Gli appuntamenti più attesi dell’autunno 2018
Contemporanea: le mostre da non perdere nella prossima stagione
Dream. L'arte incontra i sogni, Chiostro del Bramante, Roma, Dal 29 settembre 2018 al 5 maggio 2019
Francesca Grego
16/08/2018
Piatto ricco al ritorno dalle vacanze per gli amanti dell’arte contemporanea: in arrivo star internazionali, maestri di casa nostra e outsider da scoprire. Senza dimenticare grandi progetti a tema capaci di connettere in un’unica trama tante proposte dalla scena del mondo.
Vediamo nel dettaglio le sorprese più interessanti del prossimo autunno.
• Dream. L’Arte incontra i sogni. Roma, Chiostro del Bramante. Dal 29 settembre 2018 al 5 maggio 2019
Dopo Love ed Enjoy!, al Chiostro del Bramante l’arte contemporanea declina un’altra dimensione fondamentale dell’esperienza umana: quella del sogno, che diventa occasione di un viaggio ad alto tasso di emozioni.
Gli alabastri di Anish Kapoor, le figure danzanti di Christian Boltansky, gli abiti trafitti di Doris Salcedo, le visioni di Bill Viola, James Turrell, Luigi Ontani, Tatsuo Miyajima sono solo alcune delle tappe di un percorso di scoperta che sollecita i sensi raccontando desideri, fantasie, paure cresciute nell’intimo di artisti singolari, eppure condivisibili da ognuno di noi.
• Marina Abramović. The Cleaner. Firenze, Palazzo Strozzi. Dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019
Oltre 100 opere per rivivere l’avventura di una delle più influenti e discusse protagoniste dell’arte degli ultimi 40 anni.
Le relazioni tra l’artista e il suo pubblico, l’esplorazione delle possibilità del corpo, del confine tra la vita e la morte, degli angoli più oscuri dell’io dominano fin dagli anni Settanta le ricerche della “nonna della performance art”, come la Abramović si è autodefinita.
A Palazzo Strozzi video, fotografie, installazioni e dipinti ne tracciano un ritratto a tutto tondo. Tra lavori passati clamorosamente alla storia e interessanti riscoperte, non mancherà la riesecuzione di celebri performance messe in scena da personale selezionato e formato proprio in occasione dell'evento fiorentino.
• Jan Fabre. I Castelli nell’Ora Blu. Milano, Building. Dal 22 settembre al 22 dicembre
Prima personale milanese per il visionario artista belga, che presenta una serie di opere realizzate a partire dalla fine degli anni Ottanta e in gran parte inedite.
Disegni, collage, video, fotografie e sculture si alternano in un itinerario costruito su due fili conduttori: i castelli e il blu, entrambi temi particolarmente cari al maestro. Per Fabre l’Ora Blu è quella che precede l’aurora, quando gli animali notturni sono prossimi al sonno, quelli diurni sono sul punto di svegliarsi e la natura vive un breve momento di quiete: un istante di silenzio irreale che racchiude il mistero della vita e della metamorfosi.
Dai sorprendenti disegni realizzati solo con una bic agli insetti e agli oggetti comuni che il colore proietta in uno spazio altro, non resta che partire verso le profondità dello spirito e del simbolo.
• The Art of Banksy. A Visual Protest. Milano, Mudec. Dal 21 novembre
Settanta dipinti, sculture e stampe per interrogarsi ancora una volta sul fenomeno Banksy.
Ostinatamente anonimo, amatissimo da un pubblico trasversale e tra gli artisti più noti tra le giovani generazioni, dichiaratamente ostile al sistema dell’arte eppure posizionato sempre meglio sul mercato e richiesto da collezionisti di tendenza, il writer di Bristol rappresenta un unicum sulla scena attuale.
Al Mudec un percorso in quattro capitoli punterà l’attenzione sulle contraddizioni e sui misteri di Banksy, ma anche sugli ingredienti che hanno concorso a creare la sua leggenda, contestualizzandone la figura nell’ambito più ampio della storia dell’arte e fornendo chiavi di lettura nuove, inusuali sia per la sua arte che per un museo.
• Natalie Djurberg & Hans Berg. Rovereto, MART. Dal 6 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019
Lei vincitrice del Leone d’Argento e del Carnegie Art Award, corteggiata da istituzioni come Tate Britain e P.S.1 New York, lui musicista sperimentale noto negli ambienti dell’elettronica d’avanguardia: insieme gli svedesi Natalie Djurberg e Hans Berg formano un duo da tenere d’occhio.
In collaborazione con il Moderna Museet di Stoccolma, il MART di Rovereto presenta la più ampia rassegna mai dedicata a questa coppia di artisti. In mostra grottesche installazioni immersive, veri e propri paesaggi dell’assurdo che mettono a nudo le passioni dell’animo umano e le più stridenti contraddizioni del nostro tempo. Se il paradosso e l’ironia ne rappresentano cifre distintive, il colpo d’occhio non è da meno: tra animali coloratissimi, creature fantastiche e fiabe surreali, l’arte contemporanea non è mai stata così accattivante.
• Leonor Antunes – The Last Days in Galliate. Milano, Pirelli Hangar Bicocca. Dal 14 settembre 2018 al 13 gennaio 2019
A che cosa serve l’arte? Può davvero migliorare la vita delle persone? Parte da qui la ricerca di Leonor Antunes, che all’Hangar Bicocca propone installazioni di forte impatto e strizza l’occhio alla Milano modernista.
Legno, corda, pelle, ottone, sughero sono le materie prime che l’artista portoghese trapiantata a Berlino trasforma in sculture eleganti e leggere attraverso tecniche artigianali. Obiettivo: esplorare le possibilità dello spazio e il significato degli oggetti d’uso quotidiano, interpretando l’arte e il design come mezzi per migliorare la qualità della vita.
Nel suo debutto a Milano, la Antunes presenta una serie di opere nuove e una suggestiva installazione site-specific, da percorrere tutte insieme per apprezzarne la trama di senso.
Da scoprire le relazioni inedite che l’artista instaura con la tradizione modernista di Milano ispirandosi ad architetti e designer come Bruno Munari, Franca Helg e Franco Albini.
• Jean Dubuffet. L’arte in gioco. Reggio Emilia, Palazzo Magnani. Dal 17 novembre 2018 al 3 marzo 2019
Un’ampia retrospettiva per il grande protagonista dell’Informale, tra i pilastri della ricerca artistica del XX secolo. L’intera carriera di Jean Dubuffet torna alla ribalta a Reggio Emilia in un progetto che ne esplora il genio multiforme attraverso le diverse fasi e le originali sperimentazioni tecniche.
“Dubuffet fu un autentico homme-orchestre – affermano i curatori Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger – un artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l’arte viene a estendere il reale, a rendere visibile l’invisibile”. Quasi 150 opere tra dipinti, opere grafiche, libri d’artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali svelano la vena vitale e provocatoria dell’artista francese, che ha saputo estendere i confini della propria creatività in un gioco dell’arte ancora attualissimo.
• Mario Merz. Igloos. Milano, Pirelli Hangar Bicocca. Dal 24 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019
“L’igloo è una casa, una casa provvisoria. Siccome io considero che in fondo oggi noi viviamo in un’epoca molto provvisoria, il senso del provvisorio per me ha coinciso con questo nome: igloo”, così Mario Merz spiegava nel 1984 la propria fascinazione per le abitazioni artiche, che dal 1968 ha rielaborato in inesauribili variazioni sul tema.
Nei 5500 metri quadrati del Cubo e delle Navate dell’Hangar Bicocca saranno per la prima volta riuniti igloo realizzati fino al 2003, anno della scomparsa dell’artista, e provenienti da grandi istituzioni internazionali, come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, la Tate Modern di Londra e l’Hamburger Bahnhof di Berlino.
Il risultato è un paesaggio inedito e irreale capace di evocare alcuni degli aspetti più caratteristici e innovativi dell’opera di Merz e di rendere la sua ricerca significativa sulla scena internazionale degli ultimi 50 anni: tra questi l’idea stessa di installazione, di cui l’artista milanese fu pioniere in Italia.
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Dopo Love ed Enjoy!, al Chiostro del Bramante l’arte contemporanea declina un’altra dimensione fondamentale dell’esperienza umana: quella del sogno, che diventa occasione di un viaggio ad alto tasso di emozioni.
Gli alabastri di Anish Kapoor, le figure danzanti di Christian Boltansky, gli abiti trafitti di Doris Salcedo, le visioni di Bill Viola, James Turrell, Luigi Ontani, Tatsuo Miyajima sono solo alcune delle tappe di un percorso di scoperta che sollecita i sensi raccontando desideri, fantasie, paure cresciute nell’intimo di artisti singolari, eppure condivisibili da ognuno di noi.
• Marina Abramović. The Cleaner. Firenze, Palazzo Strozzi. Dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019
Oltre 100 opere per rivivere l’avventura di una delle più influenti e discusse protagoniste dell’arte degli ultimi 40 anni.
Le relazioni tra l’artista e il suo pubblico, l’esplorazione delle possibilità del corpo, del confine tra la vita e la morte, degli angoli più oscuri dell’io dominano fin dagli anni Settanta le ricerche della “nonna della performance art”, come la Abramović si è autodefinita.
A Palazzo Strozzi video, fotografie, installazioni e dipinti ne tracciano un ritratto a tutto tondo. Tra lavori passati clamorosamente alla storia e interessanti riscoperte, non mancherà la riesecuzione di celebri performance messe in scena da personale selezionato e formato proprio in occasione dell'evento fiorentino.
• Jan Fabre. I Castelli nell’Ora Blu. Milano, Building. Dal 22 settembre al 22 dicembre
Prima personale milanese per il visionario artista belga, che presenta una serie di opere realizzate a partire dalla fine degli anni Ottanta e in gran parte inedite.
Disegni, collage, video, fotografie e sculture si alternano in un itinerario costruito su due fili conduttori: i castelli e il blu, entrambi temi particolarmente cari al maestro. Per Fabre l’Ora Blu è quella che precede l’aurora, quando gli animali notturni sono prossimi al sonno, quelli diurni sono sul punto di svegliarsi e la natura vive un breve momento di quiete: un istante di silenzio irreale che racchiude il mistero della vita e della metamorfosi.
Dai sorprendenti disegni realizzati solo con una bic agli insetti e agli oggetti comuni che il colore proietta in uno spazio altro, non resta che partire verso le profondità dello spirito e del simbolo.
• The Art of Banksy. A Visual Protest. Milano, Mudec. Dal 21 novembre
Settanta dipinti, sculture e stampe per interrogarsi ancora una volta sul fenomeno Banksy.
Ostinatamente anonimo, amatissimo da un pubblico trasversale e tra gli artisti più noti tra le giovani generazioni, dichiaratamente ostile al sistema dell’arte eppure posizionato sempre meglio sul mercato e richiesto da collezionisti di tendenza, il writer di Bristol rappresenta un unicum sulla scena attuale.
Al Mudec un percorso in quattro capitoli punterà l’attenzione sulle contraddizioni e sui misteri di Banksy, ma anche sugli ingredienti che hanno concorso a creare la sua leggenda, contestualizzandone la figura nell’ambito più ampio della storia dell’arte e fornendo chiavi di lettura nuove, inusuali sia per la sua arte che per un museo.
• Natalie Djurberg & Hans Berg. Rovereto, MART. Dal 6 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019
Lei vincitrice del Leone d’Argento e del Carnegie Art Award, corteggiata da istituzioni come Tate Britain e P.S.1 New York, lui musicista sperimentale noto negli ambienti dell’elettronica d’avanguardia: insieme gli svedesi Natalie Djurberg e Hans Berg formano un duo da tenere d’occhio.
In collaborazione con il Moderna Museet di Stoccolma, il MART di Rovereto presenta la più ampia rassegna mai dedicata a questa coppia di artisti. In mostra grottesche installazioni immersive, veri e propri paesaggi dell’assurdo che mettono a nudo le passioni dell’animo umano e le più stridenti contraddizioni del nostro tempo. Se il paradosso e l’ironia ne rappresentano cifre distintive, il colpo d’occhio non è da meno: tra animali coloratissimi, creature fantastiche e fiabe surreali, l’arte contemporanea non è mai stata così accattivante.
• Leonor Antunes – The Last Days in Galliate. Milano, Pirelli Hangar Bicocca. Dal 14 settembre 2018 al 13 gennaio 2019
A che cosa serve l’arte? Può davvero migliorare la vita delle persone? Parte da qui la ricerca di Leonor Antunes, che all’Hangar Bicocca propone installazioni di forte impatto e strizza l’occhio alla Milano modernista.
Legno, corda, pelle, ottone, sughero sono le materie prime che l’artista portoghese trapiantata a Berlino trasforma in sculture eleganti e leggere attraverso tecniche artigianali. Obiettivo: esplorare le possibilità dello spazio e il significato degli oggetti d’uso quotidiano, interpretando l’arte e il design come mezzi per migliorare la qualità della vita.
Nel suo debutto a Milano, la Antunes presenta una serie di opere nuove e una suggestiva installazione site-specific, da percorrere tutte insieme per apprezzarne la trama di senso.
Da scoprire le relazioni inedite che l’artista instaura con la tradizione modernista di Milano ispirandosi ad architetti e designer come Bruno Munari, Franca Helg e Franco Albini.
• Jean Dubuffet. L’arte in gioco. Reggio Emilia, Palazzo Magnani. Dal 17 novembre 2018 al 3 marzo 2019
Un’ampia retrospettiva per il grande protagonista dell’Informale, tra i pilastri della ricerca artistica del XX secolo. L’intera carriera di Jean Dubuffet torna alla ribalta a Reggio Emilia in un progetto che ne esplora il genio multiforme attraverso le diverse fasi e le originali sperimentazioni tecniche.
“Dubuffet fu un autentico homme-orchestre – affermano i curatori Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger – un artista-alchimista nel senso più antico del termine, per il quale l’arte viene a estendere il reale, a rendere visibile l’invisibile”. Quasi 150 opere tra dipinti, opere grafiche, libri d’artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali svelano la vena vitale e provocatoria dell’artista francese, che ha saputo estendere i confini della propria creatività in un gioco dell’arte ancora attualissimo.
• Mario Merz. Igloos. Milano, Pirelli Hangar Bicocca. Dal 24 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019
“L’igloo è una casa, una casa provvisoria. Siccome io considero che in fondo oggi noi viviamo in un’epoca molto provvisoria, il senso del provvisorio per me ha coinciso con questo nome: igloo”, così Mario Merz spiegava nel 1984 la propria fascinazione per le abitazioni artiche, che dal 1968 ha rielaborato in inesauribili variazioni sul tema.
Nei 5500 metri quadrati del Cubo e delle Navate dell’Hangar Bicocca saranno per la prima volta riuniti igloo realizzati fino al 2003, anno della scomparsa dell’artista, e provenienti da grandi istituzioni internazionali, come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, la Tate Modern di Londra e l’Hamburger Bahnhof di Berlino.
Il risultato è un paesaggio inedito e irreale capace di evocare alcuni degli aspetti più caratteristici e innovativi dell’opera di Merz e di rendere la sua ricerca significativa sulla scena internazionale degli ultimi 50 anni: tra questi l’idea stessa di installazione, di cui l’artista milanese fu pioniere in Italia.
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