Dal 18 ottobre a Roma
Il fascino intrigante di Helmut Newton in una grande mostra
Helmut Newton, Amica. Milano, 1982 © Helmut Newton Foundation
Francesca Grego
17/10/2023
“Bisogna essere all’altezza della propria cattiva reputazione”, sosteneva ironico Helmut Newton, il fotografo che ha fatto della trasgressione un’arte. Elegante, provocatorio, irresistibilmente glamour, Newton torna sulla breccia con una grande mostra al Museo dell’Ara Pacis: un viaggio nella sua vita avventurosa attraverso più di 200 scatti, tra cui 80 inediti e alcune indimenticabili icone della fotografia del Novecento.
Pensata per il centenario della nascita dell’artista e attesa a Roma dal 2020, quando fu posticipata a causa della pandemia, l’esposizione è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore delle Stanze della Fotografia di Venezia. Dal prossimo 18 ottobre al 10 marzo 2024, Helmut Newton. Legacy ricostruirà l’intera carriera del celebre fotografo, dagli esordi nell’Australia negli anni Quaranta e Cinquanta, fino alle campagne di moda realizzate in giro per il mondo nell’ultimo decennio del XX secolo.
Helmut Newton, Sie kommen, from the series Big Nudes, Paris 1981 (© Helmut Newton Estate)
Nato a Berlino nel 1920 da una benestante famiglia ebrea, a soli 16 anni Helmut Neustädter inizia a lavorare come apprendista dalla famosa fotografa di moda Yva, sperimentando i suoi primi, sorprendenti autoritratti. Nel ’38 le persecuzioni naziste lo costringono a lasciare la Germania: si imbarca da Trieste per Singapore e da lì prosegue imperterrito per la sua strada. Non lo fermano l’internamento sotto le autorità britanniche e la deportazione in Australia, dove lavora come raccoglitore di frutta e guida i camion dell’esercito. Finita la guerra, Parigi, Monte Carlo e Los Angeles saranno i set di un lavoro a stretto contatto con il jet set. Ma a Helmut basta un garage pieno di auto per mettere in scena storie eccentriche tra realtà e finzione: per trasformare la vita in teatro, sfidare i cliché della rappresentazione, intrappolare nella trama dell’immagine l’occhio e la fantasia.
Noto per le sue rivoluzionarie campagne di moda, Newton si colloca ben oltre i confini della fashion photography: i suoi scatti ci parlano di un talento a 360 gradi, di un’estetica ambigua e raffinata, di una tecnica sopraffina capace di scandagliare la realtà oltre l’immagine, creando uno stile che ancora oggi è impossibile ignorare. I visitatori della mostra romana avranno modo di entrare nel backstage del suo lavoro, per conoscere processi all’origine di fotografie che sono ormai parte della memoria collettiva, come la serie Big Nudes, all’origine del suo libro di maggior successo.
Al Museo dell’Ara Pacis troveremo gli storici scatti per lo stilista André Courrèges, apparsi sulla rivista britannica Queen nel 1964, e poi i lavori per i grandi della moda, da Yves Saint Laurent a Karl Lagerfeld, da Thierry Mugler a Chanel, realizzati dopo il trasferimento a Parigi su invito di Vogue, che segna l’ingresso di Newton nel gotha della fotografia mondiale.
Helmut Newton, Rue Aubriot, French Vogue, from the series White Women, Paris 1975 | © Helmut Newton Estate
Da non perdere, i servizi di moda ispirati ai film di di Alfred Hitchcock, Francois Truffaut e Federico Fellini, vere e proprie storie piene di dettagli intriganti. E poi i ritratti delle celebrity: Andy Warhol, Mick Jagger, Gianni Versace, Catherine Deneuve, Charlotte Rampling, Romy Schneider, Nastassja Kinski, David Bowie, Elizabeth Taylor, Arthur Miller.
Uno spazio speciale sarà dedicato alle esperienze di Newton nel nostro paese e ai rapporti con l’editoria italiana. A Roma il fotografo era di casa, come dimostrano otto scatti tratti dalla celebre serie Paparazzi, testimonianza del suo talento nel mettere in scena un’atmosfera, nel trasformare una foto in una visione. Firenze, Montecatini, Milano, Capri, Venezia sono le tappe di un singolare tour in Italia, attraverso gli occhi di uno dei più grandi fotografi del secolo scorso.
“Fino alla fine, Newton continuò a sorprendere il suo pubblico”, ricorda il curatore Matthias Harder: “Lo fa ancora oggi, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, per cui si può dire che è del tutto legittimamente il più pubblicato e il più discusso di tutti i tempi. E le mostre antologiche come questa di Roma tengono in vita il suo lavoro”.
Helmut Newton, Self-Portrait with Wife and Models, Vogue Studio, Paris 1981 | © Helmut Newton Estate
Pensata per il centenario della nascita dell’artista e attesa a Roma dal 2020, quando fu posticipata a causa della pandemia, l’esposizione è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore delle Stanze della Fotografia di Venezia. Dal prossimo 18 ottobre al 10 marzo 2024, Helmut Newton. Legacy ricostruirà l’intera carriera del celebre fotografo, dagli esordi nell’Australia negli anni Quaranta e Cinquanta, fino alle campagne di moda realizzate in giro per il mondo nell’ultimo decennio del XX secolo.
Helmut Newton, Sie kommen, from the series Big Nudes, Paris 1981 (© Helmut Newton Estate)
Nato a Berlino nel 1920 da una benestante famiglia ebrea, a soli 16 anni Helmut Neustädter inizia a lavorare come apprendista dalla famosa fotografa di moda Yva, sperimentando i suoi primi, sorprendenti autoritratti. Nel ’38 le persecuzioni naziste lo costringono a lasciare la Germania: si imbarca da Trieste per Singapore e da lì prosegue imperterrito per la sua strada. Non lo fermano l’internamento sotto le autorità britanniche e la deportazione in Australia, dove lavora come raccoglitore di frutta e guida i camion dell’esercito. Finita la guerra, Parigi, Monte Carlo e Los Angeles saranno i set di un lavoro a stretto contatto con il jet set. Ma a Helmut basta un garage pieno di auto per mettere in scena storie eccentriche tra realtà e finzione: per trasformare la vita in teatro, sfidare i cliché della rappresentazione, intrappolare nella trama dell’immagine l’occhio e la fantasia.
Noto per le sue rivoluzionarie campagne di moda, Newton si colloca ben oltre i confini della fashion photography: i suoi scatti ci parlano di un talento a 360 gradi, di un’estetica ambigua e raffinata, di una tecnica sopraffina capace di scandagliare la realtà oltre l’immagine, creando uno stile che ancora oggi è impossibile ignorare. I visitatori della mostra romana avranno modo di entrare nel backstage del suo lavoro, per conoscere processi all’origine di fotografie che sono ormai parte della memoria collettiva, come la serie Big Nudes, all’origine del suo libro di maggior successo.
Al Museo dell’Ara Pacis troveremo gli storici scatti per lo stilista André Courrèges, apparsi sulla rivista britannica Queen nel 1964, e poi i lavori per i grandi della moda, da Yves Saint Laurent a Karl Lagerfeld, da Thierry Mugler a Chanel, realizzati dopo il trasferimento a Parigi su invito di Vogue, che segna l’ingresso di Newton nel gotha della fotografia mondiale.
Helmut Newton, Rue Aubriot, French Vogue, from the series White Women, Paris 1975 | © Helmut Newton Estate
Da non perdere, i servizi di moda ispirati ai film di di Alfred Hitchcock, Francois Truffaut e Federico Fellini, vere e proprie storie piene di dettagli intriganti. E poi i ritratti delle celebrity: Andy Warhol, Mick Jagger, Gianni Versace, Catherine Deneuve, Charlotte Rampling, Romy Schneider, Nastassja Kinski, David Bowie, Elizabeth Taylor, Arthur Miller.
Uno spazio speciale sarà dedicato alle esperienze di Newton nel nostro paese e ai rapporti con l’editoria italiana. A Roma il fotografo era di casa, come dimostrano otto scatti tratti dalla celebre serie Paparazzi, testimonianza del suo talento nel mettere in scena un’atmosfera, nel trasformare una foto in una visione. Firenze, Montecatini, Milano, Capri, Venezia sono le tappe di un singolare tour in Italia, attraverso gli occhi di uno dei più grandi fotografi del secolo scorso.
“Fino alla fine, Newton continuò a sorprendere il suo pubblico”, ricorda il curatore Matthias Harder: “Lo fa ancora oggi, a quasi vent’anni dalla sua scomparsa, per cui si può dire che è del tutto legittimamente il più pubblicato e il più discusso di tutti i tempi. E le mostre antologiche come questa di Roma tengono in vita il suo lavoro”.
Helmut Newton, Self-Portrait with Wife and Models, Vogue Studio, Paris 1981 | © Helmut Newton Estate
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