Dal 15 luglio all’11 dicembre
Abitare l'ignoto. Guida alla 23° Triennale di Milano
Mondo Reale I Courtesy Triennale Milano
Francesca Grego
13/07/2022
Milano - Ancora due giorni e i riflettori si accenderanno sulla 23° Esposizione Internazionale di Triennale Milano, tra i più importanti appuntamenti dedicati al design e all’architettura sulla scena europea e mondiale, che nel 2023 festeggerà i suoi primi 100 anni. Quattrocento artisti, designer e architetti provenienti da più di 40 paesi del mondo animeranno padiglioni e spazi espositivi, con 23 partecipazioni internazionali che vedono una forte presenza del continente africano, accanto alla tradizionale esposizione tematica e a due grandi mostre, nonché installazioni e progetti speciali. Promossa dal Bureau International des Expositions (BIE) e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Triennale 2022 aprirà i battenti venerdì 15 luglio per offrire, fino al prossimo 11 dicembre, riflessioni inedite sul mondo che ci circonda attraverso le lenti del design e dell’architettura.
È l’ignoto – ovvero “quello che sappiamo di non sapere” – il tema della rassegna 2022 dal titolo Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, che invita a guardare con occhi nuovi quella parte di realtà che non ci è dato conoscere. Al bando le solite dicotomie – luce/buio, pieno/vuoto, scienza/arte – e via libera a un’indagine più che mai aperta, che abbraccia lo spazio interstellare come gli abissi degli oceani, fino alle domande sull’origine della coscienza: l’ignoto diventa così un’occasione di meraviglia, una dimensione da vivere e non più un’entità ostile.
Sodi + Yuri Suzuki, Bosco. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Non è un caso, insomma, che quest’anno la kermesse milanese si avvalga della collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea, con l’astrofisica e Chief Diversity Officer Ersilia Vaudo nelle vesti di curatrice della grande mostra tematica 2022. “La grande e plurale costellazione di mostre, installazioni ed eventi di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”, spiega il presidente di Triennale Milano Stefano Boeri, “non ha l’ambizione di conquistare gradualmente il vasto territorio che sfugge alla nostra conoscenza. Vuole piuttosto esplorarlo con l’attitudine di chi sceglie, in primo luogo, la sfida dell’empatia, capacità esclusivamente umana di mettersi negli occhi degli altri soggetti viventi e di mappare, da queste variegate angolature, i bordi dell’ignoto contemporaneo. Quello che non sappiamo di non sapere non è la constatazione di un limite, ma la percezione di una forma di conoscenza che rispetta l’ignoto, a volte abbracciandolo, a volte attraversandolo, a volte eludendolo. Ma sempre accettandolo come presenza costante della nostra vita”.
Unknown the Unknowns: Refik Anadol. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Unknown Unknowns, la grande mostra
La gravità è il primo e il più potente dei designer, l’artigiano che modella instancabilmente l’universo un cui viviamo. È questo il punto di partenza dell’esposizione tematica che dà il titolo alla 23° Triennale. Insieme ad artisti e scienziati, la curatrice Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea, ci mostrerà come “abitare l’ignoto” abbandonando approcci antropocentrici ormai inadeguati. Scopriremo habitat progettati per ambienti sconosciuti e sonderemo i misteri degli oceani extraterrestri: fisica, matematica, filosofia e neuroscienze dialogheranno in un affascinante viaggio tra realtà e creazione artistica, che incrocerà quattro special commission create dal sound artist giapponese Yuri Suzuki, dalla designer italiana Irene Stracuzzi, dal collettivo di architetti statunitense SOM e dall’artista turco-americano Refik Anadol. Una serie di installazioni site specific completerà il percorso, da Tomàs Saraceno, presente con una nuova versione di Particular matter(s), alle Listening Chambers ideate dagli scienziati per rileggere i misteri del tempo, della coscienza o dell’origine della vita.
La tradizione del nuovo, DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Il Padiglione Italia: “La tradizione del nuovo”
L’attitudine alla ricerca, all’esplorazione del nuovo e del non ancora possibile, è inscritta nel dna del design italiano. Lo racconta la mostra curata per il Padiglione Italia da Marco Sammicheli, direttore del Museo di Triennale Milano, ripercorrendo il cammino del design e dell’istituzione milanese dal 1964 al 1996. L’evoluzione della società e della cultura, le conquiste della tecnologia, le emergenze dell’ambiente dialogano in un allestimento concepito come un “arcipelago di parole, progetti e azioni”, illustrando l’approccio innovativo e sperimentale con cui i designer hanno risposto a sfide ogni volta diverse. Tra le numerose sezioni tematiche, una serie di focus monografici approfondiranno le ricerche di Liisi Beckmann, Claudio Salocchi, Roberto Sambonet, Exhibition Design Group, Fiorucci DXing, Alberto Meda,Clino Trini Castelli, catalizzatori di fenomeni inaspettati, domande e conquiste che hanno segnato la storia del design italiano e internazionale.
Unknow Unknowns, exhibition view. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Mondo Reale, la mostra di Fondation Cartier
Se Unknown Unknowns si allontana dalla Terra per esplorare il mistero dell’universo, Mondo Reale immagina di atterrare sul nostro pianeta per indagare nell’ignoto quotidiano. Curata da Hervé Chandès, direttore artistico di Fondation Cartier pour l’art contemporain, in collaborazione con i designer italiani di Formafantasma, la mostra presenta video, dipinti, fotografie, installazioni e sculture di diciassette artisti internazionali (Jean-Michel Alberola, Alex Cerveny, Alev Ebüzziya Siesbye, Jaider Esbell, Fabrice Hyber, Yann Kebbi, Guillermo Kuitca, Hu Liu, David Lynch, Ron Mueck, Virgil Ortiz, Artavazd Pelechian, Sho Shibuya, Patti Smith, Sarah Sze, Andrei Ujica, Jessica Wynne), tra cui diversi inediti commissionati per l’occasione. L’ignoto che emerge è quello esplorato da matematici e poeti osservando il cielo, o vissuto attraverso l’incontro con culture diverse, con la fede e con l’esperienza di disastri naturali: è una realtà inattesa che lascia affascinati, increduli, felici, disorientati, ma sempre desiderosi di oltrepassare i limiti della conoscenza. Offrendo ai visitatori la possibilità di vagare tra le opere senza percorsi obbligati, la mostra invita ad accogliere il mistero e a lasciare che emozioni, immaginazione e curiosità volino libere e senza freni.
Francis Kéré, Yesterday Tomorrow. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Le installazioni della Triennale 2022
Installazioni e progetti speciali renderanno l’edizione 2022 della rassegna ancora più ricca. Tra le novità più attese spiccano quattro opere di Francis Kéré, vincitore del Pritzker Architecture Prize 2022, il più importante premio internazionale per l’architettura, disseminate lungo il percorso di visita tra l’interno e l’esterno della Triennale. Al centro dei suoi lavori ci sono immagini e voci provenienti dal continente africano: The Future’s Present, per esempio, collocata nel piazzale davanti a Triennale, è una torre alta dodici metri che reinterpreta in chiave contemporanea i motivi tradizionali dell’architettura vernacolare del Burkina Faso, parlando contemporaneamente al passato e al futuro.
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, Il corridoio rosso. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Il corridoio rosso di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa sembra uscito da una casa borghese del primo Novecento, ma cita gli interni di Pompei. Il mistero si cela dietro ogni porta: entrando e uscendo dalle stanze, l’osservatore è stimolato a riflettere sui limiti della conoscenza. E se il Laboratorio alchemico di Ingrid Poletti invita a mettere in discussione lo stesso concetto di materia, Playing the Unknown di Francesco Bianconi, musicista scrittore e frontman dei Baustelle, reinterpreta in una stanza buia il Mellotron degli anni Sessanta. Il viaggio continua con un’installazione dedicata alle profetiche intuizioni di Ettore Sottsass, con le azioni performative e le installazioni meccaniche di Romeo Castellucci, Grand Invité 2021-24 di Triennale Milano e con un film sul grande architetto e designer Andrea Branzi.
Yuri Suzuki, Unknow Unknowns. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
È l’ignoto – ovvero “quello che sappiamo di non sapere” – il tema della rassegna 2022 dal titolo Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, che invita a guardare con occhi nuovi quella parte di realtà che non ci è dato conoscere. Al bando le solite dicotomie – luce/buio, pieno/vuoto, scienza/arte – e via libera a un’indagine più che mai aperta, che abbraccia lo spazio interstellare come gli abissi degli oceani, fino alle domande sull’origine della coscienza: l’ignoto diventa così un’occasione di meraviglia, una dimensione da vivere e non più un’entità ostile.
Sodi + Yuri Suzuki, Bosco. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Non è un caso, insomma, che quest’anno la kermesse milanese si avvalga della collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea, con l’astrofisica e Chief Diversity Officer Ersilia Vaudo nelle vesti di curatrice della grande mostra tematica 2022. “La grande e plurale costellazione di mostre, installazioni ed eventi di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”, spiega il presidente di Triennale Milano Stefano Boeri, “non ha l’ambizione di conquistare gradualmente il vasto territorio che sfugge alla nostra conoscenza. Vuole piuttosto esplorarlo con l’attitudine di chi sceglie, in primo luogo, la sfida dell’empatia, capacità esclusivamente umana di mettersi negli occhi degli altri soggetti viventi e di mappare, da queste variegate angolature, i bordi dell’ignoto contemporaneo. Quello che non sappiamo di non sapere non è la constatazione di un limite, ma la percezione di una forma di conoscenza che rispetta l’ignoto, a volte abbracciandolo, a volte attraversandolo, a volte eludendolo. Ma sempre accettandolo come presenza costante della nostra vita”.
Unknown the Unknowns: Refik Anadol. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Unknown Unknowns, la grande mostra
La gravità è il primo e il più potente dei designer, l’artigiano che modella instancabilmente l’universo un cui viviamo. È questo il punto di partenza dell’esposizione tematica che dà il titolo alla 23° Triennale. Insieme ad artisti e scienziati, la curatrice Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea, ci mostrerà come “abitare l’ignoto” abbandonando approcci antropocentrici ormai inadeguati. Scopriremo habitat progettati per ambienti sconosciuti e sonderemo i misteri degli oceani extraterrestri: fisica, matematica, filosofia e neuroscienze dialogheranno in un affascinante viaggio tra realtà e creazione artistica, che incrocerà quattro special commission create dal sound artist giapponese Yuri Suzuki, dalla designer italiana Irene Stracuzzi, dal collettivo di architetti statunitense SOM e dall’artista turco-americano Refik Anadol. Una serie di installazioni site specific completerà il percorso, da Tomàs Saraceno, presente con una nuova versione di Particular matter(s), alle Listening Chambers ideate dagli scienziati per rileggere i misteri del tempo, della coscienza o dell’origine della vita.
La tradizione del nuovo, DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Il Padiglione Italia: “La tradizione del nuovo”
L’attitudine alla ricerca, all’esplorazione del nuovo e del non ancora possibile, è inscritta nel dna del design italiano. Lo racconta la mostra curata per il Padiglione Italia da Marco Sammicheli, direttore del Museo di Triennale Milano, ripercorrendo il cammino del design e dell’istituzione milanese dal 1964 al 1996. L’evoluzione della società e della cultura, le conquiste della tecnologia, le emergenze dell’ambiente dialogano in un allestimento concepito come un “arcipelago di parole, progetti e azioni”, illustrando l’approccio innovativo e sperimentale con cui i designer hanno risposto a sfide ogni volta diverse. Tra le numerose sezioni tematiche, una serie di focus monografici approfondiranno le ricerche di Liisi Beckmann, Claudio Salocchi, Roberto Sambonet, Exhibition Design Group, Fiorucci DXing, Alberto Meda,Clino Trini Castelli, catalizzatori di fenomeni inaspettati, domande e conquiste che hanno segnato la storia del design italiano e internazionale.
Unknow Unknowns, exhibition view. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Mondo Reale, la mostra di Fondation Cartier
Se Unknown Unknowns si allontana dalla Terra per esplorare il mistero dell’universo, Mondo Reale immagina di atterrare sul nostro pianeta per indagare nell’ignoto quotidiano. Curata da Hervé Chandès, direttore artistico di Fondation Cartier pour l’art contemporain, in collaborazione con i designer italiani di Formafantasma, la mostra presenta video, dipinti, fotografie, installazioni e sculture di diciassette artisti internazionali (Jean-Michel Alberola, Alex Cerveny, Alev Ebüzziya Siesbye, Jaider Esbell, Fabrice Hyber, Yann Kebbi, Guillermo Kuitca, Hu Liu, David Lynch, Ron Mueck, Virgil Ortiz, Artavazd Pelechian, Sho Shibuya, Patti Smith, Sarah Sze, Andrei Ujica, Jessica Wynne), tra cui diversi inediti commissionati per l’occasione. L’ignoto che emerge è quello esplorato da matematici e poeti osservando il cielo, o vissuto attraverso l’incontro con culture diverse, con la fede e con l’esperienza di disastri naturali: è una realtà inattesa che lascia affascinati, increduli, felici, disorientati, ma sempre desiderosi di oltrepassare i limiti della conoscenza. Offrendo ai visitatori la possibilità di vagare tra le opere senza percorsi obbligati, la mostra invita ad accogliere il mistero e a lasciare che emozioni, immaginazione e curiosità volino libere e senza freni.
Francis Kéré, Yesterday Tomorrow. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Le installazioni della Triennale 2022
Installazioni e progetti speciali renderanno l’edizione 2022 della rassegna ancora più ricca. Tra le novità più attese spiccano quattro opere di Francis Kéré, vincitore del Pritzker Architecture Prize 2022, il più importante premio internazionale per l’architettura, disseminate lungo il percorso di visita tra l’interno e l’esterno della Triennale. Al centro dei suoi lavori ci sono immagini e voci provenienti dal continente africano: The Future’s Present, per esempio, collocata nel piazzale davanti a Triennale, è una torre alta dodici metri che reinterpreta in chiave contemporanea i motivi tradizionali dell’architettura vernacolare del Burkina Faso, parlando contemporaneamente al passato e al futuro.
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, Il corridoio rosso. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
Il corridoio rosso di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa sembra uscito da una casa borghese del primo Novecento, ma cita gli interni di Pompei. Il mistero si cela dietro ogni porta: entrando e uscendo dalle stanze, l’osservatore è stimolato a riflettere sui limiti della conoscenza. E se il Laboratorio alchemico di Ingrid Poletti invita a mettere in discussione lo stesso concetto di materia, Playing the Unknown di Francesco Bianconi, musicista scrittore e frontman dei Baustelle, reinterpreta in una stanza buia il Mellotron degli anni Sessanta. Il viaggio continua con un’installazione dedicata alle profetiche intuizioni di Ettore Sottsass, con le azioni performative e le installazioni meccaniche di Romeo Castellucci, Grand Invité 2021-24 di Triennale Milano e con un film sul grande architetto e designer Andrea Branzi.
Yuri Suzuki, Unknow Unknowns. DSL Studio I Courtesy Triennale Milano
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Milano | Dal 30 novembre apre la nuova area del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Nasce PLAYLAB, il museo per i piccoli visitatori, da tre a sei anni
-
Cuneo | Dal 30 novembre al 30 marzo presso il Complesso Monumentale di San Francesco
Da Roma a Cuneo con Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città va in scena in una mostra
-
Milano | Dal 28 novembre ai Chiostri di Sant’Eustorgio
Il Retablo dei Magi, gioiello fiammingo, svela i suoi colori originali
-
Roma | Dal 7 dicembre a Palazzo Chigi di Ariccia
Bernini e la pittura del Seicento, una storia da riscoprire
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Mondo | Dal 26 gennaio al 25 maggio presso il museo d’arte di Riehen (Basilea)
Luci del nord. La Fondation Beyeler accoglie il fascino della natura nordica