A Villa Colloredo Mels dal 21 dicembre all'8 aprile
Lotto e Leopardi: a Recanati due anime inquiete a confronto

Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1534-1535, olio su tela, 114 x 166 cm, Recanati, museo civico Villa Colloredo Mels
Samantha De Martin
18/12/2017
Macerata - Un filo sottile, percorso da un’inquietudine comune, corre dalle tele di Lorenzo Lotto ai versi di Giacomo Leopardi. La vita raminga dell’artista veneziano, alla ricerca di committenti in grado di capirlo e apprezzarlo, si intreccia con la mente errabonda del poeta che, come pochi, ha saputo esprimere le riflessioni sull’esistenza umana nella forma più elevata di poesia, canto universale condiviso da uomini e donne di ogni tempo.
Teatro di questo dialogo tra anime sensibili, è Recanati, natìo borgo selvaggio per il poeta, laboratorio dell’artista che nel piccolo centro marchigiano aveva realizzato anche la superba Trasfigurazione per la chiesa di Santa Maria di Castelnuovo, oggi al museo civico.
Questo fil rouge che lega le due geniali menti è avvolto da una stoffa preziosa dal sigillo altisonante. Solo, senza fidel governo et molto inquieto de la mente. Lorenzo Lotto dialoga con Giacomo Leopardi è infatti il titolo della mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, che dal 21 dicembre all’8 aprile porterà a Villa Colloredo Mels, sede del museo civico, le due illustri personalità - quella del pittore veneto e del poeta di casa - che hanno saputo raccontare la realtà e il loro conflitto interiore pur confrontandosi con mondi artistici differenti.
È come se per entrambi - divisi da circa tre secoli - ci fosse un passaporto che ne travalica il tempo. Come Lotto, “compreso” solo nel Novecento, anche Leopardi sarà interpretato compiutamente soltanto in tempi recenti, con le moderne letture de La ginestra, Il tramonto della luna, delle poesie della piena maturità, dello Zibaldone. D’altra parte Giacomo, come in uno specchio, ebbe sempre davanti a sè un’opera di Lotto, acquistata dal padre Monaldo.
Al percorso dedicato al pittore anticonformista, del quale la collezione permanente della villa accoglie alcuni capolavori, dal polittico di San Domenico alla pala “sconvolgente” della Trasfigurazione - dove emozioni e personaggi sono trattati con patetismo ed espressività al limite della deformazione fisica - dal San Giacomo Maggiore alla rivoluzionaria Annunciazione - nella quale la Vergine, colta alle spalle, non osa neppure volgere il capo verso l’angelo e, con le mani, sembra quasi difendersi dall’avventore - si affiancano altre significative testimonianze dell’artista. Come la travolgente Caduta dei Titani in collezione privata, il Giovane gentiluomo delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Gentiluomo con lettera, in raccolta privata, o il Ritratto di Ludovico Grazioli della Fondazione Cavallini Sgarbi.
Impossibile, dunque, non cogliere - in questa che si preannuncia come un denso viaggio attraverso la cultura - il dialogo concettuale tra il moderno indagatore dell’animo umano e l’artista che - come scrisse lo storico dell’arte Bernard Berenson - fu “il primo pittore italiano ad essere sensibile ai mutevoli stati dell’animo umano”, tra il filosofo che seppe innalzare il pessimismo a un silenzioso inno alla vita, e il “pittore personale in un’epoca in cui la personalità stava per diventare meno stimata del conformismo”.
Ad oli e pennelli si affiancheranno cimeli, documenti, manoscritti appartenuti al poeta, inedite testimonianze che dopo molti anni vengono restituite alla cittadinanza per accompagnare l’itinerario concepito anche per far convergere poesia e pittura.
La selezione di questi importanti oggetti - tra i quali la maschera funeraria del poeta, alcuni frammenti del vestiario di Leopardi, una serie di lettere personali autografe, il manoscritto parzialmente autografo del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi - è affidata alla professoressa Laura Melosi e a Lorenzo Abbate della cattedra leopardiana dell’Università di Macerata.
La mostra si inserisce all’interno della programmazione di eventi culturali per il 2017 - 2019 a Recanati, frutto del progetto della Società Sistema Museo Recanati verso l'Infinito, che investe sulla forte identità della città legata all'arte, alla poesia, alla musica.
Leggi anche:
• Infinito Recanati unisce arte, poesia e musica
• Mirò illustratore. A Recanati le litografie a colori del pittore di favole
Teatro di questo dialogo tra anime sensibili, è Recanati, natìo borgo selvaggio per il poeta, laboratorio dell’artista che nel piccolo centro marchigiano aveva realizzato anche la superba Trasfigurazione per la chiesa di Santa Maria di Castelnuovo, oggi al museo civico.
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È come se per entrambi - divisi da circa tre secoli - ci fosse un passaporto che ne travalica il tempo. Come Lotto, “compreso” solo nel Novecento, anche Leopardi sarà interpretato compiutamente soltanto in tempi recenti, con le moderne letture de La ginestra, Il tramonto della luna, delle poesie della piena maturità, dello Zibaldone. D’altra parte Giacomo, come in uno specchio, ebbe sempre davanti a sè un’opera di Lotto, acquistata dal padre Monaldo.
Al percorso dedicato al pittore anticonformista, del quale la collezione permanente della villa accoglie alcuni capolavori, dal polittico di San Domenico alla pala “sconvolgente” della Trasfigurazione - dove emozioni e personaggi sono trattati con patetismo ed espressività al limite della deformazione fisica - dal San Giacomo Maggiore alla rivoluzionaria Annunciazione - nella quale la Vergine, colta alle spalle, non osa neppure volgere il capo verso l’angelo e, con le mani, sembra quasi difendersi dall’avventore - si affiancano altre significative testimonianze dell’artista. Come la travolgente Caduta dei Titani in collezione privata, il Giovane gentiluomo delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Gentiluomo con lettera, in raccolta privata, o il Ritratto di Ludovico Grazioli della Fondazione Cavallini Sgarbi.
Impossibile, dunque, non cogliere - in questa che si preannuncia come un denso viaggio attraverso la cultura - il dialogo concettuale tra il moderno indagatore dell’animo umano e l’artista che - come scrisse lo storico dell’arte Bernard Berenson - fu “il primo pittore italiano ad essere sensibile ai mutevoli stati dell’animo umano”, tra il filosofo che seppe innalzare il pessimismo a un silenzioso inno alla vita, e il “pittore personale in un’epoca in cui la personalità stava per diventare meno stimata del conformismo”.
Ad oli e pennelli si affiancheranno cimeli, documenti, manoscritti appartenuti al poeta, inedite testimonianze che dopo molti anni vengono restituite alla cittadinanza per accompagnare l’itinerario concepito anche per far convergere poesia e pittura.
La selezione di questi importanti oggetti - tra i quali la maschera funeraria del poeta, alcuni frammenti del vestiario di Leopardi, una serie di lettere personali autografe, il manoscritto parzialmente autografo del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi - è affidata alla professoressa Laura Melosi e a Lorenzo Abbate della cattedra leopardiana dell’Università di Macerata.
La mostra si inserisce all’interno della programmazione di eventi culturali per il 2017 - 2019 a Recanati, frutto del progetto della Società Sistema Museo Recanati verso l'Infinito, che investe sulla forte identità della città legata all'arte, alla poesia, alla musica.
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