L’ELEFANTINO DELLA MINERVA

L'elefante della Minerva
 

25/02/2004

Qual è il significato del curioso elefante che sorregge l’obelisco egizio a Piazza della Minerva a Roma? Il cosiddetto “pulcin della Minerva” (una gentile trasformazione dell’originario “porcin”, suggerito ai romani dall’aspetto tozzo e tondeggiante dell’elefante) venne eseguito nel 1667 da Ercole Ferrata su progetto di Bernini, voluto da papa Alessandro VII come basamento per l’obelisco che venne ritrovato nel 1665 nel giardino maggiore del convento dei domenicani. L’obelisco si era conservato perfettamente e l’interpretazione dei geroglifici fu affidata all’esperto Athanasius Kircher che ne diede una lettura molto fantasiosa rispetto al significato, noto ad oggi come il nome del faraone Psammetico. Su richiesta del papa Chigi, Bernini presentò dieci progetti per il basamento, di cui ne rimangono tre, conservati nella biblioteca Vaticana. Al gigante che appoggiandosi a una roccia riesce a sostenere l’obelisco pendente pericolosamente verso di lui, venne preferito il progetto dell’elefante, che in realtà Bernini rielaborò partendo da un suo bozzetto in terracotta conservato nella collezione Orsini di Firenze. Anche qui infatti vi è un elefante che sorregge un obelisco, con in cima le api Barberini. Era infatti concepito per un altro obelisco ritrovato, di proprietà del cardinale Francesco Barberini che voleva farlo innalzare nel giardino del proprio palazzo. Anche in questo caso l’interpretazione dei geroglifici venne affidata a Kircher, ma il progetto, risalente al 1658, non venne mai realizzato. Ma a noi serve sapere che l’idea dell’elefante, suggerita al Bernini fu del cardinale Barberini e che egli si ispirò a un’incisione dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, probabilmente attraverso l’influenza del discendente Pompeo Colonna in stretto contatto sia col cardinale che con Kircher. Nel sogno di Polifilo l’obelisco simboleggia la sapienza e l’elefante (tradizionale simbolo di saggezza) la mente robusta che serve a sorreggerla. Ed è proprio questo il significato che Alessandro VII volle riporre nel monumento scegliendo il progetto berniniano. Egli volle innalzare un monumento alla Divina Sapienza e lo rese esplicito nell’iscrizione sul lato: ROBUSTAE MENTIS ESSE / SOLIDAM SAPIENTIAM SUSTINERE (Serve una mente robusta per sostenere una solida sapienza).

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