Renato Guttuso. Omaggio per il centenario della nascita
Dal 27 Gennaio 2013 al 10 Marzo 2013
Lonigo | Vicenza
Luogo: Palazzo Pisani
Indirizzo: piazza Garibaldi 1
Orari: lunedì 10-12; giovedì e venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12.30/ 15-19
Costo del biglietto: € 2
Telefono per informazioni: +39 366 2074761
E-Mail info: cultura@comune.lonigo.vi.it
Sito ufficiale: http://www.mveventi.com
Prosegue il percorso di mostre voluto dall'Amministrazione comunale della città di Lonigo, in collaborazione con MV Eventi per la direzione artistica di Palazzo Pisani, Casa della Cultura.
Un impegno che tende a valorizzare l'Arte e la Cultura attraverso mostre e festival dedicate anche ai grandi Maestri italiani e stranieri e alle giovani realtà artistiche italiane.
Dal 27 gennaio al 10 marzo 2013 sarà presentata al pubblico la seconda mostra del calendario 2013, una esposizione di oltre 30 opere uniche, tra olii e gouache, dedicata al Maestro siciliano Renato Guttuso, in occasione del centenario della sua nascita.
Autore di una pittura inconfondibile e apprezzata non solo nel territorio nazionale ma internazionale, come dimostrano le mostre organizzate a Sydney, Washington, Londra e la più recente antologica retrospettiva ospitata al Complesso del Vittoriano di Roma, Renato Guttuso viene definito il “poeta” del pennello, un artista dalla sensibilità rivolta al sociale e per cui è difficile ipotizzare un'accurata analisi dell'opera, “astraendola dalla realtà da cui trae direttamente ispirazione”.
“Mani nervose, duttili, eternamente in movimento. Mani impegnate a disegnare ovunque, in qualunque momento, con qualsiasi cosa: su un tovagliolo, su un fazzoletto, su un pacchetto di sigarette, su un qualsiasi pezzo di carta; con una matita, una penna usata, perfino un rossetto. Renato Guttuso era un uomo per cui il disegno, la sua smania incessante di disegnare, era diventata il vero “tramite” con la realtà. Visto dall'interno il mondo guttusiano era affollato, piacevole e vario. La sua curiosità era continua; il suo bisogno di sapere, di chiedere, di conoscere, di informarsi dava a ogni giornata un andamento imprevedibile.
Inventore di situazioni simboliche, un raffinato visitatore e manipolatore di immagini drammatiche, da cui riesce ad estrarre il senso più profondo, soffrendo in senso lirico l'opera d'arte, come un poeta che deve trattenere il fluire disordinato delle emozioni, dando luogo alla parola, così come lui dà luogo alla visione.”
Renato Guttuso nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 Dicembre 1911 (ma sua madre lo denuncia all'anagrafe il 2 Gennaio del 1912).
Della sua infanzia Guttuso stesso scrive "tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada, avevo sei, sette, dieci anni...".
Nel 1928 partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.
Dai primi quadri Renato Guttuso, fondamentalmente verista e naturalista, insegue un'esecuzione prettamente figurativa di temi ancorati al mondo contadino, rurale, popolare: temi sociali o soggetti dichiaratamente politici.
In pochi anni, diventa il portavoce più eloquente di una giovane generazione di artisti che esprimevano sui giornali e attraverso le loro opere, le opinioni sulla libertà creativa e sull'imperativo morale del “realismo”, considerato popolare e accessibile alle masse e seguendo stilisticamente il periodo “Blu” di Pablo Picasso.
Dal 1969 vive stabilmente a Roma, nella famosa via Margutta, la strada dei pittori, con la sua compagna Marta Marzotto, la splendida contessa ex mondina e modella, iniziando il periodo intimo con una serie di quadri autobiografici.
Spesso lo spirito polemico affiora prepotente in Guttuso raggiungendo la punta massima con la grande tela "I funerali di Togliatti" del 1972.
Un impegno che tende a valorizzare l'Arte e la Cultura attraverso mostre e festival dedicate anche ai grandi Maestri italiani e stranieri e alle giovani realtà artistiche italiane.
Dal 27 gennaio al 10 marzo 2013 sarà presentata al pubblico la seconda mostra del calendario 2013, una esposizione di oltre 30 opere uniche, tra olii e gouache, dedicata al Maestro siciliano Renato Guttuso, in occasione del centenario della sua nascita.
Autore di una pittura inconfondibile e apprezzata non solo nel territorio nazionale ma internazionale, come dimostrano le mostre organizzate a Sydney, Washington, Londra e la più recente antologica retrospettiva ospitata al Complesso del Vittoriano di Roma, Renato Guttuso viene definito il “poeta” del pennello, un artista dalla sensibilità rivolta al sociale e per cui è difficile ipotizzare un'accurata analisi dell'opera, “astraendola dalla realtà da cui trae direttamente ispirazione”.
“Mani nervose, duttili, eternamente in movimento. Mani impegnate a disegnare ovunque, in qualunque momento, con qualsiasi cosa: su un tovagliolo, su un fazzoletto, su un pacchetto di sigarette, su un qualsiasi pezzo di carta; con una matita, una penna usata, perfino un rossetto. Renato Guttuso era un uomo per cui il disegno, la sua smania incessante di disegnare, era diventata il vero “tramite” con la realtà. Visto dall'interno il mondo guttusiano era affollato, piacevole e vario. La sua curiosità era continua; il suo bisogno di sapere, di chiedere, di conoscere, di informarsi dava a ogni giornata un andamento imprevedibile.
Inventore di situazioni simboliche, un raffinato visitatore e manipolatore di immagini drammatiche, da cui riesce ad estrarre il senso più profondo, soffrendo in senso lirico l'opera d'arte, come un poeta che deve trattenere il fluire disordinato delle emozioni, dando luogo alla parola, così come lui dà luogo alla visione.”
Renato Guttuso nasce a Bagheria, in Sicilia, il 26 Dicembre 1911 (ma sua madre lo denuncia all'anagrafe il 2 Gennaio del 1912).
Della sua infanzia Guttuso stesso scrive "tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada, avevo sei, sette, dieci anni...".
Nel 1928 partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.
Dai primi quadri Renato Guttuso, fondamentalmente verista e naturalista, insegue un'esecuzione prettamente figurativa di temi ancorati al mondo contadino, rurale, popolare: temi sociali o soggetti dichiaratamente politici.
In pochi anni, diventa il portavoce più eloquente di una giovane generazione di artisti che esprimevano sui giornali e attraverso le loro opere, le opinioni sulla libertà creativa e sull'imperativo morale del “realismo”, considerato popolare e accessibile alle masse e seguendo stilisticamente il periodo “Blu” di Pablo Picasso.
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