Quando la cultura fa la rivoluzione tecnologica.
MUMU, il Museo multiverso
![](http://www.arte.it/foto/600x450/b9/16904-8876626.jpg)
Università di Bologna
L.S.
29/07/2013
Bologna - E’ successo al congresso mondiale “International Conference on Multimedia and Expo” a San Josè in California. Qui l’Università di Bologna ha presentato Mumu – museo multiverso, un’applicazione che consente di trasformare in modo facile e veloce contenuti multimediali in un prodotto fruibile da navigatori in mobilità.
L’idea alla base di quella che potrebbe configurarsi come una nuova rivoluzione mobile nasce dall’esigenza di promuovere i beni dell’Emilia Romagna.
Iscrivendosi a MUMU, i gestori di musei, dimore storiche e iniziative di vario genere, possono creare contenuti di carattere artistico e culturale e, in un clic, renderli disponibili su tutti gli app store internazionali. In testa Apple e Android.
“L’obiettivo di Mumu,” ha detto il professore Marco Roccetti, che ha sviluppato il progetto insieme a Marco Zanichelli, Cristian Bertuccioli e Andrea Marcomini del dipartimento di Informatica dell’ateneo bolognese, “è ricollegare tramite le moderne tecnologie Ict i siti depositari del patrimonio culturale italiano attraverso legami di senso che, organizzando un flusso ininterrotto di contenuti culturali, sociali e artistici presenti diffusamente nel tessuto culturale, forniscano ai fruitori una rete di significati presentati in maniera innovativa e condivisa, in modo da permettere ai singoli e alle diverse comunità territoriali di riappropriarsi di quell’intreccio di valori e di relazioni che ne hanno definito storicamente la fisionomia”.
Come evidenziato durante la presentazione avvenuta nella Silicon Valley, Mumu rappresenta il primo esempio di piattaforma digitale in grado di valorizzare il nostro patrimonio culturale attraverso un’esperienza conoscitiva partecipata e diffusa.
Il progetto pilota, dedicato al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, nel giro di poche settimane, ha già dato risultati estremamente incoraggianti.
L’idea alla base di quella che potrebbe configurarsi come una nuova rivoluzione mobile nasce dall’esigenza di promuovere i beni dell’Emilia Romagna.
Iscrivendosi a MUMU, i gestori di musei, dimore storiche e iniziative di vario genere, possono creare contenuti di carattere artistico e culturale e, in un clic, renderli disponibili su tutti gli app store internazionali. In testa Apple e Android.
“L’obiettivo di Mumu,” ha detto il professore Marco Roccetti, che ha sviluppato il progetto insieme a Marco Zanichelli, Cristian Bertuccioli e Andrea Marcomini del dipartimento di Informatica dell’ateneo bolognese, “è ricollegare tramite le moderne tecnologie Ict i siti depositari del patrimonio culturale italiano attraverso legami di senso che, organizzando un flusso ininterrotto di contenuti culturali, sociali e artistici presenti diffusamente nel tessuto culturale, forniscano ai fruitori una rete di significati presentati in maniera innovativa e condivisa, in modo da permettere ai singoli e alle diverse comunità territoriali di riappropriarsi di quell’intreccio di valori e di relazioni che ne hanno definito storicamente la fisionomia”.
Come evidenziato durante la presentazione avvenuta nella Silicon Valley, Mumu rappresenta il primo esempio di piattaforma digitale in grado di valorizzare il nostro patrimonio culturale attraverso un’esperienza conoscitiva partecipata e diffusa.
Il progetto pilota, dedicato al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, nel giro di poche settimane, ha già dato risultati estremamente incoraggianti.
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