Dal 9 novembre all'8 aprile
Dagli Usa a Firenze: la Resurrezione di Giovanni della Robbia in Italia dopo cento anni
Giovanni della Robbia, Resurrezione, terracotta invetriata, Brooklyn Museum
Samantha De Martin
13/10/2017
Firenze - Era stata acquistata nel 1898 da un importante uomo d’affari di nome Aaron Augustus Healy che l’aveva portata a New York per donarla al Brooklyn Museum, e adesso, dopo quasi 120 anni torna in Italia, sebbene temporaneamente, dopo un restauro finanziato dagli eredi del suo committente.
Con le sue dimensioni monumentali, la Lunetta Antinori, raffigurante la Resurrezione, arriva al Museo del Bargello - che custodisce la più grande raccolta al mondo di sculture realizzate in terracotta invetriata dai Della Robbia - dove resterà dal 9 novembre all’8 aprile, dopo essere stata in mostra al Museum of Fine Arts di Boston e alla National Gallery di Washington.
Ad accompagnarla idealmente in questo viaggio di ritorno sarà lo stesso mecenate Healy che l’aveva “sottratta” all’Italia, con una spettacolare presenza ‘in effigie’. Insieme alla Lunetta, infatti, arriverà a Firenze il Ritratto di Aaron Augustus Healy - altro capolavoro concesso in prestito dallo stesso museo americano - uno degli ultimi realizzati da John Singer Sargent.
Commissionata probabilmente intorno al 1520 da Niccolò di Tommaso Antinori e, ad oggi, uno dei più illustri esempi della produzione del ceramista fiorentino cinquecentesco, questa lunetta contraddistinta da una vistosa esuberanza decorativa e cromatica era stata conservata per quasi quattro secoli nella sua ubicazione originaria, la prestigiosa Villa Le Rose, fuori le mura di Firenze. Raffigura, avvolti da una fastosa cornice di fiori, animali e frutti, il Cristo risorto, con il committente in ginocchio alla sua destra e i soldati attorno al sepolcro.
In seguito al restauro, finanziato nel 2016 da Marchesi Antinori, il suo ritorno temporaneo in Italia.
La seconda sala del Bargello ospiterà, invece, la Scena fissa di Stefano Arienti, con la quale la scultura robbiana intesserà un inaspetatto dialogo sull'arte rinascimentale e contemporanea.
Leggi anche:
• Da Brooklyn al Bargello: Giovanni della Robbia, la Lunetta Antinori e Stefano Arienti
Con le sue dimensioni monumentali, la Lunetta Antinori, raffigurante la Resurrezione, arriva al Museo del Bargello - che custodisce la più grande raccolta al mondo di sculture realizzate in terracotta invetriata dai Della Robbia - dove resterà dal 9 novembre all’8 aprile, dopo essere stata in mostra al Museum of Fine Arts di Boston e alla National Gallery di Washington.
Ad accompagnarla idealmente in questo viaggio di ritorno sarà lo stesso mecenate Healy che l’aveva “sottratta” all’Italia, con una spettacolare presenza ‘in effigie’. Insieme alla Lunetta, infatti, arriverà a Firenze il Ritratto di Aaron Augustus Healy - altro capolavoro concesso in prestito dallo stesso museo americano - uno degli ultimi realizzati da John Singer Sargent.
Commissionata probabilmente intorno al 1520 da Niccolò di Tommaso Antinori e, ad oggi, uno dei più illustri esempi della produzione del ceramista fiorentino cinquecentesco, questa lunetta contraddistinta da una vistosa esuberanza decorativa e cromatica era stata conservata per quasi quattro secoli nella sua ubicazione originaria, la prestigiosa Villa Le Rose, fuori le mura di Firenze. Raffigura, avvolti da una fastosa cornice di fiori, animali e frutti, il Cristo risorto, con il committente in ginocchio alla sua destra e i soldati attorno al sepolcro.
In seguito al restauro, finanziato nel 2016 da Marchesi Antinori, il suo ritorno temporaneo in Italia.
La seconda sala del Bargello ospiterà, invece, la Scena fissa di Stefano Arienti, con la quale la scultura robbiana intesserà un inaspetatto dialogo sull'arte rinascimentale e contemporanea.
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