La scultura di un secolo
Scultori Verona
25/02/2004
Prosegue il viaggio attraverso la scultura veronese dal 1900 al 2000 questa volta ad essere protagonista è la seconda metà dello scorso secolo.
Il 1960 segna un vero e proprio spartiacque, “tanto che l’arte contemporanea in senso stretto inizia proprio da allora, quando vennero messi radicalmente in discussione gli statuti convenzionali (meglio sarebbe dire storici, in riferimento però ad una storicità cronologicamente determinata, quella nata nel mondo occidentale con l’umanesimo e il rinascimento) della pittura e della scultura”, come ricorda anche Luciano Caramel.
Negli anni Quaranta-Cinquanta,rara fu in scultura l’attrazione del materismo e della segnicità informale, ebbero invece fortuna le novità derivate dal cubismo e dal futurismo, o meglio dal postcubismo e dalla seconda fase del futurismo, oltre che dal surrealismo, che incoraggiarono l’adozione di soluzioni astratte. Diversa è la vicenda di un altro scultore attivo nei decenni precedenti, Giuseppe Fontana, che coglie il nuovo spirito del tempo, semplificando strutturalmente le sue immagini, quindi abbandonando il precedente suo delicato plasmare per “figure” costruite con relitti rielaborati, fissati nel calco e trasferiti nell’omogeneità della fusione in bronzo, e infine realizzando essenziali presenze, di significato arcano, con pochi elementi assemblati, sempre, all’origine, di recupero.
Ancora differente il caso di Alberto Colognato, morto qualche anno fa e opportunamente riproposto nei mesi scorsi a Verona in una retrospettiva che ne ha confermato le indubbie qualità di modellatore. In terrecotte, legni, cementi, gessi colorati, oltre che in bronzi e marmi improntati ad una sintesi esemplare, dai finali anni Quaranta, quando, dopo una carriera di pittore, inaugurata negli anni Trenta e, per le vicende della vita, non molto prolifica, scelse di dedicarsi alla scultura.
Attenzione particolare meritano Federico Chiecchi e Gino Bogoni. Il primo costruisce istallazioni eterogenee proliferanti, con un vitalismo energetico e acceso. Il secondo ha eletto a luogo ideale di lavoro la fonderia, dalla quale escono fuori figure stilizzate realizzate con estrema perizia.
A completare la panoramica della scultura a Verona nella seconda metà del Novecento sono tre artisti: Riccardo Cassini, Mancino (Michele Tarasco) e Patrizia Guerresi. Tutti e tre fanno della scultura un’arte che nulla ha da invidiare alla pittura. Tutti e tre attraversano territori diversi, figurativi e sono attenti alla tradizione moderna e classica.
Una mostra interessante che si apre alla scultura che ha segnato il cuore di Verona e alle nuove correnti e ai nuovi movimenti, sempre attenti al contesto internazionale dell’arte.
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Palazzo Forti, Verona
orario: 10.00 – 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00)
lunedì chiuso
entrata Corso S.Anastasia (vicolo Volto Due Mori, 4), Verona
ingresso intero: L. 8.000 - € 4,13, ridotto: L.6.000 - € 3.10, gratuito per scuole materne e bambini di età inferiore a 6 anni.
Per informazioni:
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti, Verona – tel. 045 8001903, 045 596371
fax 045 8003524
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