Colori della musica
Courtesy Museo degli Strumenti Musicali Roma |
I colori della musica
07/01/2001
Per la prima volta la pittura incontra la musica animando le tele dei grandi maestri di sonorità raffinate: l’idea è della Fondazione Accademia Santa Cecilia che, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, ha promosso la mostra Colori della Musica, in corso a Palazzo Barberini di Roma fino al 28 febbraio 2001 e a Siena, a Santa Maria della Scala, dal 6 aprile al 17 giugno. Dedicata al rapporto fra pittura e musica tra Cinquecento e Seicento, la mostra presenta dipinti e strumenti d’epoca in un percorso espositivo arricchito da opere di grande rilievo, mettendo a fuoco il rapporto fra arte pittorica e musicale. Ma non solo.
Per la prima volta, infatti, grazie ad un sistema audio realizzato in collaborazione con la Rai, i visitatori muniti di cuffie distribuite all’ingresso possono ascoltare, avvicinandosi ai dipinti, musiche del periodo preso in esame – da Willaert a Monteverdi – eseguite sugli strumenti raffigurati nei quadri esposti. Nel primo nucleo di dipinti sono inclusi i più significativi precedenti cinquecenteschi (rintracciabili soprattutto nella cultura veneta, lombarda ed emiliana) come i Concerti di area tizianesca ed i Suonatori di liuto, modelli fondamentali per Caravaggio oltre che testimonianza dell’affermarsi di un nuovo strumento protagonista della scena musicale. Nell’esposizione, curata da Annalisa Bini, Claudio Strinati e Rossella Vodret, sono presenti anche opere di transizione che prendono in esame i pittori e le opere protagonisti del passaggio cruciale tra ‘500 e ‘600, dal giovane Caravaggio alla produzione innovativa di Bartolomeo Passarotti. Al nuovo secolo e agli sviluppi dei nuovi modelli caravaggeschi nella prima metà del ‘600 è dedicato il nucleo più importante della mostra: ogni tema è illustrato da una serie di esemplificazioni che vedono i tre temi principali ( L’amor vincitore, il Suonatore di liuto ed Il Concerto ) rielaborati dai seguaci di Caravaggio, tra cui Manetti, Petrazzi, Riminaldi e Strizzi affiancati ad alcuni pittori fiamminghi. Di notevole interesse sono anche i dipinti accomunati da allegorie e simboli, alcuni dei quali tratti proprio dalle opere caravaggesche come Il gioco e Le scene di taverna.
Un’altra sezione è dedicata ad un aspetto molto particolare delle tematiche musicali, quello della sensualità e dell’erotismo, sviluppate per la maggior parte da artisti fiamminghi ed olandesi vissuti a Roma nel Seicento, primi fra tutti Bruggen e Baeck. L’affascinante itinerario pittorico-musicale si conclude con un nutrito gruppo di opere ricollegate ai temi tradizionali dell’iconografia musicale, in particolare a Santa Cecilia, martire romana divenuta santa protettrice della musica. E non è tutto. La mostra è infatti arricchita da strumenti antichi di gran pregio provenienti dal Museo Nazionale di Strumenti Musicali di Roma e dal Museo strumentale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Per i visitatori del pomeriggio, infine, un’ulteriore sorpresa: oltre ai brani ascoltati in cuffia, potranno godere di esecuzioni musicali dal vivo, tenute a Roma dagli allievi del Conservatorio “Santa Cecilia” e a Siena da giovani musicisti toscani specializzati in musica rinascimentale e barocca. La mostra è aperta dalle 9 alle 19 tutti i giorni escluso il lunedì.
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