Dal 23 giugno al Museo Chiossone
Sulla cresta dell'Onda: il Giappone e l'acqua in mostra a Genova
Katsushika Hokusai, La (Grande) Onda presso la costa di Kanagawa, Dalla serie Trentasei vedute del Monte Fuji, 1830-1832, Silografia policroma | © Courtesy Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova
Francesca Grego
19/06/2023
Genova - L’onda più celebre della storia dell’arte torna sotto i riflettori al Museo Chiossone di Genova, che il 23 giugno riapre dopo due anni di ristrutturazione in occasione del gran finale di Ocean Race. A fare gli onori di casa sarà proprio la Grande Onda di Katsushika Hokusai, gioiello della collezione di casa, la più vasta in Italia dedicata all’arte giapponese. Attorno a lei si disporranno oltre 60 capolavori dei maestri dell’ukiyoe, le raffinate “immagini del mondo fluttuante” sempre più amate dal pubblico occidentale, in una mostra incentrata sul tema dell’acqua.
Circondato dal mare e caratterizzato da un clima umido con abbondanti piogge, il Giappone ha da sempre un legame fortissimo con l’elemento acquatico. Presenza familiare e vivifica quando irriga le risaie e dona una pesca fruttuosa, ma terribile minaccia in caso di tempeste, alluvioni e maremoti, l’acqua è una presenza costante nell’arte nipponica, dai paesaggi alle decorazioni. Ma è soprattutto nelle preziose stampe xilografiche ottocentesche che l’acqua è protagonista. Nel 1930, infatti, diventa reperibile in Giappone il blu di Prussia, un pigmento sintetico inventato in Germania circa un secolo prima: per gli artisti è un’autentica rivoluzione e Hokusai è tra i primi a sperimentare le potenzialità di questo colore intenso e durevole, perfetto per restituire le sfumature di mari, fiumi e cascate.
Tsukioka Yoshitoshi, Genji e le pescatrici ama. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
A Genova scopriremo questa e altre storie dal 23 giugno nella mostra La Grande Onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponese, viaggiando tra panorami incantati, soggetti fantastici e scene tratte dalla “dolce vita” di Edo – l’antica Tokyo - da virtuosi come Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada, Yoshitoshi. In dialogo con i maestri del passato, infine, troveremo due opere dell’artista contemporanea Oki Izumi, che lasciandosi ispirare dalla collezione genovese ha dato all’acqua la forma di eteree sculture in vetro.
Utagawa Hiroshige, I gorghi di Naruto. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
La Grande Onda: storia di un’icona
"Nel cavo d'onda al largo di Kanagawa" è il titolo completo del capolavoro di Hokusai più noto in Occidente: la scena si svolge nella baia di Tokyo, trenta chilometri a Sud della capitale, dove troneggia un’onda alta oltre dieci metri. In passato si è creduto che si trattasse di uno tsunami, in realtà studi specifici hanno dimostrato che siamo in presenza di una tempesta. L’onda sovrasta tre imbarcazioni poste al centro dell’immagine, dette oshiokuribune, barche piccole e veloci usate per il trasporto di pesce fresco e altre merci verso la città. In lontananza si erge il sacro monte Fuji, che con i suoi 3776 metri è la vetta più alta del Giappone. Al tempo di Hokusai la visione del Fuji, dal vivo o riprodotta su una stampa o un dipinto, era ritenuta una manifestazione divina dal valore benaugurale.
La Grande Onda nasce come una delle Trentasei vedute del Monte Fuji, celebre serie di xilografie del maestro Katsushika Hokusai. Pare che originariamente sia stata stampata in 8 mila esemplari: oggi ne sopravvivono poco più di cento, delicatissimi, tra i quali quello conservato al Museo Chiossone si distingue per l’ottimo stato di conservazione, i colori vividi e la qualità della tiratura. Oltre a essere apprezzata in Giappone, alla fine del XIX secolo quest’opera dispiegò una profonda influenza sugli artisti europei, particolarmente sensibili al fascino del Sol Levante. La Grande Onda suscitò fin da subito notevole interesse anche nei collezionisti occidentali e più tardi non ha mai smesso di essere apprezzata e reinterpretata, fonte di ispirazione per la grafica, il design, la moda, la pubblicità.
Katsushika Hokusai, Tagonoura vicino a Ejiri sul Tōkaidō. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
La nuova vita del Museo Chiossone, un luogo antico dal fascino irresistibile
Incastonato nel centro di Genova all’interno dello storico parco di Villetta Di Negro, il Museo d’Arte Orientale Chiossone conserva oltre 15 mila opere, in gran parte capolavori di arte giapponese, ma anche cinese e del Sud Est asiatico. A mettere insieme questa straordinaria collezione fu l’artista e incisore ligure Edoardo Chiossone, per quasi vent’anni – tra il 1875 e il 1891 – a capo dell’Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze giapponese. In questo periodo Chiossone creò oltre 500 lastre per francobolli e soprattutto le prime banconote dell’Impero del Sol Levante, ma anche dipinti che avevano come soggetti l’imperatore Meiji e l’imperatrice Shoken, nobili, politici, diplomatici, e infine la Perdurante Fragranza della Gloria Nazionale, una monumentale opera illustrata in 14 volumi edita dallo Stato nipponico.
Chiossone restò in Giappone fino alla morte, ma espresse il desiderio che le opere d’arte di sua proprietà fossero donate alla città di Genova. Nel 1905, quando si svelò ai frequentatori dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, la Collezione Chiossone fu la prima raccolta d’arte orientale aperta al pubblico in Italia. Oggi spicca nel panorama nazionale per un altro importante primato, è infatti la più vasta collezione di arte giapponese presente nel nostro paese.
Hiroshige, Il mondo fluttuante dei bagni pubblici. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
Il prossimo 23 giugno il Museo Chiossone riaprirà dopo due anni di lavori realizzati con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, offrendo ai visitatori sale rinnovate, un nuovo allestimento e una spettacolare terrazza panoramica con vista sul centro storico e sul mare. Lungo il percorso espositivo scopriremo grandi statue buddiste, maschere teatrali, armi e armature di samurai, rari reperti archeologici, ma anche porcellane, lacche, smalti, sculture in legno e in bronzo capaci di restituire quel mondo lontano ed esotico che alla fine dell’Ottocento aveva conquistato l’artista genovese. Dipinti e stampe ukiyoe sono visibili a rotazione durante le mostre temporanee come quella in arrivo, un’occasione da non perdere per ammirare opere delicatissime e preziose.
Utagawa Kunisada, Genji e la sua compagnia in barca. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
Circondato dal mare e caratterizzato da un clima umido con abbondanti piogge, il Giappone ha da sempre un legame fortissimo con l’elemento acquatico. Presenza familiare e vivifica quando irriga le risaie e dona una pesca fruttuosa, ma terribile minaccia in caso di tempeste, alluvioni e maremoti, l’acqua è una presenza costante nell’arte nipponica, dai paesaggi alle decorazioni. Ma è soprattutto nelle preziose stampe xilografiche ottocentesche che l’acqua è protagonista. Nel 1930, infatti, diventa reperibile in Giappone il blu di Prussia, un pigmento sintetico inventato in Germania circa un secolo prima: per gli artisti è un’autentica rivoluzione e Hokusai è tra i primi a sperimentare le potenzialità di questo colore intenso e durevole, perfetto per restituire le sfumature di mari, fiumi e cascate.
Tsukioka Yoshitoshi, Genji e le pescatrici ama. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
A Genova scopriremo questa e altre storie dal 23 giugno nella mostra La Grande Onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponese, viaggiando tra panorami incantati, soggetti fantastici e scene tratte dalla “dolce vita” di Edo – l’antica Tokyo - da virtuosi come Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada, Yoshitoshi. In dialogo con i maestri del passato, infine, troveremo due opere dell’artista contemporanea Oki Izumi, che lasciandosi ispirare dalla collezione genovese ha dato all’acqua la forma di eteree sculture in vetro.
Utagawa Hiroshige, I gorghi di Naruto. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
La Grande Onda: storia di un’icona
"Nel cavo d'onda al largo di Kanagawa" è il titolo completo del capolavoro di Hokusai più noto in Occidente: la scena si svolge nella baia di Tokyo, trenta chilometri a Sud della capitale, dove troneggia un’onda alta oltre dieci metri. In passato si è creduto che si trattasse di uno tsunami, in realtà studi specifici hanno dimostrato che siamo in presenza di una tempesta. L’onda sovrasta tre imbarcazioni poste al centro dell’immagine, dette oshiokuribune, barche piccole e veloci usate per il trasporto di pesce fresco e altre merci verso la città. In lontananza si erge il sacro monte Fuji, che con i suoi 3776 metri è la vetta più alta del Giappone. Al tempo di Hokusai la visione del Fuji, dal vivo o riprodotta su una stampa o un dipinto, era ritenuta una manifestazione divina dal valore benaugurale.
La Grande Onda nasce come una delle Trentasei vedute del Monte Fuji, celebre serie di xilografie del maestro Katsushika Hokusai. Pare che originariamente sia stata stampata in 8 mila esemplari: oggi ne sopravvivono poco più di cento, delicatissimi, tra i quali quello conservato al Museo Chiossone si distingue per l’ottimo stato di conservazione, i colori vividi e la qualità della tiratura. Oltre a essere apprezzata in Giappone, alla fine del XIX secolo quest’opera dispiegò una profonda influenza sugli artisti europei, particolarmente sensibili al fascino del Sol Levante. La Grande Onda suscitò fin da subito notevole interesse anche nei collezionisti occidentali e più tardi non ha mai smesso di essere apprezzata e reinterpretata, fonte di ispirazione per la grafica, il design, la moda, la pubblicità.
Katsushika Hokusai, Tagonoura vicino a Ejiri sul Tōkaidō. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
La nuova vita del Museo Chiossone, un luogo antico dal fascino irresistibile
Incastonato nel centro di Genova all’interno dello storico parco di Villetta Di Negro, il Museo d’Arte Orientale Chiossone conserva oltre 15 mila opere, in gran parte capolavori di arte giapponese, ma anche cinese e del Sud Est asiatico. A mettere insieme questa straordinaria collezione fu l’artista e incisore ligure Edoardo Chiossone, per quasi vent’anni – tra il 1875 e il 1891 – a capo dell’Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze giapponese. In questo periodo Chiossone creò oltre 500 lastre per francobolli e soprattutto le prime banconote dell’Impero del Sol Levante, ma anche dipinti che avevano come soggetti l’imperatore Meiji e l’imperatrice Shoken, nobili, politici, diplomatici, e infine la Perdurante Fragranza della Gloria Nazionale, una monumentale opera illustrata in 14 volumi edita dallo Stato nipponico.
Chiossone restò in Giappone fino alla morte, ma espresse il desiderio che le opere d’arte di sua proprietà fossero donate alla città di Genova. Nel 1905, quando si svelò ai frequentatori dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, la Collezione Chiossone fu la prima raccolta d’arte orientale aperta al pubblico in Italia. Oggi spicca nel panorama nazionale per un altro importante primato, è infatti la più vasta collezione di arte giapponese presente nel nostro paese.
Hiroshige, Il mondo fluttuante dei bagni pubblici. Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone I Courtesy Comune di Genova
Il prossimo 23 giugno il Museo Chiossone riaprirà dopo due anni di lavori realizzati con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, offrendo ai visitatori sale rinnovate, un nuovo allestimento e una spettacolare terrazza panoramica con vista sul centro storico e sul mare. Lungo il percorso espositivo scopriremo grandi statue buddiste, maschere teatrali, armi e armature di samurai, rari reperti archeologici, ma anche porcellane, lacche, smalti, sculture in legno e in bronzo capaci di restituire quel mondo lontano ed esotico che alla fine dell’Ottocento aveva conquistato l’artista genovese. Dipinti e stampe ukiyoe sono visibili a rotazione durante le mostre temporanee come quella in arrivo, un’occasione da non perdere per ammirare opere delicatissime e preziose.
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