Le foto e i fotografi di Gaudì
Gaudì
27/12/2001
I sette fotografi che espongono alla mostra sono stati selezionati per la loro profonda conoscenza dell’opera di Gaudì; tutti hanno vissuto un lungo rapporto con le sue costruzioni, che hanno scandagliato nei minimi particolari. Ciò che ne risulta è una visione rinnovata del macrocosmo del maestro catalano, sintetizzato in frammenti, che illustrano con rapide occhiate tutto ciò che caratterizza un’architettura firmata da Gaudì.
Manel Armengol (1949) presenta alcune immagini caratterizzate da un azzurro dominante scattate nella prima metà degli anni ’80 a Casa Milà e a Casa Batllò. Fotoreporter fino a poco prima di quella data, inviato speciale in tutto il mondo, a causa di un grave incidente la sua carriera si interrompe e si trasforma in questa sorta di specializzazione nella fotografia d’architettura.
Le foto di Tony Catany (1942) sono polaroid trasportate, scattate nell’ultimo decennio, che offrono particolari delle architetture di Gaudì, con una massima attenzione riservata al pomello, oggetto in cui il celebre architetto realizza piccoli capolavori spiraliformi che ricordano molto da vicino le guglie barocche di Borromini e di Guarini, riferimenti sempre notati negli edifici dello spagnolo.
Manel Esclusa (1952), figlio d’arte, espone regolarmente in gallerie e musei internazionali da anni; la sua opera è presente in varie collezioni (MOMA, New York; Bibliothèque National, Parigi; Università di Parma; ecc.). Le sette foto presentate qui a Roma, tutte del 1992, trattate in gelatina d’argento virata al selenio, sono splendide immagini in bianco e nero, in cui i particolari architettonici vengono investiti dalla luce.
Anche Leopold Pomès (1931) utilizza la gelatina d’argento e si sofferma sulle parti terminali delle architetture di Gaudì: tra le sue foto, tutte risalenti agli anni ’60, spiccano il coronamento della Sagrada Familia e di altri edifici.
Rafael Vargas (1959), fotografo che lavora soprattutto nel campo del ritratto, dell’architettura e della pubblicità, pubblica i suoi servizi sulle più prestigiose riviste. Collabora con studi di architettura; ha immortalato tutti gli edifici di Antoni Gaudì per l’Espai Gaudì della Pedrera di Barcellona. Non a caso proprio incentrati su Casa Milà sono i suoi scatti migliori che vanno a sottolineare le caratteristiche linee ondulate di tale costruzione.
Marc Limargas (1947), fotografo d’arte ed editor, ha più volte legato il suo nome a Gaudì: ha illustrato più libri riguardanti l’architetto ed ha mostrato alcuni suoi lavori alla Triennale di Milano nell’ambito della mostra “Gaudì: l’home i l’obra”. All’Instituto Cervantes sono sue alcune fotografie realizzate tra il 1998 ed il 2001 che vedono giochi di riflessi nell’acqua, vetrate colorate, e ancora le magnifiche forme a spirale dei pomelli delle balaustre.
Humberto Rivas (1937), unico artista non spagnolo, nato in Argentina, ma residente a Barcelona da quasi trent’anni, propone interessanti sguardi colti portando l’obiettivo della macchina ad indagare nei meandri di Parco Güell, caratterizzato da colonnine sbilenche e volte con contrafforti che si intersecano in maniera inverosimile.
Rivas ha realizzato questi scatti nel 1998, anno in cui ha ricevuto il Premio Nacional de Fotografia del Ministero della Cultura del governo di Spagna.
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | L'artista americana parla dei prossimi progetti
Kristin Jones: "Dal Tevere al Pantheon vi racconto le mie sfide impossibili, nel nome di Roma"
-
Roma | A Roma il progetto d’arte contemporanea LAVINIA
Architettura del Seicento e arte contemporanea a confronto: a Villa Borghese riapre la Loggia dei Vini
-
Fino al 2 marzo 2025 al secondo livello dell'Anfiteatro Flavio
Göbeklitepe tra enigma e mistero. Al Colosseo una mostra racconta il sito archeologico tra i più antichi al mondo
-
Roma | Fino al 23 marzo al Museo di Roma a Palazzo Braschi
Roma riscopre le "sue" pittrici con oltre 130 opere in mostra a Palazzo Braschi
-
Roma | Dal 31 ottobre al 26 gennaio a Roma
Guercino ospite d'onore alle Scuderie del Quirinale
-
Roma | Il 17 novembre a Roma un open day per visitare l’area al chilometro 11,700
Una storia lunga dieci secoli. La via Cassia invita a riscoprire un'importante area archeologica