Dal 25 gennaio a Brescia
I pittori della Belle Époque in una grande mostra
Federico Zandomeneghi, Il te, 1893. Collezione privata
Francesca Grego
13/11/2024
Brescia - Mentre al Museo di Santa Giulia è in corso la grande mostra sui maestri del Rinascimento, Brescia si prepara a un altro importante appuntamento con l’arte: dal 25 gennaio Palazzo Martinengo ospiterà oltre 80 capolavori selezionati per raccontare la Belle Époque attraverso gli occhi di alcuni celebri pittori italiani di stanza a Parigi nell’ultimo scorcio dell’Ottocento. Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Vittorio Corcos sono tra i protagonisti di questa avventura, che rivivremo attraverso opere riunite da esclusive collezioni private e musei come gli Uffizi di Firenze, il Museo di Palazzo Te a Mantova o il Museo Giovanni Boldini di Ferrara.
A cura di Francesca Dini e Davide Dotti, La Belle Époque. L’arte nella Parigi di Boldini e De Nittis si annuncia come un viaggio nelle atmosfere di questa breve ma leggendaria stagione: accanto a una curata selezione di dipinti troveremo infatti eleganti abiti femminili realizzati dai couturier dell’epoca, raffinati vetri artistici firmati da Emile Gallé o dai fratelli Daum per le dimore dell’alta borghesia, affiche d’autore disegnate per promuovere locali alla moda, spettacoli teatrali e grandi magazzini, testimonianza della vertiginosa trasformazione degli stili di vita metropolitani e dell’ascesa dei nuovi linguaggi della grafica e della pubblicità.
Giuseppe De Nittis, Accanto al laghetto dei Giardini del Lussemburgo, 1875 circa. Collezione privata I Courtesy Galleria Bottegantica
A partire dal 1870 gli “italiani di Parigi” - così etichettati dallo storico dell’arte Diego Martelli - si muovono con disinvoltura della Ville Lumiére, capitale della vita moderna in Europa. Il confronto con la pittura francese è continuo, ma questi artisti si affermeranno ciascuno con l’originalità del proprio stile, conquistando un pubblico di facoltosi collezionisti. È il caso di quello che è stato definito il genere pittorico della “tranche de vie”, con De Nittis e Boldini che catturano dal vero momenti di vita lungo i boulevard, nelle piazze brulicanti, nell’intimità di giardini privati e nei salotti più esclusivi. O della particolare rilettura del linguaggio impressionista operata dal veneziano Zandomeneghi, che col la sua personalissima tavolozza farà delle donne di Parigi delle icone di femminilità. Mentre Antonio Mancini incanta gli spettatori con i suoi fanciulli del Sud, Corcos porta sulla tela le emozioni di un tempo segnato dal trionfo di nuovi lussi e desideri.
Federico Zandomeneghi, Cafè Nouvelle Athènes, 1885. Collezione privata
Tra le opere da non perdere nella mostra bresciana troveremo il Ritratto di signora in bianco di Boldini, Al Cafè Nouvelle Athènes di Zandomeneghi e Accanto al laghetto dei Jardins du Luxembourg di De Nittis: un inno alle vibrazioni della Parigi di fine Ottocento e ai suoi cantori, ma anche una festa per i dieci anni di attività di Palazzo Martinengo, che ha visto passare nell’edificio cinquecentesco bresciano oltre 52 mila visitatori.
Vittorio Corcos, Messaggio d'amore, 1889. Collezione privata
Leggi anche:
• Il Rinascimento a Brescia. In viaggio nel tempo con il curatore Enrico Valseriati
• Savoldo, Moretto e la luce ritrovata. Due capolavori restaurati in mostra a Brescia
A cura di Francesca Dini e Davide Dotti, La Belle Époque. L’arte nella Parigi di Boldini e De Nittis si annuncia come un viaggio nelle atmosfere di questa breve ma leggendaria stagione: accanto a una curata selezione di dipinti troveremo infatti eleganti abiti femminili realizzati dai couturier dell’epoca, raffinati vetri artistici firmati da Emile Gallé o dai fratelli Daum per le dimore dell’alta borghesia, affiche d’autore disegnate per promuovere locali alla moda, spettacoli teatrali e grandi magazzini, testimonianza della vertiginosa trasformazione degli stili di vita metropolitani e dell’ascesa dei nuovi linguaggi della grafica e della pubblicità.
Giuseppe De Nittis, Accanto al laghetto dei Giardini del Lussemburgo, 1875 circa. Collezione privata I Courtesy Galleria Bottegantica
A partire dal 1870 gli “italiani di Parigi” - così etichettati dallo storico dell’arte Diego Martelli - si muovono con disinvoltura della Ville Lumiére, capitale della vita moderna in Europa. Il confronto con la pittura francese è continuo, ma questi artisti si affermeranno ciascuno con l’originalità del proprio stile, conquistando un pubblico di facoltosi collezionisti. È il caso di quello che è stato definito il genere pittorico della “tranche de vie”, con De Nittis e Boldini che catturano dal vero momenti di vita lungo i boulevard, nelle piazze brulicanti, nell’intimità di giardini privati e nei salotti più esclusivi. O della particolare rilettura del linguaggio impressionista operata dal veneziano Zandomeneghi, che col la sua personalissima tavolozza farà delle donne di Parigi delle icone di femminilità. Mentre Antonio Mancini incanta gli spettatori con i suoi fanciulli del Sud, Corcos porta sulla tela le emozioni di un tempo segnato dal trionfo di nuovi lussi e desideri.
Federico Zandomeneghi, Cafè Nouvelle Athènes, 1885. Collezione privata
Tra le opere da non perdere nella mostra bresciana troveremo il Ritratto di signora in bianco di Boldini, Al Cafè Nouvelle Athènes di Zandomeneghi e Accanto al laghetto dei Jardins du Luxembourg di De Nittis: un inno alle vibrazioni della Parigi di fine Ottocento e ai suoi cantori, ma anche una festa per i dieci anni di attività di Palazzo Martinengo, che ha visto passare nell’edificio cinquecentesco bresciano oltre 52 mila visitatori.
Vittorio Corcos, Messaggio d'amore, 1889. Collezione privata
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