180 musei partecipano al progetto di Google Arts&Culture
We Wear Culture: la storia della moda è online

Francesca Grego
10/06/2017
L’iconico abito nero di Chanel, lo stiletto di Marilyn, il corsetto di Vivienne Westwood, ma anche antichi costumi cinesi, sofisticati capi alla moda di Versailles o creazioni surrealiste firmate Elsa Schiaparelli: 3000 anni di cultura dell’abbigliamento sono al centro del progetto We Wear Culture, frutto della collaborazione di Google Arts&Culture con quasi 200 musei e istituzioni in 42 paesi del mondo, che hanno deciso di condividere online le proprie collezioni.
Un immenso archivio digitale, consultabile online e disponibile anche in app per smartphone, che mette a disposizione degli utenti fotografie, video e contenuti riguardanti oltre 30 mila oggetti e capi d’abbigliamento, raggruppati in 400 percorsi e storie, ma rintracciabili singolarmente attraverso un comodo motore di ricerca.
Per i più esigenti, sulla piattaforma We Wear Culture sono già state caricate oltre 700 immagini in gigapixel e quattro esperienze di realtà virtuale per conoscere capi e accessori cult della storia della moda.
Perché, come suggerisce il titolo dell’iniziativa, vestire è un’operazione altamente culturale: riflette il sentire di un’epoca, i suoi conflitti e i suoi protagonisti, ma è anche frutto di un’operazione artistica e di preziosi saperi artigianali.
In Italia hanno risposto all’appello ben 112 istituzioni, tra cui Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, Palazzo Pitti a Firenze, il MAXXI a Roma, Palazzo Fortuny e Palazzo Mocenigo a Venezia, il Museo Ferragamo e la Fondazione Ferrè, il Museo del Tessuto di Prato, mentre tra i partecipanti a livello mondiale spiccano il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi.
Ma non è finita: con We Wear Culture ben 42 sedi espositive aprono le proprie sale al pubblico online per speciali visite virtuali: grazie agli strumenti di Google Street View, d’ora in poi sarà possibile passeggiare tra le creazioni dei pionieri della moda al MoMu Fashion Museum di Anversa, esplorare i laboratori dell’Istituto per la Conservazione dei Costumi del Metropolitan di New York o indugiare sulla storica scalinata juvarriana di Palazzo Madama, prima di visitare le nove collezioni a tema del museo.
Leggi anche:
• Il Capriccio e la Ragione: in mostra il gusto del Settecento europeo
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Per i più esigenti, sulla piattaforma We Wear Culture sono già state caricate oltre 700 immagini in gigapixel e quattro esperienze di realtà virtuale per conoscere capi e accessori cult della storia della moda.
Perché, come suggerisce il titolo dell’iniziativa, vestire è un’operazione altamente culturale: riflette il sentire di un’epoca, i suoi conflitti e i suoi protagonisti, ma è anche frutto di un’operazione artistica e di preziosi saperi artigianali.
In Italia hanno risposto all’appello ben 112 istituzioni, tra cui Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, Palazzo Pitti a Firenze, il MAXXI a Roma, Palazzo Fortuny e Palazzo Mocenigo a Venezia, il Museo Ferragamo e la Fondazione Ferrè, il Museo del Tessuto di Prato, mentre tra i partecipanti a livello mondiale spiccano il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi.
Ma non è finita: con We Wear Culture ben 42 sedi espositive aprono le proprie sale al pubblico online per speciali visite virtuali: grazie agli strumenti di Google Street View, d’ora in poi sarà possibile passeggiare tra le creazioni dei pionieri della moda al MoMu Fashion Museum di Anversa, esplorare i laboratori dell’Istituto per la Conservazione dei Costumi del Metropolitan di New York o indugiare sulla storica scalinata juvarriana di Palazzo Madama, prima di visitare le nove collezioni a tema del museo.
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