Gli incubi visionari di Kokocinski

Opera di Alessandro Kokocinski
09/05/2003
La mostra allestita da mercoledi 7 maggio, nella sala del Refettorio Quattrocentesco del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, rende omaggio ad uno dei piu' interessanti artisti di questi ultimi tempi: Alessandro Kokocinski. Fino al 25 giugno si potranno ammirare le opere di questa poliedrica figura di pittore-scultore-disegnatore che nella vita ha davvero vissuto ogni tipo di esperienza. Osservando le sue creazioni si nota un annullamento dei limiti delle consuete tecniche di esecuzione, a vantaggio dell'emotività pura. Ecco che allora emergono le angosce di un'umanità perseguitata, i fantasmi visionari dell'esistenza e gli affetti in cui si crede.
Trasfigurazione è il titolo della mostra, che rispecchia anche tutta l'esistenza di Kokocinski, avventurosa e pericolosa. Figlio di un polacco e di una russa scampati per miracolo ai campi di concentramento, nato nel 1948, trascorre la sua infanzia tra gli Indiani Guaranì del Brasile per spostarsi poi, nei primi anni '60, al seguito di un circo in tutta l'America Latina. Kokocinski è acrobata e scenografo. Impegnato poi politicamente in Argentina, durante il governo militare è costretto a riparare in Cile, fin quando, negli anni '70, arriva in Italia, accolto calorosamente da intellettuali quali Alberto Moravia e Carlo Levi.
Tutto questo percorso traspare dai lavori esposti nella mostra a Palazzo Venezia. Figure di bambini che giocano a rincorrersi con la Morte, scheletri incombenti su tutte le figure umane, corpi sofferenti e dilaniati. Proprio questo è il punto. La Trasfigurazione sta proprio lì. Ne è esempio l'installazione - a metà del polittico, la scenografia teatrale e la scultura – che si trova al centro dell'esposizione: un Cristo povero, sofferente e lacero, circondato dalle personificazioni dei mali dell'umanità.
Nel disegno Kokocinski appare piu' appassionato, nel tratto paradossalmente nitido e preciso delle figure su sfondo chiaro e paradisiaco, quasi a ricordare le grandi prove rinascimentali. La tecnica è sorprendente: l'artista utilizza carta antica applicata su libri come supporto per i disegni, accanto ai quali non mancano appunti su date o avvenimenti. Altro elemento importante è che questa mostra, che si presenta come antologica, presenta circa sessanta opere non ordinate cronologicamente. Kokocinski infatti non data le sue opere, preferisce dare all'arte un percorso interiore ma non temporale. Infine, la mostra a Palazzo Venezia è un'occasione per sottolineare il sodalizio personale ed artistico del pittore-scultore con l'attrice Lina Sastri ed il mondo del teatro. I brani cantati dall'attrice napoletana scandiranno le opere della mostra, creando una fusione ideale tra realtà ed immaginario.
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