Mercoledì 14 marzo la presentazione a Milano
Dalla mostra al libro: l’Albero della cuccagna di Bonito Oliva
L’albero della cuccagna. Nutrimenti dell'arte a cura di Achille Bonito Oliva. Skira editore, 2018
Francesca Grego
12/03/2018
Milano - Metafora di prosperità, gioia e nutrimento, per tre anni l’albero della cuccagna ha ispirato il lavoro di 45 artisti in una mostra diffusa che ha attraversato l’Italia dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Sotto la guida di Achille Bonito Oliva, L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte ha trasformato un simbolo arcaico, presente nelle culture popolari di tutta Europa, nel fulcro di un progetto prettamente contemporaneo: in architetture di luce, installazioni ambientali e sonore, giardini-laboratorio, banchetti immaginifici; riflessioni sulla festa, sui rifiuti, sul nostro rapporto con la natura, sulla giustizia sociale o sul significato dell’atto del nutrirsi.
Un’esperienza che, prendendo le mosse da Expo 2015, si è dilatata fino a disegnare una mappa di sensi e visioni capace di accogliere le suggestioni della vita di corte, il richiamo dei riti popolari, le sperimentazioni delle avanguardie, le istanze dell’ecologia.
A fissare su carta le coordinate di questa lunga avventura, arriva ora il volume L’Albero della cuccagna di Achille Bonito Oliva, edito da Skira con il sostegno della Fondazione Carla Fendi, che sarà presentato nel pomeriggio di mercoledì 14 marzo a Palazzo Reale.
Introdotte dai testi di Francesca Franco, coordinatrice del progetto, e Guido Guerzoni, che descrive la parabola storica della Cuccagna da luogo di un’utopia liberatoria a mero simulacro gastronomico, per la prima volta le 45 opere della mostra si danno in pasto al pubblico tutte insieme: l'installazione luminosa di Giovanni Albanese, la “camera a olio” di Per Baclay, la quercia di Gianfranco Baruchello, le opulenze contraddittorie e inquietanti di Bertozzi e Casoni, per arrivare a una varietà di punti di vista con Marzia Migliora, Goldschmied &Chiari, Alfredo Jaar, Sislej Xhafa, Patrick Tuttofuoco, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Mimmo Paladino. Ad affiancare le grandi fotografie a colori, i contributi critici di professionisti della cultura contemporanea - storici dell’arte, direttori di musei e curatori indipendenti - che hanno seguito da vicino gli eventi organizzati in ciascuna regione della Penisola.
Bussola indispensabile, il saggio di Achille Bonito Oliva, che ripercorre il lungo sodalizio tra il cibo e l’arte, iniziato nei graffiti propiziatori della grotta di Lascaux per evolversi in parallelo alle società e alle culture. Dalle pietanze sigillate insieme alle mummie nelle piramidi egizie, alla sfida dei Greci Apollodoro e Zeusi, che si contendono il primato nella pittura creando grappoli d’uva capaci di ingannare non solo gli uomini, ma anche gli uccelli; dagli appetiti inesauribili di Gargantua e Pantagruel al controllo della realtà nella natura morta seicentesca, fino al recupero del valore della corporeità proprio nell’era della telematica, quando il cibo è sempre più spesso non solo soggetto, ma anche materia prima della creazione. Perché, come scrive l’autore, “l’arte si nutre di ogni materia naturale, fisica e mentale. Nello stesso tempo si costituisce come nutrimento a futura memoria della conoscenza”.
Un’esperienza che, prendendo le mosse da Expo 2015, si è dilatata fino a disegnare una mappa di sensi e visioni capace di accogliere le suggestioni della vita di corte, il richiamo dei riti popolari, le sperimentazioni delle avanguardie, le istanze dell’ecologia.
A fissare su carta le coordinate di questa lunga avventura, arriva ora il volume L’Albero della cuccagna di Achille Bonito Oliva, edito da Skira con il sostegno della Fondazione Carla Fendi, che sarà presentato nel pomeriggio di mercoledì 14 marzo a Palazzo Reale.
Introdotte dai testi di Francesca Franco, coordinatrice del progetto, e Guido Guerzoni, che descrive la parabola storica della Cuccagna da luogo di un’utopia liberatoria a mero simulacro gastronomico, per la prima volta le 45 opere della mostra si danno in pasto al pubblico tutte insieme: l'installazione luminosa di Giovanni Albanese, la “camera a olio” di Per Baclay, la quercia di Gianfranco Baruchello, le opulenze contraddittorie e inquietanti di Bertozzi e Casoni, per arrivare a una varietà di punti di vista con Marzia Migliora, Goldschmied &Chiari, Alfredo Jaar, Sislej Xhafa, Patrick Tuttofuoco, Michelangelo Pistoletto, Luigi Ontani, Mimmo Paladino. Ad affiancare le grandi fotografie a colori, i contributi critici di professionisti della cultura contemporanea - storici dell’arte, direttori di musei e curatori indipendenti - che hanno seguito da vicino gli eventi organizzati in ciascuna regione della Penisola.
Bussola indispensabile, il saggio di Achille Bonito Oliva, che ripercorre il lungo sodalizio tra il cibo e l’arte, iniziato nei graffiti propiziatori della grotta di Lascaux per evolversi in parallelo alle società e alle culture. Dalle pietanze sigillate insieme alle mummie nelle piramidi egizie, alla sfida dei Greci Apollodoro e Zeusi, che si contendono il primato nella pittura creando grappoli d’uva capaci di ingannare non solo gli uomini, ma anche gli uccelli; dagli appetiti inesauribili di Gargantua e Pantagruel al controllo della realtà nella natura morta seicentesca, fino al recupero del valore della corporeità proprio nell’era della telematica, quando il cibo è sempre più spesso non solo soggetto, ma anche materia prima della creazione. Perché, come scrive l’autore, “l’arte si nutre di ogni materia naturale, fisica e mentale. Nello stesso tempo si costituisce come nutrimento a futura memoria della conoscenza”.
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