A Firenze fino al 26 gennaio 2025

Dipingere senza regole. Helen Frankenthaler a Palazzo Strozzi

Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole. Palazzo Strozzi, Firenze 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio I Courtesy Fondazione Palazzo Strozzi
 

Francesca Grego

30/09/2024

Firenze - Dopo le ultime antologiche dedicate ad Anselm Kiefer, Anish Kapoor, Olafur Eliasson, Palazzo Strozzi prosegue l’esplorazione della galassia contemporanea con un’icona della pittura americana del XX secolo. C’è tempo fino al prossimo 26 gennaio per visitare la mostra Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole e scoprire le ricerche portate avanti da questa artista indipendente e originale dal secondo dopoguerra agli anni Duemila. Si tratta infatti della più completa rassegna dedicata in Italia alla pittrice americana, forte di prestiti da  musei e collezioni internazionali come il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Buffalo AKG Art Museum, la National Gallery di Washington, la ASOM Collection e la Collezione Levett. Realizzato in collaborazione con la Helen Frankenthaler Foundation, il progetto porta a Firenze grandi tele e sculture dell’artista da ammirare a confronto con opere di autori a lei legati da rapporti di amicizia, influenze o affinità, come Jackson Pollock, Robert Motherwell, Mark Rothko, Morris Louis, Kenneth Noland, Antony Caro, Anne Truitt

Nata a New York nel 1928, Helen Frankenthaler ha sfidato le convenzioni e allargato i confini della pittura con un approccio audace e intuitivo. Il suo linguaggio spicca per la rara capacità di combinare astrazione e poesia, tecnica e immaginazione, improvvisazione e controllo, espandendo le proprie pratiche alla ricerca di una nuova libertà. Innovazioni che emergono pienamente nella mostra fiorentina, a partire dalla tecnica del soak-stain (imbibizione a macchia) che ha segnato un nuovo rapporto tra colore, spazio e forma. Il soak-stain prevedeva infatti l'applicazione di vernice diluita distesa orizzontalmente su tele non trattate, creando effetti simili a quelli dell'acquerello, ma su larga scala e con colori a olio. Frankenthaler stendeva la vernice con pennelli o spugne, o direttamente da secchi, lasciando che si espandesse e si mescolasse in modo naturale, creando interazioni cromatiche uniche, segnate da transizioni sfumate e sovrapposizioni traslucide.

Il percorso a cura di Douglas Dreishpoon, direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, ricostruisce l’evoluzione della pratica creativa dell’artista di decennio in decennio dal 1953 al 2002. “La dedizione di Helen Frankenthaler alla pittura è stata arricchita dalle sue amicizie con gli artisti, alcuni dei quali sono diventati parte della sua famiglia allargata”, osserva il curatore. “La cerchia di Frankenthaler ha rappresentato un ecosistema di forze creative in continuo movimento: osservare il loro lavoro in stretta connessione ci consente di comprendere meglio le innovazioni di Frankenthaler stessa”. E così a Palazzo Strozzi il dipinto in bianco e nero Number 14 di Pollock dialoga con Mediterranean Thoughts dell’artista newyorkese, un olio variopinto che presenta analoghi “elementi di realismo astratto o di surrealismo”, come spiegò Frankenthaler stessa riferendosi al quadro di Pollock, segno evidente dell’influsso esercitato su di lei dal maestro del dripping negli anni Cinquanta. 

Tutti-Frutti (1966), un dipinto a soak-stain di nuvole fluttuanti, trova invece un corrispettivo tridimensionale in Untitled (1964), scultura in acciaio dipinto di David Smith composta di forme geometriche impilate e appoggiate su quattro piccole ruote, mentre l’assemblaggio in acciaio Heart of London Map del 1972 è posto a confronto con Ascending the Stairs di Anthony Caro (1979-1983) nella sua costruzione pezzo per pezzo. 

“Siamo entusiasti di presentare l'opera di Helen Frankenthaler in una grande mostra senza precedenti in Italia, permettendo al pubblico di scoprire un'artista fondamentale del XX secolo”, afferma il direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino: “Con la sua ricerca innovativa, Frankenthaler si è distinta come figura pionieristica nel campo della pittura astratta, ampliandone le potenzialità in un modo che continua a ispirare ancora oggi nuove generazioni di artisti”. 

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