e mecenati di dare vita a un'esuberante espressione dello stile barocco.
Sarà proprio questo periodo di massimo rigoglio artistico a guidare la mostra A Superb Baroque: Art in Genoa, 1600-1750, pronta a irrompere negli States, alla National Gallery of Art di Washington, dal 26 settembre al 9 gennaio.
Il viaggio del pubblico alla scoperta di quella che, oltre a rappresentare un’importante scuola pittorica e una poliedrica civiltà artistica, costituiva il centro bancario d’Europa, si svilupperà attraverso 130 capolavori, tra sculture, stampe, disegni di 56 prestatori, tra i quali 13 collezioni private e cinque chiese di Genova e della Liguria.
Carlo Antonio Tavella, Paesaggio con la fuga in Egitto,1735 circa, Olio su tela, 197 x 148 cm, Collezione Paolo Montanaro
Complice la sua posizione strategica, ma anche le straordinarie ricchezze accumulate dalle famiglie nobili che si contesero il prestigio sociale investendo in cultura visiva e abbellendo le proprie residenze di collezioni d’arte e decorazioni ad affresco, il volto culturale della città assunse un'espressione varia e complessa.
Organizzato in collaborazione con le Scuderie del Quirinale di Roma, e a cura di Jonathan Bober, Andrew W. Mellon, Piero Boccardo e Franco Boggero, il viaggio alla scoperta di Genova barocca abbraccia capolavori di artisti non genovesi - da Peter Paul Rubens e Orazio Gentileschi a Anthony van Dyck - attratti dall'ambiente vitale della città, ma anche lavori di maestri come Bernardo Strozzi e Alessandro Magnasco, ben noti per la loro attività fuori dal circuito genovese.
Esempi superbi di pittori liguri poco conosciuti, attivi principalmente in città - Gioacchino Assereto, Valerio Castello, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari e Bartolomeo Guidobono - incontrano le sculture a grandezza naturale di artisti come Pierre Puget, Filippo Parodi e Anton Maria Maragliano, e ancora bozzetti in terracotta e squisite ripetizioni in bronzo di gruppi monumentali.
La grande stagione dell'arte ebbe inizio a Genova con Peter Paul Rubens. Nonostante il pittore di Siegen non abbia mai vissuto in città, ebbe modi di visitarla diverse volte, tra il 1604 e il 1607, completando due pale d'altare per la chiesa dell'Ordine dei Gesuiti e numerosi ritratti. Tra questi, destinati a diventare il punto di riferimento per la successiva pittura genovese, brilla in mostra il ritratto equestre di Giovanni Carlo Doria (Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola, Genova).
Pieter Paul Rubens, Ritratto di Giovanni Carlo Doria,1606, olio su tela, 265 x cm, Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
Combinando l'immediatezza e la potenza del naturalismo di Caravaggio con il dinamismo e le lezioni dei principali veneziani, Rubens cercò di catturare le esperienze del movimento, del tempo e del cambiamento con sentimento autentico. L’influenza dello stile di van Dyck spinse invece artisti come Domenico Fiasella, Luciano Borzone, Giovanni Andrea De Ferrari a dare vita a opere incentrate sulla percezione piuttosto che sui dettagli. Dal suo arrivo a Genova nel 1623, il pennello raffinato di van Dyck domina e ridefinisce il campo della ritrattistica, realizzando in pochi anni circa 100 ritratti, tra i quali il pubblico apprezzerà a Washington quello di Agostino Pallavicini in arrivo dal Getty Museum di Los Angeles.
Alla National Gallery of Art, dal Rijksmuseum di Amsterdam, giungerà anche Orpheus Charming the Animals di Sinibaldo Scorza, il primo artista genovese a incorporare sulla tela temi olandesi prediligendo animali domestici, fauna selvatica locale e specie esotiche.
Anthony van Dyck, Ritratto di Agostino Pallavicini, 1621, Olio su tela, 142.2 x 217.5 cm, Los Angeles, The Jean Paul Getty Museum
Se la raffinata pennellata del genovese Bernardo Strozzi - racchiusa in opere come La storia di Marco Antonio e Cleopatra e Santa Caterina d'Alessandria o nella caravaggesca Vocazione di san Matteo - sintetizza gli effetti dei nuovi stimoli culturali a Genova all'inizio del XVII secolo, il San Sebastiano dello scultore francese Pierre Puget mostra come l’artista abbia elevato la scultura genovese al livello della pittura. Incontriamo nel percorso espositivo anche il suo seguace, lo scultore genovese Filippo Parodi che raggiunse il culmine con il Busto di Lucrezia.
Simon Vouet, Davide con la testa di Golia, 1621, Olio su tela, 94 x 123 cm, Genova, Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco | Courtesy Musei di Strada Nuova
"Gli artisti genovesi e i loro mecenati hanno creato un'arte che era un'espressione straordinariamente ricca e bella dello stile barocco" commenta Kaywin Feldman, direttore della National Gallery of Art.
Il rigoglio artistico di Genova passa anche attraverso le opere su carta del periodo, come dimostrano i 60 lavori in buona parte realizzati dagli stessi artisti autori dei dipinti. Non mancano i disegni a esemplificare l’autonomia della produzione genovese. Sebbene relativamente pochi artisti genovesi abbiano esplorato la tecnica dell'acquaforte, Castiglione e il suo seguace Bartolomeo Biscaino superarono qualsiasi altro incisore italiano nativo in immaginazione e fluidità.
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