Tra paesaggi e storia. Wright e l’architettura organica allo IUAV
Dal 26 Giugno 2018 al 09 Ottobre 2018
Venezia
Luogo: Università Iuav di Venezia Tolentini - Gallerie del Rettorato e Aula Magna
Indirizzo: Santa Croce 191
Orari: Lun - Ven 10.30 - 17.30 | Chiuso Sab / festivi / dal 13 al 19 Ago
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: + 39 041 257 1826
Sito ufficiale: http://www.iuav.it/Ateneo1/eventi-del/2018/Tra-paesag/index.htm
L'architettura organica è un'attività sociale, tecnica e artistica allo stesso tempo, diretta a creare l'ambiente per una nuova civiltà democratica. Architettura organica significa architettura per l'uomo, modellata secondo la scala umana, secondo le necessità spirituali, psicologiche e materiali dell'uomo…
Bruno Zevi, Dichiarazione dei principi dell’Associazione per l’Architettura Organica
in “Metron” 1945
La mostra, articolata in due sezioni, si propone di illustrare la ricezione che la lezione di Frank Lloyd Wright e la concezione organica ebbero all’interno dello Iuav nel secondo dopoguerra. Alcuni fatti concomitanti contribuirono in maniera decisiva allo sviluppo di una tendenza originale e ricca di sfaccettature: la presenza nella Scuola diretta da Giuseppe Samonà di Bruno Zevi - il grande storico di cui ricorre il centenario della nascita -, la visita a Venezia di Wright e l’incarico attribuitogli di progettare il Masieri Memorial lungo il Canal Grande, il ruolo di “interprete” del pensiero del maestro americano svolto da Carlo Scarpa, un architetto geniale, influente e già affermato. In tale grande fermento culturale si svilupparono preziosi talenti, come si evince dalla sezione dedicata a molte figure eminenti che costituiscono un panorama tangibile delle capacità progettuali che quella “stagione” espresse.
La sezione fotografica dedicata al viaggio negli Stati Uniti (1949-50) di Bruno Morassutti è l’ulteriore straordinaria (e fino a oggi sconosciuta) prova dell’attrazione che Wright, Soleri e i nuovi paesaggi americani esercitarono in quella precisa fase storica.
La varietà dei materiali esposti, dai disegni alle fotografie, ai filmati, alle pubblicazioni, ai materiali didattici dei corsi tenuti presso lo Iuav, rende l’idea di una produzione complessa, ricca di ispirazione e di modalità interpretative. Costituisce la testimonianza di quanto si immaginò e realizzò in una Scuola di architettura che dimostrò la capacità di elaborare idee partecipi del dibattito internazionale, sapendole anche iscrivere nei paesaggi del Nord-Est italiano con convinzione e con fiducia nello sviluppo di una rinnovata esperienza progettuale e sociale della modernità.
LA LINEA ORGANICA A NORD-EST
a cura di Roberta Albiero e Serena Maffioletti
progetto espositivo Roberta Albiero
Tolentini, Gallerie del rettorato
La direzione dello Iuav da parte di Giuseppe Samonà con la strategia di chiamate di giovani professori, tra cui Bruno Zevi; l’insegnamento di Carlo Scarpa; l’adesione di molti docenti all’Associazione per l’Architettura Organica (APAO); l’attribuzione nel 1951 della laurea honoris causa a Frank Lloyd Wright, costituiscono il contesto e le ragioni di una linea dell’architettura organica che caratterizza la scuola veneziana nel dibattito nazionale.
L’incarico che Wright riceve nel 1951 da Savina Rizzi Masieri per onorare il ricordo del giovane marito costruendo il Masieri Memorial sul Canal Grande alimenta dentro lo Iuav l’attenzione verso il messaggio dell’architetto americano. È l’insieme di queste sollecitazioni a indirizzare la formazione degli studenti Iuav di quegli anni: laureati tra il 1946 e i primissimi anni ‘60, ricevono l’insegnamento di Giuseppe Samonà, Egle Trincanato, Daniele Calabi, Carlo Scarpa, Mario Deluigi, Luigi Piccinato e Giovanni Astengo, Ignazio Gardella, Franco Albini, Lodovico Belgiojoso, Saverio Muratori e Giancarlo De Carlo, Manlio Dazzi, Bruno Zevi e Giuseppe Mazzariol.
In una scuola di eccellenze, segnata dal pluralismo degli apporti, si forma questa generazione che in parte costituirà il suo futuro corpo docente e che tutta riverserà le proprie energie nella professione, irraggiando dalla Scuola una visione progettuale in grado di tramutare la lezione wrightiana in cultura insediativa identitaria e relazionale, sensibile ai valori della tradizione sociale e costruttiva.
È questa generazione a proiettare nel Triveneto una visione dell’architettura come espressione di civiltà e come reinvenzione dell’antico paesaggio. Capacità ideative, saperi costruttivi, passioni radicate nel territorio ma tese verso sensibilità internazionali alimentano le opere di questi giovani, che contribuirono a delineare il paesaggio culturale del Triveneto.
La mostra è organizzata in capitoli espositivi. La Stanza dei Maestri del progetto all’ingresso della mostra: Giuseppe Samonà ed Egle Trincanato, Daniele Calabi, Edoardo Gellner e Carlo Scarpa rappresentano la contiguità tra università e professione entro la quale si è formata la generazione dei molti allievi. La didattica di Bruno Zevi sottolinea l’apporto dell’insegnamento della Storia e la lezione organica nella formazione dell’architetto Iuav.
Le Gallerie delle fotografie e dei disegni riuniscono progetti (molti dei quali realizzati) e tesi di laurea dei protagonisti di una felice generazione di studenti e giovani docenti Iuav. Sono presenti opere di: Gianni Avon e Francesco Tentori, Costantino Dardi, Iginio Cappai, Antonio Foscari e Piero Mainardis, Giuseppe Davanzo, Marcello D’Olivo, Federico Marconi, Angelo Masieri, Michelina Michelotto e Valeriano Pastor, Bruno Morassutti, Arrigo Rudi, Gino e Nani Valle. Architetti tutti che si laurearono allo IUAV in quella stagione e che prevalentemente lavorarono nel Triveneto, ma sono anche presenti Roberto Gottardi che, laureatosi allo IUAV, si trasferì a Cuba dove realizzò le Scuole Nazionali di Arte a La Havana e Gae Aulenti che fu assistente di Giuseppe Samonà.
Un video, dedicato sia al Villaggio Eni a Corte di Cadore sia a Lignano Pineta e Lignano Sabbiadoro, rappresenta l’invenzione postbellica della città delle vacanze nella declinazione alpina e marittima e insieme un’utopia insediativa intrecciata alla natura.
La Stanza di Frank Lloyd Wright raccoglie le vicende del Masieri Memorial, riunendo i disegni dell’edificio e la narrazione delle sue soluzioni, quasi una sintesi della linea organica Iuav attraverso i suoi protagonisti: Angelo Masieri, Frank Lloyd Wright, Bruno Morassutti, Valeriano Pastor, Carlo Scarpa.
AMERICAN JOURNEY 1949-50
BRUNO MORASSUTTI
a cura di Giulio Barazzetta e Angelo Maggi
progetto espositivo Andrea Nalesso
Tolentini, Aula Magna
Bruno Morassutti (1920-2008), tre anni dopo aver conseguito la laurea allo Iuav, nel febbraio del 1949 parte per gli Stati Uniti alla volta di Taliesin: un programma di apprendistato presso le due residenze di studio di Frank Llyod Wright. La permanenza a Taliesin East nel Wisconsin dura da maggio a settembre 1949. Da ottobre dello stesso anno a marzo dell’anno successivo il giovane architetto segue la comunità wrightiana a Taliesin West in Arizona.
Come racconta lo stesso Morassutti, questa esperienza stimola in lui una spiccata tendenza a guardare avanti, ridimensionando le nozioni legate al passato storico. Durante il soggiorno Morassutti prende visione diretta e fotografa opere di Wright nei vari periodi della sua attività con una fotocamera caricata a pellicola positiva a colori. Il reportage ricopre, con poche immagini, anche opere di altri architetti presenti sul territorio americano in quegli anni.
Anche se la fotografia d’architettura a colori è agli esordi, il risultato di questa preziosa ricognizione fotografica consiste in circa quattrocento diapositive, che durante proiezioni allo Iuav e in molte altre Università italiane consentiranno agli studenti di architettura di arricchire la propria conoscenza di Wright.
Anche Carlo Scarpa ne farà oggetto di lezioni e riflessioni trattenendole in un prestito definitivo.
Fra le importanti “ricadute” dell’esperienza di Morassutti a Taliesin e dell’incontro con il Maestro non si può non mettere in evidenza il ruolo che queste immagini hanno avuto nella stampa architettonica italiana, citando il numero 227 di Casabella dedicato a Wright in occasione della sua scomparsa, Domus 305 con il reportage sulla costruzione dei laboratori Johnson Wax, Domus 356 con il necrologio di Wright dello stesso Morassutti.
Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra l’Archivio Progetti-IUAV con Antonella e Valentina Morassutti e Sebastiano Reich Morassutti, che conservano le diapositive del padre. Esse rappresentano il risultato di un attento restauro eseguito dal fotografo veneziano Francesco Barasciutti che le ha salvate dal decadimento, facendone riemergere il gioco cromatico e svelando dettagli inconsueti e le diverse tonalità dei materiali adottati da Wright e dagli altri architetti (Soleri e Aalto) dell’itinerario morassuttiano.
IL MASIERI MEMORIAL DA FRANK LLOYD WRIGHT A CARLO SCARPA
Durante il soggiorno in Italia in occasione della mostra Frank Lloyd Wright. Sixty Years of Living Architecture, il 21 giugno 1951 a Palazzo Ducale Frank Lloyd Wright riceve dall’Istituto Universitario di Architettura di Venezia la laurea honoris causa. È in questa circostanza che il giovane architetto udinese Angelo Masieri gli chiede di progettare una casa-studio in sostituzione della palazzina che possiede sul Canal Grande. Per discutere con lui del progetto nel 1952 Masieri e la moglie Savina intraprendono un viaggio negli Stati Uniti ma, durante il ritorno da Taliesin West, il 28 giugno 1952 il giovane architetto perde la vita in un incidente. Nel dicembre 1952 la moglie e i genitori di Masieri incaricano Wright di progettare la palazzina, dedicandola ora a residenza per studenti Iuav in memoria del talentuoso architetto, allievo e collaboratore di Carlo Scarpa. «Nel piccolo edificio che ho progettato - scrive Wright in una lettera al Sindaco di Venezia nel 1954 - sottili aste di marmo solidamente fissate su piloni in cemento (due per ciascuna) nel fondo si levano dall’acqua come canne o steli di riso o piante acquatiche. Questi pilastri marmorei si levano a sostenere con sicurezza il pavimento e le lastre aggettanti dei solai si proiettano tra essi in balconate sospese sulle acque. Quanto di più veneziano! Non imitazione, ma interpretazione di Venezia».
Nonostante la successione di diverse proposte progettuali, la qualità del progetto e il prestigio di Wright si scontrano con la resistenza di Venezia, che oppone uno strenuo rifiuto in nome della tradizione, mentre la cultura architettonica italiana vede fronteggiarsi sostenitori e detrattori in un dibattito che insieme al giudizio di valore sull’opera affronta il nodo essenziale del rapporto tra nuovo e antico.
Consegnato il 18 marzo 1954, il progetto è presentato alla Commissione edilizia da Bruno Morassutti, rappresentante della famiglia Masieri e di Wright. Il Comune esprime l’impossibilità di prendere in esame il progetto, poiché altezze e distanze dagli edifici adiacenti contrastano con i regolamenti comunali. Nel 1955 Morassutti consegna un nuovo progetto preliminare: le Commissioni preposte esprimono nuovamente parere contrario.
Dopo la morte di Wright nel 1959, la progettazione del Masieri Memorial coinvolge numerosi protagonisti. Nel 1963 il rettore Giuseppe Samonà (presidente della Fondazione Masieri, costituita nel 1955) incarica Valeriano Pastor di elaborare una nuova proposta, vincolata a rigorosi criteri di conservazione delle strutture edilizie esistenti. Ma neanche questo progetto, pur approvato nel 1967, sarà realizzato.
Nel 1968 la Fondazione Masieri affida l’incarico a Carlo Scarpa, che redige più versioni progettuali. Dal 1969 al 1977 la realizzazione del progetto subisce rallentamenti, tanto che nel novembre 1978, alla morte di Carlo Scarpa, il cantiere è ancora in fase iniziale. Il progetto di Carlo Scarpa, affidato ora a Franca Semi che l’aveva seguito dall’inizio, viene parzialmente adattato a Galleria d’Architettura affidata allo Iuav, senza dar luogo a parti del progetto originario.
La sede della Fondazione Masieri viene inaugurata nel 1983.
CREDITS
coordinamento scientifico Renzo Dubbini
comitato scientifico Roberta Albiero, Renzo Dubbini, Serena Maffioletti, Angelo Maggi, Alessandro Colombo e Valentina Morassutti (Bruno Morassutti Project)
________________________________________________________________
La linea organica a nord-est
a cura di Roberta Albiero e Serena Maffioletti
allestimento espositivo Roberta Albiero
collaboratori Erica G. Avellina, Beatrice Bonetto, Davide Casani, Denisa E. Draghici, Alvise Martini
American Journey 1949-50. Bruno Morassutti
Mostra fotografica
a cura di Giulio Barazzetta e Angelo Maggi
allestimento espositivo Andrea Nalesso
trattamento immagini Francesco Barasciutti
Video Il Masieri Memorial da Frank Lloyd Wright a Carlo Scarpa.
Il riflesso dei Maestri sul Canal Grande
di Sara Pezzutti e Serena Maffioletti
montaggio: Sara Pezzutti
Video Lignano e Corte di Cadore. L’utopia urbana organica.
1. Lignano Pineta e Lignano Sabbiadoro
a cura di Giulio Avon, Ferruccio Luppi e Alessandra Ferrighi
montaggio: Davide Casani
2. Il Villaggio di Corte di Cadore
a cura di Alessandra Ferrighi
montaggio: Davide Casani
Università Iuav di Venezia
Archivio Progetti
responsabile Riccardo Domenichini
coordinamento organizzativo Rosa Maria Camozzo
coordinamento archivistico Antonella D’Aulerio
comunicazione Teresita Scalco
trattamento immagini Marco Massaro
restauro dei modelli Michele Ridolfi
Servizio comunicazione: Comunicazione e collaborazione editoriale
Laboratorio fotografico: Umberto Ferro e Luca Pilot
Area infrastrutture: Mauro Fiorin, Mauro Maiotti
in collaborazione con
Bruno Morassutti Project
Gallerie del Progetto - Civici Musei di Udine
con il patrocinio di
Comune di Udine
Fondazione Bruno Zevi
Comitato nazionale per le celebrazioni
del centenario della nascita di Bruno Zevi
L’Università Iuav di Venezia ringrazia
per la collaborazione nella strutturazione della mostra: Elena e Giulio Avon, Ferruccio Luppi, Federico Marconi, Valeriano Pastor
per la collaborazione e il prestito dei disegni di Angelo Masieri, di Marcello D’Olivo e del progetto per il Masieri Memorial: Romano Vecchiet, Vania Gransinich e Francesca Tesei (Musei Civici di Udine)
per le riproduzioni dei disegni dell’Archivio Carlo Scarpa: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma. Collezione MAXXI Architettura. Archivio Carlo Scarpa
i prestatori: Nina Artioli, Elena Avon e Giulio Avon, Martina Davanzo, Ferruccio Luppi, Federico Marconi, Bruno Morassutti Project, Valeriano e Michelina Pastor, Barbara e Sara Rudi, Piero Valle, Edoardo Zentner.
Quando non diversamente specificato i documenti esposti appartengono alle collezioni dell’Archivio Progetti, Università Iuav di Venezia.
ORARIO: Lun - Ven 10.30 - 17.30 | Chiuso sabato e festivi dal 13 al 19 agosto
Bruno Zevi, Dichiarazione dei principi dell’Associazione per l’Architettura Organica
in “Metron” 1945
La mostra, articolata in due sezioni, si propone di illustrare la ricezione che la lezione di Frank Lloyd Wright e la concezione organica ebbero all’interno dello Iuav nel secondo dopoguerra. Alcuni fatti concomitanti contribuirono in maniera decisiva allo sviluppo di una tendenza originale e ricca di sfaccettature: la presenza nella Scuola diretta da Giuseppe Samonà di Bruno Zevi - il grande storico di cui ricorre il centenario della nascita -, la visita a Venezia di Wright e l’incarico attribuitogli di progettare il Masieri Memorial lungo il Canal Grande, il ruolo di “interprete” del pensiero del maestro americano svolto da Carlo Scarpa, un architetto geniale, influente e già affermato. In tale grande fermento culturale si svilupparono preziosi talenti, come si evince dalla sezione dedicata a molte figure eminenti che costituiscono un panorama tangibile delle capacità progettuali che quella “stagione” espresse.
La sezione fotografica dedicata al viaggio negli Stati Uniti (1949-50) di Bruno Morassutti è l’ulteriore straordinaria (e fino a oggi sconosciuta) prova dell’attrazione che Wright, Soleri e i nuovi paesaggi americani esercitarono in quella precisa fase storica.
La varietà dei materiali esposti, dai disegni alle fotografie, ai filmati, alle pubblicazioni, ai materiali didattici dei corsi tenuti presso lo Iuav, rende l’idea di una produzione complessa, ricca di ispirazione e di modalità interpretative. Costituisce la testimonianza di quanto si immaginò e realizzò in una Scuola di architettura che dimostrò la capacità di elaborare idee partecipi del dibattito internazionale, sapendole anche iscrivere nei paesaggi del Nord-Est italiano con convinzione e con fiducia nello sviluppo di una rinnovata esperienza progettuale e sociale della modernità.
LA LINEA ORGANICA A NORD-EST
a cura di Roberta Albiero e Serena Maffioletti
progetto espositivo Roberta Albiero
Tolentini, Gallerie del rettorato
La direzione dello Iuav da parte di Giuseppe Samonà con la strategia di chiamate di giovani professori, tra cui Bruno Zevi; l’insegnamento di Carlo Scarpa; l’adesione di molti docenti all’Associazione per l’Architettura Organica (APAO); l’attribuzione nel 1951 della laurea honoris causa a Frank Lloyd Wright, costituiscono il contesto e le ragioni di una linea dell’architettura organica che caratterizza la scuola veneziana nel dibattito nazionale.
L’incarico che Wright riceve nel 1951 da Savina Rizzi Masieri per onorare il ricordo del giovane marito costruendo il Masieri Memorial sul Canal Grande alimenta dentro lo Iuav l’attenzione verso il messaggio dell’architetto americano. È l’insieme di queste sollecitazioni a indirizzare la formazione degli studenti Iuav di quegli anni: laureati tra il 1946 e i primissimi anni ‘60, ricevono l’insegnamento di Giuseppe Samonà, Egle Trincanato, Daniele Calabi, Carlo Scarpa, Mario Deluigi, Luigi Piccinato e Giovanni Astengo, Ignazio Gardella, Franco Albini, Lodovico Belgiojoso, Saverio Muratori e Giancarlo De Carlo, Manlio Dazzi, Bruno Zevi e Giuseppe Mazzariol.
In una scuola di eccellenze, segnata dal pluralismo degli apporti, si forma questa generazione che in parte costituirà il suo futuro corpo docente e che tutta riverserà le proprie energie nella professione, irraggiando dalla Scuola una visione progettuale in grado di tramutare la lezione wrightiana in cultura insediativa identitaria e relazionale, sensibile ai valori della tradizione sociale e costruttiva.
È questa generazione a proiettare nel Triveneto una visione dell’architettura come espressione di civiltà e come reinvenzione dell’antico paesaggio. Capacità ideative, saperi costruttivi, passioni radicate nel territorio ma tese verso sensibilità internazionali alimentano le opere di questi giovani, che contribuirono a delineare il paesaggio culturale del Triveneto.
La mostra è organizzata in capitoli espositivi. La Stanza dei Maestri del progetto all’ingresso della mostra: Giuseppe Samonà ed Egle Trincanato, Daniele Calabi, Edoardo Gellner e Carlo Scarpa rappresentano la contiguità tra università e professione entro la quale si è formata la generazione dei molti allievi. La didattica di Bruno Zevi sottolinea l’apporto dell’insegnamento della Storia e la lezione organica nella formazione dell’architetto Iuav.
Le Gallerie delle fotografie e dei disegni riuniscono progetti (molti dei quali realizzati) e tesi di laurea dei protagonisti di una felice generazione di studenti e giovani docenti Iuav. Sono presenti opere di: Gianni Avon e Francesco Tentori, Costantino Dardi, Iginio Cappai, Antonio Foscari e Piero Mainardis, Giuseppe Davanzo, Marcello D’Olivo, Federico Marconi, Angelo Masieri, Michelina Michelotto e Valeriano Pastor, Bruno Morassutti, Arrigo Rudi, Gino e Nani Valle. Architetti tutti che si laurearono allo IUAV in quella stagione e che prevalentemente lavorarono nel Triveneto, ma sono anche presenti Roberto Gottardi che, laureatosi allo IUAV, si trasferì a Cuba dove realizzò le Scuole Nazionali di Arte a La Havana e Gae Aulenti che fu assistente di Giuseppe Samonà.
Un video, dedicato sia al Villaggio Eni a Corte di Cadore sia a Lignano Pineta e Lignano Sabbiadoro, rappresenta l’invenzione postbellica della città delle vacanze nella declinazione alpina e marittima e insieme un’utopia insediativa intrecciata alla natura.
La Stanza di Frank Lloyd Wright raccoglie le vicende del Masieri Memorial, riunendo i disegni dell’edificio e la narrazione delle sue soluzioni, quasi una sintesi della linea organica Iuav attraverso i suoi protagonisti: Angelo Masieri, Frank Lloyd Wright, Bruno Morassutti, Valeriano Pastor, Carlo Scarpa.
AMERICAN JOURNEY 1949-50
BRUNO MORASSUTTI
a cura di Giulio Barazzetta e Angelo Maggi
progetto espositivo Andrea Nalesso
Tolentini, Aula Magna
Bruno Morassutti (1920-2008), tre anni dopo aver conseguito la laurea allo Iuav, nel febbraio del 1949 parte per gli Stati Uniti alla volta di Taliesin: un programma di apprendistato presso le due residenze di studio di Frank Llyod Wright. La permanenza a Taliesin East nel Wisconsin dura da maggio a settembre 1949. Da ottobre dello stesso anno a marzo dell’anno successivo il giovane architetto segue la comunità wrightiana a Taliesin West in Arizona.
Come racconta lo stesso Morassutti, questa esperienza stimola in lui una spiccata tendenza a guardare avanti, ridimensionando le nozioni legate al passato storico. Durante il soggiorno Morassutti prende visione diretta e fotografa opere di Wright nei vari periodi della sua attività con una fotocamera caricata a pellicola positiva a colori. Il reportage ricopre, con poche immagini, anche opere di altri architetti presenti sul territorio americano in quegli anni.
Anche se la fotografia d’architettura a colori è agli esordi, il risultato di questa preziosa ricognizione fotografica consiste in circa quattrocento diapositive, che durante proiezioni allo Iuav e in molte altre Università italiane consentiranno agli studenti di architettura di arricchire la propria conoscenza di Wright.
Anche Carlo Scarpa ne farà oggetto di lezioni e riflessioni trattenendole in un prestito definitivo.
Fra le importanti “ricadute” dell’esperienza di Morassutti a Taliesin e dell’incontro con il Maestro non si può non mettere in evidenza il ruolo che queste immagini hanno avuto nella stampa architettonica italiana, citando il numero 227 di Casabella dedicato a Wright in occasione della sua scomparsa, Domus 305 con il reportage sulla costruzione dei laboratori Johnson Wax, Domus 356 con il necrologio di Wright dello stesso Morassutti.
Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra l’Archivio Progetti-IUAV con Antonella e Valentina Morassutti e Sebastiano Reich Morassutti, che conservano le diapositive del padre. Esse rappresentano il risultato di un attento restauro eseguito dal fotografo veneziano Francesco Barasciutti che le ha salvate dal decadimento, facendone riemergere il gioco cromatico e svelando dettagli inconsueti e le diverse tonalità dei materiali adottati da Wright e dagli altri architetti (Soleri e Aalto) dell’itinerario morassuttiano.
IL MASIERI MEMORIAL DA FRANK LLOYD WRIGHT A CARLO SCARPA
Durante il soggiorno in Italia in occasione della mostra Frank Lloyd Wright. Sixty Years of Living Architecture, il 21 giugno 1951 a Palazzo Ducale Frank Lloyd Wright riceve dall’Istituto Universitario di Architettura di Venezia la laurea honoris causa. È in questa circostanza che il giovane architetto udinese Angelo Masieri gli chiede di progettare una casa-studio in sostituzione della palazzina che possiede sul Canal Grande. Per discutere con lui del progetto nel 1952 Masieri e la moglie Savina intraprendono un viaggio negli Stati Uniti ma, durante il ritorno da Taliesin West, il 28 giugno 1952 il giovane architetto perde la vita in un incidente. Nel dicembre 1952 la moglie e i genitori di Masieri incaricano Wright di progettare la palazzina, dedicandola ora a residenza per studenti Iuav in memoria del talentuoso architetto, allievo e collaboratore di Carlo Scarpa. «Nel piccolo edificio che ho progettato - scrive Wright in una lettera al Sindaco di Venezia nel 1954 - sottili aste di marmo solidamente fissate su piloni in cemento (due per ciascuna) nel fondo si levano dall’acqua come canne o steli di riso o piante acquatiche. Questi pilastri marmorei si levano a sostenere con sicurezza il pavimento e le lastre aggettanti dei solai si proiettano tra essi in balconate sospese sulle acque. Quanto di più veneziano! Non imitazione, ma interpretazione di Venezia».
Nonostante la successione di diverse proposte progettuali, la qualità del progetto e il prestigio di Wright si scontrano con la resistenza di Venezia, che oppone uno strenuo rifiuto in nome della tradizione, mentre la cultura architettonica italiana vede fronteggiarsi sostenitori e detrattori in un dibattito che insieme al giudizio di valore sull’opera affronta il nodo essenziale del rapporto tra nuovo e antico.
Consegnato il 18 marzo 1954, il progetto è presentato alla Commissione edilizia da Bruno Morassutti, rappresentante della famiglia Masieri e di Wright. Il Comune esprime l’impossibilità di prendere in esame il progetto, poiché altezze e distanze dagli edifici adiacenti contrastano con i regolamenti comunali. Nel 1955 Morassutti consegna un nuovo progetto preliminare: le Commissioni preposte esprimono nuovamente parere contrario.
Dopo la morte di Wright nel 1959, la progettazione del Masieri Memorial coinvolge numerosi protagonisti. Nel 1963 il rettore Giuseppe Samonà (presidente della Fondazione Masieri, costituita nel 1955) incarica Valeriano Pastor di elaborare una nuova proposta, vincolata a rigorosi criteri di conservazione delle strutture edilizie esistenti. Ma neanche questo progetto, pur approvato nel 1967, sarà realizzato.
Nel 1968 la Fondazione Masieri affida l’incarico a Carlo Scarpa, che redige più versioni progettuali. Dal 1969 al 1977 la realizzazione del progetto subisce rallentamenti, tanto che nel novembre 1978, alla morte di Carlo Scarpa, il cantiere è ancora in fase iniziale. Il progetto di Carlo Scarpa, affidato ora a Franca Semi che l’aveva seguito dall’inizio, viene parzialmente adattato a Galleria d’Architettura affidata allo Iuav, senza dar luogo a parti del progetto originario.
La sede della Fondazione Masieri viene inaugurata nel 1983.
CREDITS
coordinamento scientifico Renzo Dubbini
comitato scientifico Roberta Albiero, Renzo Dubbini, Serena Maffioletti, Angelo Maggi, Alessandro Colombo e Valentina Morassutti (Bruno Morassutti Project)
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La linea organica a nord-est
a cura di Roberta Albiero e Serena Maffioletti
allestimento espositivo Roberta Albiero
collaboratori Erica G. Avellina, Beatrice Bonetto, Davide Casani, Denisa E. Draghici, Alvise Martini
American Journey 1949-50. Bruno Morassutti
Mostra fotografica
a cura di Giulio Barazzetta e Angelo Maggi
allestimento espositivo Andrea Nalesso
trattamento immagini Francesco Barasciutti
Video Il Masieri Memorial da Frank Lloyd Wright a Carlo Scarpa.
Il riflesso dei Maestri sul Canal Grande
di Sara Pezzutti e Serena Maffioletti
montaggio: Sara Pezzutti
Video Lignano e Corte di Cadore. L’utopia urbana organica.
1. Lignano Pineta e Lignano Sabbiadoro
a cura di Giulio Avon, Ferruccio Luppi e Alessandra Ferrighi
montaggio: Davide Casani
2. Il Villaggio di Corte di Cadore
a cura di Alessandra Ferrighi
montaggio: Davide Casani
Università Iuav di Venezia
Archivio Progetti
responsabile Riccardo Domenichini
coordinamento organizzativo Rosa Maria Camozzo
coordinamento archivistico Antonella D’Aulerio
comunicazione Teresita Scalco
trattamento immagini Marco Massaro
restauro dei modelli Michele Ridolfi
Servizio comunicazione: Comunicazione e collaborazione editoriale
Laboratorio fotografico: Umberto Ferro e Luca Pilot
Area infrastrutture: Mauro Fiorin, Mauro Maiotti
in collaborazione con
Bruno Morassutti Project
Gallerie del Progetto - Civici Musei di Udine
con il patrocinio di
Comune di Udine
Fondazione Bruno Zevi
Comitato nazionale per le celebrazioni
del centenario della nascita di Bruno Zevi
L’Università Iuav di Venezia ringrazia
per la collaborazione nella strutturazione della mostra: Elena e Giulio Avon, Ferruccio Luppi, Federico Marconi, Valeriano Pastor
per la collaborazione e il prestito dei disegni di Angelo Masieri, di Marcello D’Olivo e del progetto per il Masieri Memorial: Romano Vecchiet, Vania Gransinich e Francesca Tesei (Musei Civici di Udine)
per le riproduzioni dei disegni dell’Archivio Carlo Scarpa: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma. Collezione MAXXI Architettura. Archivio Carlo Scarpa
i prestatori: Nina Artioli, Elena Avon e Giulio Avon, Martina Davanzo, Ferruccio Luppi, Federico Marconi, Bruno Morassutti Project, Valeriano e Michelina Pastor, Barbara e Sara Rudi, Piero Valle, Edoardo Zentner.
Quando non diversamente specificato i documenti esposti appartengono alle collezioni dell’Archivio Progetti, Università Iuav di Venezia.
ORARIO: Lun - Ven 10.30 - 17.30 | Chiuso sabato e festivi dal 13 al 19 agosto
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