Architettura è utopia. Stanze di Elio Armano
Dal 28 Settembre 2017 al 19 Novembre 2017
Vicenza
Luogo: Stamperia d'arte Busato
Indirizzo: contra' Porta Santa Lucia 38
Orari: lunedì-venerdì 8:30-12-30 e 14-18:30 aperture su richiesta
Curatori: Guido Beltramini, Paolo Coltro, Stefania Portinari
Telefono per informazioni: i+39 349 5233421 i
E-Mail info: info@stamperiadartebusato.it
Inaugura giovedì 28 settembre alle ore 19 la mostra dello scultore padovano Elio Armano, allestita negli spazi al piano nobile dell'antica Stamperia d'arte Busato di Vicenza.
L'esposizione, intitolata "Architettura è utopia. Stanze di Elio Armano", presenta una successione di ambienti site specific creati per l'affascinante palazzo del centro storico, disponendo in una sequenza preziosa e poetica i principali temi della sua produzione artistica. L'impostazione antologica è condotta dalla fascinazione che i temi dell'architettura e dell'utopia hanno avuto sulla sua formazione e sul suo impegno civile, ma è intesa anche essa stessa come un'infilata di "piccoli paesaggi", in cui mostrare sogni e ispirazioni provenienti sia dal mondo naturale che da luoghi immaginari.
Ideata come un omaggio alla città di Palladio - quasi a proseguire l'impresa compiuta da Armano con il posizionamento della scultura intitolata 1508 2008. Un segno contemporaneo per la nascita di Andrea Palladio in riviera Tiso da Camposampiero a Padova - la mostra offre una sequenza di sale che diventano un'esperienza di sorprese visive, come fossero ora dei ritrovamenti archeologici di civiltà scomparse, ora progetti futuribili o atemporali in cui l'assenza della figura umana deve portare a meditare ancora più profondamente sul potere che hanno le scelte decisionali della politica e della società.
Dai Giardini in scatola, che richiamano l'incanto della natura ma anche l'illusione di un paradiso che rischia di essere perduto, alle Quinte di bronzo nero che si presentano come monolitiche costruzioni delle mente; dai conici Paesaggi emersi dal mare alla ricostruzione di una parte dello studio di Armano, come fosse una stanza magica: le prime quattro "Stanze di Elio Armano" conducono il visitatore alla scoperta di un viaggio emozionale che evoca elementi di storia dell'arte e dell'architettura, aspirazioni collettive e utopie di personaggi visionari. Fino a una sorprendente quinta sala finale, la Città, dove si ricompongono i suoi appunti visivi e le sue creazioni più recenti. Lo stesso artista, affermando che intende le sue sculture come progetti, ha voluto creare un evento influenzato dalla conformazione dello spazio espositivo, in quanto luogo ricco di memorie culturali, legato alla stampa d'arte e a personaggi di alto profilo morale come Neri Pozza o Tono Zancanaro.
In equilibrio tra la suggestione della leggerezza predicata da Italo Calvino e le riflessioni acute di Progetto e utopia di Manfredo Tafuri,"Architettura è utopia. Stanze di Elio Armano" è una mostra pensosa ma suggestiva, che tratta con delicatezza ma incisività argomenti importanti come il consumo del suolo e il valore dell'urbanistica, ma anche della poesia dei materiali - in particolare della ceramica e del bronzo - e delle piccole cose quotidiane.
Elio Armano ha frequentato listituto darte "Pietro Selvatico" di Padova e lAccademia di Belle Arti di Venezia, dove l'incontro con Alberto Viani è stato fondamentale per la sua poetica di scultore, e ha esordito nel 1967, vincendo il premio per la scultura alla LV mostra collettiva dellOpera Bevilacqua La Masa di Venezia e allestendo la sua prima personale alla Galleria 1+1 di Padova, accompagnata da un testo di Gaetano Pesce.
Si è cimentato anche in sculture di grandi dimensioni, creando opere di forte valore sociale come il Monumento ai tre martiri della Liberazione(2005) e il Giardino dei Giusti del Mondo (2008), oltre che i recenti monoliti per il 50° della cooperativa Clea (2012). Alcune sue mostre si sono tenute anche all'interno di musei componendo un'inedita sintonia tra le sculture contemporanee e i reperti, come nel caso del Museo Archeologico Nazionale di Este e il Museo Archeologico di Pordenone. Hanno scritto per sue mostre personali o collettive, tra gli altri, Alberto Viani, Ferdinando Camon, Nico Stringa, Luca Massimo Barbero, Diego Collovini, Giorgio Segato.
La mostra è allestita dall'architetto Nicola Busato e sarà aperta a ingresso gratuito fino al 19 novembre. E' resa possibile grazie al sostegno di CLEA - Impresa Cooperativa di Costruzioni Generali. E' curata da Guido Beltramini, Paolo Coltro e Stefania Portinari, autori anche dei testi del catalogo insieme a Luca Illetterati. Il catalogo, con fotografie di Tony Michelon, è concepito come documentazione di una esposizione progettata specificamente per il luogo che la ospita, sarà quindi presentato in occasione del finissage della mostra, edito da Padova University Press, casa editrice ufficiale dell'ateneo patavino.
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