Ritratto di famiglia
Courtesy of ©Fratelli Alinari Firenze |
I fratelli Alinari
26/02/2003
Il primo fu Leopoldo Alinari. Nel 1852 aprì un piccolo laboratorio a Firenze dove si stampavano e vendevano fotografie su carta salata. Due anni più tardi furono coinvolti nell'attività anche i fratelli Romualdo e Giuseppe.
Nel 1855 lo studio Alinari di strada ne aveva già fatta parecchia: in quell'anno ottenne una medaglia d'oro all'Esposizione Universale di Parigi.
Monumenti, vedute e paesaggio sono i soggetti preferiti dai fotografi fiorentini, anche se sono numerosi i ritratti eseguiti nella sala di posa all'ultimo piano del palazzo di via Cornina.
Nel 1856 l'altelier pubblicò il primo catalogo commerciale, un unico foglio che riproduceva 165 immagini realizzate a Firenze, Siena, Pisa e nello Stato della Chiesa.
Nel 1863 gli studi vennero trasferiti dove tuttora sorgono la lastroteca, i laboratori fotografici, la stamperia d'arte e il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari.
Alla morte di Leopoldo l'azienda passò sotto il controllo del fratello Giuseppe. E' in quegli anni che si sperimentano nuovi procedimenti di stampa e nuovi formati. La casa fiorentina diede alle stampe a più riprese diversi cataloghi con immagini delle principali città d'arte del nostro paese.
Ma si dovrà attendere l'ultimo decennio del XIX secolo perché lo studio fotografico Alinari, ormai passato sotto la direzione di Vittorio, nipote di Leopoldo, si trasformi in una vera e propria azienda tra le più importanti nel settore a livello mondiale. Lo studio diventò la meta preferita di molte famiglie dell'alta società italiana e internazionale, che desideravano portare a casa un ritratto, così come la moda di allora imponeva.
Presso lo studio lavoravano numerose persone addette al ritocco e alla colorazione manuale delle immagini con tempera e colori a olio, secondo lo stile di quegli anni.
Successi, incarichi e riconoscimenti sancirono la qualità del lavoro svolto presso gli studi fiorentini. Nei primi anni del Novecento gli Alinari furono a Parigi per partecipare ad una importante campagna fotografica nelle gallerie e musei della capitale francese.
Centro professionale e artistico, lo studio fotografico fiorentino divenne il punto di riferimento del fermento culturale dei primi decenni del secolo scorso. Furono indetti numerosi concorsi con lo scopo di premiare la creatività di giovani artisti emergenti.
Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale, l'azienda subì forti contraccolpi e fu costretta a chiudere i battenti per un certo periodo. Successivamente l'attività riprese, ma non per lungo tempo. Di fronte all'incessante diffusione degli apparecchi fotografici per tutti e all'introduzione della pellicola a colori, Vittorio non se la sentì di proseguire e decise di vendere l'azienda.
Nel 1920 la società Alinari fu rilevata da un gruppo di nobili, intellettuali e imprenditori fiorentini e nazionali. Più tardi la proprietà passò al senatore Vittorio Cini che rimase alla guida dell’azienda fino al 1976.
Nel corso degli anni Ottanta, sotto una nuova direzione, venne dato nuovo corso all'attività fotografica del centro: si decise allora di incrementare il fondo degli archivi e di istituire il Museo di Storia della Fotografia, portando il patrimonio dell'azienda a oltre 3 milioni e mezzo di immagini.
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