Nelle sale il 24, 25 e 26 settembre
Al cinema Salvador Dalì, il genio sognatore alla ricerca dell'immortalità
Una scena tratta da Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, nelle sale il 24, 25 e 26 settembre. Courtesy of Nexo Digital
Samantha De Martin
29/08/2018
Il regista Alfred Hitchcock lo aveva definito “il miglior uomo in grado di rappresentare i sogni”. E forse era vero, perché l’irriverente, eclettico, imprevedibile genio alla costante ricerca dell’immortalità, riuscì non soltanto a replicare con maestria il mondo del subconscio, ma fu in grado di plasmare la propria vita come fosse un’opera d’arte vivente.
Il film che uscirà nelle sale il 24, 25 e 26 settembre - e che rientra nella Grande Arte al Cinema, un progetto originale esclusivo di Nexo Digital, distribuito per la stagione 2018 con i media partner Radio Capital, Sky Arte e Mymovies.it - si preannuncia una testimonianza di questa grandiosa esistenza, un viaggio tra vicende non scontate poliedriche geografie vitali percorse dall’artista.
A 30 anni dalla morte del genio, in occasione delle celebrazioni che ricorrono a inizio 2019, il film evento Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità offre un’occasione importante per conoscere da vicino l’uomo e il pittore, Gala, sua musa e collaboratrice, l’adorata casa a Portlligat, l’officina casalinga che con le sue grandi finestre accoglie tutti i colori della Catalogna e i paesaggi tipici delle opere firmate Dalí.
In origine era una cella di soli 22 metri quadri - un piccolo nido che negli anni si trasforma in un’enorme casa studio circondata da uliveti, frequentata da artisti, personaggi pubblici e giornalisti - proprietà di Lidia, figura che con la sua “follia plastica” influenzò spiritualmente l’artista.
C’è Figueres - la città natale dove il maestro crea il museo-teatro Dalí, il suo testamento artistico, e dove decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una dimensione più intima - e c’è Púbol, luogo immacolato, dove l’artista accede solo su invito scritto dell’amata Gala, un castello donatole come simbolo di amore cortese, baluardo di un corteggiamento quasi antico.
L’itinerario cucito dal regista David Pujol assieme a Montse Aguer Teixidor, direttrice del Museo Dalí, e Jordi Artigas, coordinatore della Casa Museo Dalí, corre dal 1929 al 1989, anno della morte del maestro. Dall’adesione al gruppo surrealista, che suscitò le ire del padre, all’incontro con Gala, l’amore intenso di una vita, il racconto cinematografico cuce luoghi e personaggi in un carosello che ha per cornice ora la Parigi surrealista di Un Chien Andalou, ora la New York moderna, icona di speranza e resurrezione.
Inediti documenti e immagini esclusive che guidano lo spettatore tra le creazioni dell’artista, svelano l’identità di un pittore che ha fatto di se stesso una straordinaria ed eccentrica opera, capace di assicurargli un posto d’onore tra i grandi maestri e nel mito, regalandogli quell’immortalità che ha cercato per tutta la vita.
Il film dedicato al genio catalano inaugura il cartellone 2018 della Grande Arte al Cinema, dopo una stagione che ha visto 650 mila spettatori confrontarsi con l'arte in 350 sale cinematografiche in tutta Italia.
A ottobre sarà la volta di Klimt & Schiele, mentre a novembre ad ammaliare il grande schermo saranno le ninfee di Monet, seguite da un docufilm dedicato a Bansky, atteso per dicembre prossimo.
Leggi anche:
• Da Monet a Dalì, l'appuntamento con la grande arte è sul grande schermo
• Dalì a Napoli. Dietro le quinte di un mito
Il film che uscirà nelle sale il 24, 25 e 26 settembre - e che rientra nella Grande Arte al Cinema, un progetto originale esclusivo di Nexo Digital, distribuito per la stagione 2018 con i media partner Radio Capital, Sky Arte e Mymovies.it - si preannuncia una testimonianza di questa grandiosa esistenza, un viaggio tra vicende non scontate poliedriche geografie vitali percorse dall’artista.
A 30 anni dalla morte del genio, in occasione delle celebrazioni che ricorrono a inizio 2019, il film evento Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità offre un’occasione importante per conoscere da vicino l’uomo e il pittore, Gala, sua musa e collaboratrice, l’adorata casa a Portlligat, l’officina casalinga che con le sue grandi finestre accoglie tutti i colori della Catalogna e i paesaggi tipici delle opere firmate Dalí.
In origine era una cella di soli 22 metri quadri - un piccolo nido che negli anni si trasforma in un’enorme casa studio circondata da uliveti, frequentata da artisti, personaggi pubblici e giornalisti - proprietà di Lidia, figura che con la sua “follia plastica” influenzò spiritualmente l’artista.
C’è Figueres - la città natale dove il maestro crea il museo-teatro Dalí, il suo testamento artistico, e dove decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una dimensione più intima - e c’è Púbol, luogo immacolato, dove l’artista accede solo su invito scritto dell’amata Gala, un castello donatole come simbolo di amore cortese, baluardo di un corteggiamento quasi antico.
L’itinerario cucito dal regista David Pujol assieme a Montse Aguer Teixidor, direttrice del Museo Dalí, e Jordi Artigas, coordinatore della Casa Museo Dalí, corre dal 1929 al 1989, anno della morte del maestro. Dall’adesione al gruppo surrealista, che suscitò le ire del padre, all’incontro con Gala, l’amore intenso di una vita, il racconto cinematografico cuce luoghi e personaggi in un carosello che ha per cornice ora la Parigi surrealista di Un Chien Andalou, ora la New York moderna, icona di speranza e resurrezione.
Inediti documenti e immagini esclusive che guidano lo spettatore tra le creazioni dell’artista, svelano l’identità di un pittore che ha fatto di se stesso una straordinaria ed eccentrica opera, capace di assicurargli un posto d’onore tra i grandi maestri e nel mito, regalandogli quell’immortalità che ha cercato per tutta la vita.
Il film dedicato al genio catalano inaugura il cartellone 2018 della Grande Arte al Cinema, dopo una stagione che ha visto 650 mila spettatori confrontarsi con l'arte in 350 sale cinematografiche in tutta Italia.
A ottobre sarà la volta di Klimt & Schiele, mentre a novembre ad ammaliare il grande schermo saranno le ninfee di Monet, seguite da un docufilm dedicato a Bansky, atteso per dicembre prossimo.
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