La Galleria Nazionale di Arte Antica
Et in Arcadia Ego di Guercino
10/06/2002
Fra le numerose meraviglie artistiche della Roma barocca l’elegante mole di Palazzo Barberini testimonia ancora il glorioso passato di una delle più fervide stagioni dell’arte italiana.
Questo gioiello architettonico, appartenuto dapprima agli Sforza, venne ampliato e arricchito, per la nobile famiglia dei Barberini, dai più grandi talenti del Seicento, come Maderno, Bernini Borromini e Pietro da Cortona, il quale attese anche alla decorazione di una sala del palazzo con uno dei più bei “trionfi” della pittura barocca.
Assieme al pittore toscano contribuirono alla magnificenza del palazzo grandi pittori come il Camassei e Andrea Sacchi, il quale proprio nel Seicento, attraverso l’eleganza e il misurato classicismo delle sue opere, rappresentò il contraltare dell’esubeante pittura barocca del Cortona.
Questa eccezionale summa dell’architettura e della grande stagione decorativa barocca a buon diritto ospita dal 1949 la prestigiosa raccolta della Galleria Nazionale di Arte Antica, ricca di capolavori delle più importanti collezioni nobiliari romane.
Molti dipinti infatti provengono dalle raccolte dei Torlonia, degli Sciarra, dei Chigi e della stessa famiglia Barberini.
Attraversando le splendide sale del Palazzo si potranno ammirare le opere di grandi artisti come il Perugino, Raffaello, Andrea del Sarto, Dosso Dossi che insieme a molte altre firme rappresentano al meglio la gloriosa stagione del Rinascimento italiano.
Ma ancor più ricca e interessante appare la sezione dedicata alle pitture del Seicento, con una speciale attenzione per le opere di ambito caravaggesco.
Oltre alla splendida “Giuditta e Oloferne” dello stesso genio lombardo, non si potranno tralasciare i grandi lavori di pittori come Serodine, Gentileschi, Guercino, Saraceni, Borgianni che assieme a molti altri nomi costituiscono uno splendido spaccato sulla pittura romana di primo Seicento.
Importante anche la sezione dedicata alla pittura italiana del Settecento rappresentata da grandi maestri come Corvi, Batoni, Benefial, Conca che con la grazia tutta settecentesca delle sue opere chiude la grande stagione della pittura italiana ormai prossima alla misurata eleganza del Neoclassicismo.
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