Palazzo Chigi di Ariccia

I Musei della Provincia di Roma
 

01/03/2001

Il palazzo Chigi di Ariccia risale alla fine del 1500, ma l’aspetto attuale è opera dell’architetto romano Carlo Fontana, che lo ristrutturò ed ampliò tra il 1664 e il 1672. Nel 1988 il Principe Agostino Chigi Albani decise di cedere il prestigioso immobile al Comune di Ariccia che, dopo importanti lavori di restauro terminati solo nel novembre del 1999, lo ha reso fruibile al pubblico. Il palazzo è così diventato un polo culturale di primo rilievo, ospitando mostre, concerti ed eventi di varia natura. Palazzo Chigi è una dimora storica che conserva un arredamento d’epoca, in parte originale ed in parte proveniente dalle altre dimore della nobile famiglia. Al suo interno è possibile visitare l’importante raccolta di dipinti, con opere del Baciccio, del Cavalier d’Arpino, del Mola, e l’interessante serie delle “Stagioni” eseguita da Mario de’ Fiori. Di grande valore artistico sono i paesaggi dipinti da Reschi, Momper, Tempestino, e i ritratti realizzati da Voet, Morandi, Alessandro Mattia, solo per citare alcuni significativi nomi. E’ possibile inoltre visitare la collezione di opere scultoree, di artisti di scuola berniniana come il Fioriti, il Boselli o il Mazzuoli, autore del celebre busto in marmo di Alessandro VII. L’arredamento conserva importanti mobili del Seicento tra cui la “farmacia”, progettata dallo stesso Fontana. Allo stesso periodo risalgono le decorazioni delle volte dell’appartamento del piano terra, mentre sono di stile neoclassico quelle che decorano le stanze appartenute a Sigismondo Chigi al piano nobile. Tra le decorazioni murarie la più interessante è certamente la celebre sanguigna dipinta da Gian Lorenzo Bernini e raffigurante S. Giuseppe con il bambinello. Merita una visita a parte lo splendido parco del palazzo che conserva ancora la vegetazione originaria dei Castelli Romani, e che da sempre è stato meta di artisti e paesaggisti affascinati dalla natura selvaggia e dalla presenza di artistiche fontane e antiche costruzioni in rovina.