A Ferrara dal 22 settembre al 6 gennaio

Palazzo dei Diamanti celebra Courbet

Gustave Courbet, Caprioli alla fonte, 1868, olio su tela, 129,8 x 97,5 cm, Fort Worth, Kimbell Art Museum
 

Samantha De Martin

28/06/2018

Ferrara - “Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l'unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà”.
Scriveva così Gustave Courbet, il maestro passionale e appassionante che diede voce e colore alla natura, traghettando l’arte francese dal sogno romantico al realismo di cacciatori, bagnanti e spaccapietre.

Dopo quasi cinquant’anni di assenza dalla scena artistica italiana, il pittore dall’approccio appassionato alla pittura di paesaggio torna in Italia con una mostra in programma dal 22 settembre al 6 gennaio al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

Al centro del percorso Courbet e la natura saranno una cinquantina di tele - da Bonjour Monsieur Courbet al sensuale autoritratto L’uomo ferito o il celebre Fanciulle sulle rive della Senna - che giungeranno a Ferrara dai più importanti musei del mondo, avvicinando il visitatore ad un percorso permeato di luoghi e temi legati alla sua vibrante rappresentazione del mondo naturale.

Le spettacolari marine della Normandia, sferzate dalla tempesta lasciano il posto alle grotte misteriose solcate da torrenti, ai laghi svizzeri, mentre la sensualità dei nudi, sprofondati in una rigogliosa vegetazione, si intreccia alle sublimi scene di caccia.

Lo sguardo originale di Courbet - fortemente consapevole della grande tradizione pittorica occidentale, studiata al Louvre - indaga natura e animali, atmosfere cariche di nostalgia, paesaggi a lui cari.
La mostra a Palazzo dei Diamanti, che accoglie capolavori da istituzioni museali di tutto il mondo - dal Musée des Beaux-Arts di Parigi al Musée Courbet di Ornans, dal Dallas Museum of Art al Metropolitan Museum of Art di New York - sarà pertanto un’occasione preziosa per riscoprire l’opera e lo spirito di uno dei più grandi artisti dell’Ottocento.


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