I programmi dal 26 febbraio al 3 marzo
Quando l’arte (non) è nuda. Dalla foglia di fico ai braghettoni di Michelangelo, il corpo censurato si racconta in tv
Nadar, C’est bien LAID-AH! Caricature. BNF I Courtesy Rai Cultura
Francesca Grego
26/02/2024
"Dietro la foglia di fico”. Su Rai 5 un viaggio tra nudo e tabù"
Grande fu lo scandalo quando, nel 1541, Michelangelo completò gli affreschi della Cappella Sistina. Diciotto anni dopo, il pontefice avrebbe chiesto al Buonarroti di coprire le nudità indecentemente esposte nel Giudizio Universale. La risposta dell’artista fu: “Dite al Papa che è un ritocco semplice da fare. Ma che cominci lui a ritoccare il mondo, e i dipinti seguiranno”. Dopo la morte di Michelangelo, il Concilio di Trento ordinò al pittore Daniele da Volterra di completare il lavoro di copertura, una missione che gli valse il soprannome di "Braghettone".
Il tabù del nudo nell’arte è in realtà storia molto più antica. La scopriremo mercoledì 28 febbraio su Rai 5 a partire dalle 21.15, nell’undicesima puntata di Art Night. In prima visione tv, il documentario Dietro la foglia di fico di Agnès Obadia, prodotto da Harbor Films, racconta come attraverso i secoli gli artisti si siano misurati con la spinosa questione, escogitando di volta in volta le soluzioni più fantasiose. Fino ad arrivare ai nostri giorni, per chiedersi come siano cambiate le cose con il cinema, la tv e i social media.
Come lascia intuire il titolo, il viaggio di Obadia inizia con Adamo ed Eva e la foglia di fico di biblica memoria, che nasconde i genitali maschili e femminili allo stesso modo, negandone la differenza. Molto presto, tuttavia, l’umile accessorio vegetale cederà il passo agli oggetti più strani. Nel dipinto di Lucas Cranach Adamo ed Eva (1526), per esempio, le corna di un cervo coprono le pudenda di Adamo, enfatizzandone maliziosamente la nudità. Per le donne le alternative si sprecano, e risultano altrettanto evocative: il pube è nascosto da un fiore, da uno scrigno di gioielli, da uno specchio, da una striscia di pelliccia... Artisti meno benevoli arrivano a utilizzare rospi e diavoli. Nella Nascita di Venere di Botticelli (1485), la nudità della dea risulta ancora più ammiccante perché celata da una riccioluta e simbolica ciocca di capelli.
Nel Rinascimento il nudo maschile gode apparentemente di una maggiore libertà, ma le proporzioni infantili dei membri rischiano di evocare la castrazione. Un roboante armamentario di clave, rami, spade e serpenti interviene perciò a sottolineare la virilità dei protagonisti dell’arte.
Alla fine dell’Ottocento l'assurdità della censura inizia a suscitare sarcasmo: caricaturisti come Cham Daumier, Nadar e Choubrac si divertono un mondo. E con il movimento surrealista la foglia di fico rinasce sotto sembianze inedite, per suggerire l'irriducibile stranezza che circonda la questione del sesso: Dalì la trasforma in un’aragosta, Magritte in una ballerina, e il repertorio è pressoché infinito.
Nell'arte contemporanea i corpi nudi non mancano di certo: i censori hanno perso la partita? Neanche per sogno! Nel 2017 la campagna pubblicitaria per il centenario di Egon Schiele è censurata in diverse città d’Europa a causa di immagini "troppo esplicite". Dai muri alle fiancate dei tram, le nudità dipinte dall’artista vengono coperte da una striscia bianca. L’ufficio del turismo di Vienna, aggiunge con ironia: “Mi dispiace, ho cent’anni ma sono ancora troppo audace”. Nuove foglie di fico crescono rigogliose.
La settimana su Sky Arte: Monet, Van Gogh, Modigliani, Banksy e la moda italiana
Da Venezia al piccolo schermo, Banksy torna sulla breccia: mentre l’M9-Museo del ‘900 di Mestre dedica all’irriducibile street artist la mostra Painting Walls, Sky Arte gli rende omaggio con una notte di programmazione. L’appuntamento è per martedì 27 febbraio a partire dalle 23.30, con due docufilm da vedere tutti d’un fiato. Si parte con L’uomo che rubò Banksy di Marco Proserpio (2018), che con l’inconfondibile di Iggy Pop ci conduce nei territori contesi tra Israele e Stato Palestinese, dove nel 2007 appare improvvisamente un murales dell’artista britannico. Non tutti gradiscono il regalo: qualcuno taglia il muro e decide di venderne i pezzi al miglior offerente, suscitando polemiche di ogni tipo. Il film ricostruisce la clamorosa vicenda attraverso i punti di vista di galleristi, studiosi e giornalisti, ma soprattutto degli abitanti del luogo, chiarendo perché l’immagine di un asino abbia suscitato tanta indignazione. A seguire, Banksy - L’arte della ribellione di Elio España (2020) si getta sulle tracce dell’artista anonimo più famoso al mondo per dipanare il mistero che lo circonda. Interviste inedite a personaggi a lui molto vicini ne tratteggiano il ritratto, tra rare immagini d’archivio, retroscena, aneddoti e curiosità.
Giovedì 29, invece, tornano alla ribalta tre grandi maestri del passato. Ad aprire la serata alle 21.15 sarà Claude Monet, protagonista con le sue Ninfee di un episodio della serie Il mistero dei capolavori perduti, seguito dal docufilm Van Gogh - I Girasoli, omaggio di David Bickerstaff al maestro olandese e alla sua serie iconica. Chiuderà la serata Maledetto Modigliani di Valeria Parisi, un viaggio al seguito di Modì da Livorno alla Parigi delle avanguardie, per scoprire come nacque il suo stile inconfondibile.
Da non perdere sabato 2 marzo è la seconda e ultima parte della serie Sky Original Moda. Una rivoluzione italiana. Nei due episodi in onda a partire dalle 21.15 (replica domenica alle 15), ripercorreremo gli anni dal ‘68 ad oggi tra trasgressione, minimalismo e inclusività, passando per la grande stagione del made in Italy. In primo piano, l’avventura di stilisti come Armani, Versace, Valentino, Ferré, Krizia, Moschino, Dolce e Gabbana.
Leggi anche:
• L'arte è libera? Forse no. Parola di Luca Beatrice
• I cinque quadri più scandalosi del mondo
Grande fu lo scandalo quando, nel 1541, Michelangelo completò gli affreschi della Cappella Sistina. Diciotto anni dopo, il pontefice avrebbe chiesto al Buonarroti di coprire le nudità indecentemente esposte nel Giudizio Universale. La risposta dell’artista fu: “Dite al Papa che è un ritocco semplice da fare. Ma che cominci lui a ritoccare il mondo, e i dipinti seguiranno”. Dopo la morte di Michelangelo, il Concilio di Trento ordinò al pittore Daniele da Volterra di completare il lavoro di copertura, una missione che gli valse il soprannome di "Braghettone".
Il tabù del nudo nell’arte è in realtà storia molto più antica. La scopriremo mercoledì 28 febbraio su Rai 5 a partire dalle 21.15, nell’undicesima puntata di Art Night. In prima visione tv, il documentario Dietro la foglia di fico di Agnès Obadia, prodotto da Harbor Films, racconta come attraverso i secoli gli artisti si siano misurati con la spinosa questione, escogitando di volta in volta le soluzioni più fantasiose. Fino ad arrivare ai nostri giorni, per chiedersi come siano cambiate le cose con il cinema, la tv e i social media.
Come lascia intuire il titolo, il viaggio di Obadia inizia con Adamo ed Eva e la foglia di fico di biblica memoria, che nasconde i genitali maschili e femminili allo stesso modo, negandone la differenza. Molto presto, tuttavia, l’umile accessorio vegetale cederà il passo agli oggetti più strani. Nel dipinto di Lucas Cranach Adamo ed Eva (1526), per esempio, le corna di un cervo coprono le pudenda di Adamo, enfatizzandone maliziosamente la nudità. Per le donne le alternative si sprecano, e risultano altrettanto evocative: il pube è nascosto da un fiore, da uno scrigno di gioielli, da uno specchio, da una striscia di pelliccia... Artisti meno benevoli arrivano a utilizzare rospi e diavoli. Nella Nascita di Venere di Botticelli (1485), la nudità della dea risulta ancora più ammiccante perché celata da una riccioluta e simbolica ciocca di capelli.
Nel Rinascimento il nudo maschile gode apparentemente di una maggiore libertà, ma le proporzioni infantili dei membri rischiano di evocare la castrazione. Un roboante armamentario di clave, rami, spade e serpenti interviene perciò a sottolineare la virilità dei protagonisti dell’arte.
Alla fine dell’Ottocento l'assurdità della censura inizia a suscitare sarcasmo: caricaturisti come Cham Daumier, Nadar e Choubrac si divertono un mondo. E con il movimento surrealista la foglia di fico rinasce sotto sembianze inedite, per suggerire l'irriducibile stranezza che circonda la questione del sesso: Dalì la trasforma in un’aragosta, Magritte in una ballerina, e il repertorio è pressoché infinito.
Nell'arte contemporanea i corpi nudi non mancano di certo: i censori hanno perso la partita? Neanche per sogno! Nel 2017 la campagna pubblicitaria per il centenario di Egon Schiele è censurata in diverse città d’Europa a causa di immagini "troppo esplicite". Dai muri alle fiancate dei tram, le nudità dipinte dall’artista vengono coperte da una striscia bianca. L’ufficio del turismo di Vienna, aggiunge con ironia: “Mi dispiace, ho cent’anni ma sono ancora troppo audace”. Nuove foglie di fico crescono rigogliose.
La settimana su Sky Arte: Monet, Van Gogh, Modigliani, Banksy e la moda italiana
Da Venezia al piccolo schermo, Banksy torna sulla breccia: mentre l’M9-Museo del ‘900 di Mestre dedica all’irriducibile street artist la mostra Painting Walls, Sky Arte gli rende omaggio con una notte di programmazione. L’appuntamento è per martedì 27 febbraio a partire dalle 23.30, con due docufilm da vedere tutti d’un fiato. Si parte con L’uomo che rubò Banksy di Marco Proserpio (2018), che con l’inconfondibile di Iggy Pop ci conduce nei territori contesi tra Israele e Stato Palestinese, dove nel 2007 appare improvvisamente un murales dell’artista britannico. Non tutti gradiscono il regalo: qualcuno taglia il muro e decide di venderne i pezzi al miglior offerente, suscitando polemiche di ogni tipo. Il film ricostruisce la clamorosa vicenda attraverso i punti di vista di galleristi, studiosi e giornalisti, ma soprattutto degli abitanti del luogo, chiarendo perché l’immagine di un asino abbia suscitato tanta indignazione. A seguire, Banksy - L’arte della ribellione di Elio España (2020) si getta sulle tracce dell’artista anonimo più famoso al mondo per dipanare il mistero che lo circonda. Interviste inedite a personaggi a lui molto vicini ne tratteggiano il ritratto, tra rare immagini d’archivio, retroscena, aneddoti e curiosità.
Giovedì 29, invece, tornano alla ribalta tre grandi maestri del passato. Ad aprire la serata alle 21.15 sarà Claude Monet, protagonista con le sue Ninfee di un episodio della serie Il mistero dei capolavori perduti, seguito dal docufilm Van Gogh - I Girasoli, omaggio di David Bickerstaff al maestro olandese e alla sua serie iconica. Chiuderà la serata Maledetto Modigliani di Valeria Parisi, un viaggio al seguito di Modì da Livorno alla Parigi delle avanguardie, per scoprire come nacque il suo stile inconfondibile.
Da non perdere sabato 2 marzo è la seconda e ultima parte della serie Sky Original Moda. Una rivoluzione italiana. Nei due episodi in onda a partire dalle 21.15 (replica domenica alle 15), ripercorreremo gli anni dal ‘68 ad oggi tra trasgressione, minimalismo e inclusività, passando per la grande stagione del made in Italy. In primo piano, l’avventura di stilisti come Armani, Versace, Valentino, Ferré, Krizia, Moschino, Dolce e Gabbana.
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