Cenni biografici
![](http://www.arte.it/foto/600x450/3b/6024-larocca02.jpg)
Ketty La Rocca
12/04/2001
Ketty La Rocca nasce nel 1938 a La Spezia, sceglie Firenze per compiere gli studi superiori nel settore della musica elettronica, tenuti da Pietro Grossi al Conservatorio Luigi Cherubini; dopo l’impiego in uno studio di radiologia, agli inizi degli anni sessanta si dedica con passione alla poesia e all'insegnamento nelle scuole elementari. Attraverso l’amicizia con Lelio Missoni, in arte Camillo, stabilisce contatti con il Gruppo 70, ovvero con l’avanguardia fiorentina, della quale fanno parte tra gli altri, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci e Luciano Ori.
I primi collages risalgono al 1964, l’artista realizza una traduzione ironico-corrosiva delle immagini prodotte dai mass media; in linea con il programma del gruppo si interroga sulla condizione femminile (Vergine, Sana come il pane quotidiano, Sono felice) e sulle responsabilità politiche delle classi dirigenti (Bianco Napalm, Chi cosa dove). La sua ricerca si propone in maniera originale nell'ambito della Poesia Visiva; le sue opere e le sue performances (Poesia e no alla Libreria Feltrinelli, Volantini sulla strada, entrambe a Firenze) si presentano quali linguaggi alternativi e provocatori rispetto ai codici fissati dalla società consumistica.
Dopo il 1968, il Gruppo 70 si scioglie, La Rocca inizia a seguire, pur rimanendo vicina all’ideologia iniziale, una linea di ricerca autonoma sulla funzione e sui linguaggi comunicativi dei mass media.
Dopo la serie delle lettere giganti, monogrammi tridimensionali in PVC nero, la sua indagine si sposta sull’analisi del significato del gesto. L’artista sviluppa il recupero di un gesto primigenio e originale, le mani diventano protagoniste proprio perché considerate come emittenti dei messaggi comunicativi. Su questa linea di ricerca, conduce Nuovi alfabeti, una trasmissione televisiva sperimentale per sordomuti ed espone il libro d’artista “In principio erat” e il video “Appendice per una Supplica” alla XXXVI Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1972.
L'anno successivo inizia la serie dei Polittici (Davide, Santa Cecilia, Via col vento etc); i contorni delle immagini fotografiche, di celebri riproduzioni d’arte, di locandine pubblicitarie sono aggrediti da scritte minute, frasi non-sense.
Negli ultimi anni di attività, con la serie delle Craniologie, ottenute attraverso l'utilizzazione della radiografia del proprio cranio, Ketty La Rocca recupera il suo gesto diretto: la fotografia in negativo del suo indice o della propria mano stretta a pugno, inserita nel simulacro iconografico della propria malattia. Muore, infatti, a Firenze nel 1976, a soli 38 anni.
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