Born Somewhere e Donne di Trastevere

bambino
20/06/2006
I volti della gente comune, e i loro racconti di vita ogni volta diversi, diventano protagonisti di due importanti mostre al Museo di Roma in Trastevere, visitabili fino al 24 settembre: Born Somewhere, fotografie di Francesco Zizola, e Donne di Trastevere, fotografie di Emilio Gentilini.
“Born Somewhere”. Zizola è stato fotoreporter in Germania, nell’Europa dell’Est, a Mosca, in Albania e in Corea del Nord, ed è stato vincitore del World Press Photo nel 1995, 1997, 1998, 2002 e nel 2005. Questa mostra nasce dal suo lavoro per tredici anni in trenta paesi, in cui ha ritratto le condizioni di vita di bambini attraverso 90 fotografie. Lo sguardo dei più piccoli, i più esposti ai grandi stravolgimenti della guerra, della fame e della malattia, è stato il suo mezzo espressivo più potente. Le foto esposte sono testimonianza di quei fatti ma, allo stesso tempo, li trasfigurano, restituendo all’infanzia la sua purezza e bellezza. Queste foto sono sguardi che provengono da nazioni distrutte dalla guerra (Angola, Sudan, Afghanistan e Iraq); dal Brasile e dall’Indonesia, dove si sfrutta il lavoro minorile; dal Mozambico e dal Kenya, colpiti dall’AIDS. Ma anche da Giappone, Stati Uniti e Italia, denunciando l’uso irresponsabile dei più piccoli nel sistema del benessere, fino ad arrivare alle immagini più recenti scattate in Uganda o nel Chad, tra i rifugiati del Darfur.
Omaggio poetico e malinconico al rione di Trastevere, negli anni 1971 e 1972, attraverso i volti dei suoi abitanti e delle sue donne, è invece la mostra “Donne di Trastevere”. Una grande opera corale colta dalle foto di Emilio Gentilizi, girovagando tra la gente, i vicoli, le osterie, nei segreti dei cortili, delle strade, dei movimenti. Nei primi anni ‘70, con la modernità che incalza, le ragazze di Trastevere in minigonna si affacciano idealmente al mondo nuovo, nelle piazze che si trasformano in monumenti. Negli anni in cui resiste la separazione dei sessi negli spazi pubblici, le donne, però, quasi rovesciano simbolicamente la servitù della casa patriarcale, diventandone protagoniste, vera voce del quartiere, animatrici della vita quotidiana, con i loro volti e corpi precocemente ingrossati dalla maternità e dal duro lavoro. Ma la poesia di Trastevere era alla fine: i trasteverini cominciavano a lasciare i vicoli per vivere nei nuovi quartieri in costruzione. L’anno successivo Emilio Gentilini sarebbe partito, anche lui, per gli Stati Uniti. Ma le sue immagini restano una delle ultime testimonianze poetiche di un’epoca.
Born somewhere - fotografie di Francesco Zizola
Donne di Trastevere - fotografie di Emilio Gentilizi
16 giugno - 24 settembre 2006
Museo di Roma in Trastevere, Piazza Sant’Egidio, 1b
Orario: martedì - domenica ore 10,00 - 20,00 (ingresso consentito fino alle ore 19,00) - lunedì chiuso. Info: 06.5816563
Biglietto: integrato mostre + museo: intero 6 euro; ridotto 5 euro.
“Born Somewhere”. Zizola è stato fotoreporter in Germania, nell’Europa dell’Est, a Mosca, in Albania e in Corea del Nord, ed è stato vincitore del World Press Photo nel 1995, 1997, 1998, 2002 e nel 2005. Questa mostra nasce dal suo lavoro per tredici anni in trenta paesi, in cui ha ritratto le condizioni di vita di bambini attraverso 90 fotografie. Lo sguardo dei più piccoli, i più esposti ai grandi stravolgimenti della guerra, della fame e della malattia, è stato il suo mezzo espressivo più potente. Le foto esposte sono testimonianza di quei fatti ma, allo stesso tempo, li trasfigurano, restituendo all’infanzia la sua purezza e bellezza. Queste foto sono sguardi che provengono da nazioni distrutte dalla guerra (Angola, Sudan, Afghanistan e Iraq); dal Brasile e dall’Indonesia, dove si sfrutta il lavoro minorile; dal Mozambico e dal Kenya, colpiti dall’AIDS. Ma anche da Giappone, Stati Uniti e Italia, denunciando l’uso irresponsabile dei più piccoli nel sistema del benessere, fino ad arrivare alle immagini più recenti scattate in Uganda o nel Chad, tra i rifugiati del Darfur.
Omaggio poetico e malinconico al rione di Trastevere, negli anni 1971 e 1972, attraverso i volti dei suoi abitanti e delle sue donne, è invece la mostra “Donne di Trastevere”. Una grande opera corale colta dalle foto di Emilio Gentilizi, girovagando tra la gente, i vicoli, le osterie, nei segreti dei cortili, delle strade, dei movimenti. Nei primi anni ‘70, con la modernità che incalza, le ragazze di Trastevere in minigonna si affacciano idealmente al mondo nuovo, nelle piazze che si trasformano in monumenti. Negli anni in cui resiste la separazione dei sessi negli spazi pubblici, le donne, però, quasi rovesciano simbolicamente la servitù della casa patriarcale, diventandone protagoniste, vera voce del quartiere, animatrici della vita quotidiana, con i loro volti e corpi precocemente ingrossati dalla maternità e dal duro lavoro. Ma la poesia di Trastevere era alla fine: i trasteverini cominciavano a lasciare i vicoli per vivere nei nuovi quartieri in costruzione. L’anno successivo Emilio Gentilini sarebbe partito, anche lui, per gli Stati Uniti. Ma le sue immagini restano una delle ultime testimonianze poetiche di un’epoca.
Born somewhere - fotografie di Francesco Zizola
Donne di Trastevere - fotografie di Emilio Gentilizi
16 giugno - 24 settembre 2006
Museo di Roma in Trastevere, Piazza Sant’Egidio, 1b
Orario: martedì - domenica ore 10,00 - 20,00 (ingresso consentito fino alle ore 19,00) - lunedì chiuso. Info: 06.5816563
Biglietto: integrato mostre + museo: intero 6 euro; ridotto 5 euro.
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